Edward Bach e la floriterapia
La Floriterapia, fondata da Edward Bach, è la cura che tramite 38 essenze di fiori risolve gli stati d'animo negativi e quelle emozioni che provocano squilibrio e disarmonia; e che mette al centro della terapia la persona, non la malattia
Secondo la visione di Bach, una vera terapia deve sciogliere quei nodi e quelle barriere mentali che ingabbiano l’individuo in errati (e dolorosi) atteggiamenti, in modo da espandere la sua capacità di vedere e comprendere la realtà delle cose, i propri bisogni e i propri scopi reali.
Secondo quest’ottica, una vera cura deve tendere a liberare l'uomo dall'errore di valutazione e dall'illusione di sentirsi solo, in un mondo ostile, perché non c'è vera guarigione, senza una modificazione profonda dell'animo del sofferente.
L’infanzia e i primi anni
Edward Bach nasce il 24 settembre 1886 a Moseley, vicino a Birmingham da una famiglia originaria del Galles, terra che scoprirà in una gita e che amerà profondamente, per il resto della sua vita. Persona estremamente sensibile, fin da piccolo desidera aiutare la gente, così quando arriva il momento, si iscrive a Medicina. Si laurea prima a Birmingham poi a Londra dove inizia la pratica medica, e nel 1913 è abilitato alla professione divenendo responsabile del pronto soccorso dell'University College Hospital e successivamente del reparto di chirurgia d'urgenza, al National Temperance Hospital.
In poco tempo diventa un medico affermato e di successo, i pazienti aumentano ma egli si sente sempre più insoddisfatto dei risultati delle sue cure. La sua insofferenza deriva dal fatto che la medicina che gli è stata insegnata non presta attenzione allo studio del carattere degli ammalati, concentrando tutto sul corpo fisico, mentre secondo la sua visione “nel trattamento di una qualsiasi patologia, la personalità dell'individuo e la sfera emotiva giocano un ruolo fondamentale". Tutto ciò lo spinge a ricercare altri metodi di cura e per questo, si avvicina alla Scuola Immunologica; diviene assistente batteriologo dell'University College Hospital ove ottiene brillanti risultati di ricerca scientifica.
Le prime scoperte e la malattia
È in questo periodo che entra in contatto con i malati cronici, con i quali intraprende la sua ricerca, sperimentando nuovi rimedi, che si dimostreranno sorprendentemente efficaci in casi difficili. Scopre, infatti, una correlazione tra l’alterazione di alcuni ceppi batterici, presenti nella flora intestinale, e le malattie croniche.
Nel 1914, allo scoppio della I guerra mondiale, Edward Bach non viene arruolato a causa delle sue precarie condizioni fisiche, ma nonostante ciò, dovrà occuparsi dei soldati, reduci dal fronte, presso l'ospedale dell'University College. Il lavoro frenetico che svolge debilita sempre più il suo fisico, tanto che nel giugno del 1917 in seguito ad un’emorragia, è ricoverato. I suoi colleghi gli diagnosticano un tumore alla milza, lo operano, ma gli danno 3 mesi di vita. Proprio a causa di questa malattia, Bach decide di abbandonare il lavoro all’ospedale. Poco dopo le sue condizioni migliorano e la prognosi infausta viene smentita: morirà 19 anni dopo, nel 1936 al compimento della sua ricerca.
L’incontro con l’omeopatia e i 7 nosodi
Alla fine del 1918 apre un proprio laboratorio a Nottingham Place e dopo qualche mese presenta domanda per un posto di patologo e batteriologo presso il London Homeopathic Hospital, dove ha modo di conoscere meglio il lavoro di Samuel Hahnemann, padre dell’omeopatia, l'altra grande branca della medicina, che si contrappone alla allopatia per una diversa concezione della malattia e dell'uso dei farmaci. Bach si trova in sintonia con quanto affermato da Hahnemann: considerare al centro il paziente e non la malattia; l'uso di preparati biologici ricavati dal paziente; e l’impiego di erbe e piante officinali, per curare le diverse patologie.
Inizia a preparare i propri vaccini in maniera omeopatica e a somministrarli per via orale: nascono così i cosiddetti "nosodi di Bach", divisi in sette gruppi. Di ogni paziente viene controllato quale tipo di batteri intestinali predomina e gli viene prescritto il nosodo corrispondente. Centinaia di pazienti vengono trattati in questo modo con ottimi risultati, non solo in Inghilterra, ma anche in Germania e negli Stati Uniti. Bach ha l'intuizione di cercare le similitudini tra le persone che hanno lo stesso tipo alterazione batterica e si accorge che riesce a prevedere quale sarà il rimedio giusto, in base agli stati d'animo del paziente, consentendogli di risparmiare esami clinici lunghi e costosi.
I 38 rimedi floreali
Pur essendo riuscito ad associare determinati batteri a specifiche personalità, ancora non si sente soddisfatto dei risultati. In Bach nasce l'idea di sostituire i nosodi con le piante, così nel settembre del 1928 si reca in Galles, e durante una passeggiata raccoglie due fiori: Mimulus e Impatiens, con cui prepara due rimedi, secondo il solito metodo utilizzato per i batteri.
Nel 1930 lascia tutto e si stabilisce nel Galles, nella antica casa dei nonni. A febbraio esce un articolo su “Homoeopathic World”, dal titolo “Some New Remedies and New Uses” (“Alcuni nuovi rimedi e nuovi usi”), che consiste in una relazione su cinque rimedi a base vegetale, di cui tre – Impatiens, Mimulus e Clematis – costituiranno la base del metodo dei rimedi floreali. Nel 1931 completa la prima serie di 12 rimedi, e pubblica il libretto "I dodici guaritori".
Vuole far conoscere a tutti il suo nuovo sistema di cura, ma i giornali non pubblicano i suoi articoli ed allora decide di fare delle inserzioni a pagamento, che gli procurano dei dissidi con il Collegio dei Medici, che lo minaccia di espulsione. Esasperato, rinuncia all'iscrizione all'ordine e al titolo di medico, sostenendo che preferisce essere chiamato un “semplice erborista”, piuttosto che abbandonare le risposte che stava trovando nella Natura. Regala a due grandi farmacie londinesi le tinture madri, purché si impegnino ad offrire i rimedi al pubblico a prezzi stracciati.
Nel giro di qualche mese completa la seconda serie, i 7 aiutanti, ed elabora il primo composto d'emergenza, il Rescue Remedy che è all'inizio formato da tre fiori. Dal 1932 al 1935 scopre gli altri rimedi, completando quindi il suo lavoro. Convinto di aver ultimato il suo sistema e di aver così concluso l'opera, decide di tenere una serie di conferenze per permettere a un pubblico un po' più vasto di venire a conoscenza della nuova terapia e delle sue scoperte. Il 27 novembre 1936 Bach muore nel sonno, lasciando all'umanità il grande dono di un sistema di cura, che avvicina l'uomo a se stesso, racchiuso nel suo “Guarisci te stesso” e sul piano ufficiale, la floriterapia è un sistema terapeutico riconosciuto dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dal 1976.
Immagine | Wikimedia