L’ambiente come terapia
L'ambiente ci condiziona a tal punto da farci perdere o guadagnare anni di vita. Ecco come il mondo in cui viviamo, tecnologia inclusa, può rivelarsi una gabbia o viceversa trasformarsi in una terapia naturale e positiva di cui è importante godere appieno e quotidianamente.
Come l'ambiente condiziona l'uomo
Quando all’Università degli Studi di Pavia appare questo convegno in bacheca non si può fare finta di niente. Che l’ambiente condizioni l’uomo, questo è fuor di dubbio: è aumentato l'interesse verso il Feng Shui, la "medicina dell'habitat", e sempre più successo lo trovano i workshop sulle forme dell'abitare, come il Vastu, lo "yoga della casa".
A ribadirlo, ora, è anche un neurobiologo, Lamberto Maffei, per anni Direttore dell’Istituto di Neuroscienze al CNR e presidente dell’accademia dei Lincei.
L’ambiente in cui animali e uomini vivono, può influire, addirittura cambiare il funzionamento cerebrale. Un ambiente arricchito porta cose buone, mentre un ambiente povero e privo di aiuti sociali e stimoli presenta un rischio molto maggiore di sviluppare disturbi e malattie.
Come spiegato in un intervista al quotidiano locale La Provincia Pavese, Maffei sostiene che l’uomo dipenda per metà dalla genetica e per metà dall’ambiente in cui vive.
Centro città: quando l'ambiente fa vivere più a lungo
Durante una sua lectio, il professore ha citato l’esempio della città inglese di Glasgow, la città più grande della Scozia, dove il medico Michael Marmot ha da poco portato avanti uno studio ripreso anche dall'Organizzazione mondiale della sanità dimostrando che vi è diversità in merito alle prospettive di vita, dal centro alla periferia.
Infatti, come evidenziato dallo stesso, nel centro della città la media è di circa 80 anni, mentre si abbassa in periferia, arrivando ai 60.
Il divario non sarebbe in questo caso solo tra ricchi e poveri, ma anche tra varie tipologie di anziani: quelli del centro città che spesso si incontrano e hanno ancora contatti con il mondo esterno e quelli isolati e chiusi in casa della periferia, soli perché magari i figli lavorano altrove, privi di stimoli positivi che riportano in vita il cervello.
L’ambiente fa sentire il suo influsso già in tenera età, in fase neonatale. Ricorda lo sudioso Maffei che “l’essere umano è un corpo in uno spazio. (…) la pioggia, il sole, gli uccelli che cantano, il suono di un clacson, sono importanti quanto le medicine e gli antibiotici”.
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State in guardia contro l'isolamento telematico
Il professore mette in guardia anche i giovani circa l’uso di cellulari e smartphone, perché di fatto sono isolati, i loro messaggi sono evanescenti.
Si preferisce usare i tasti e si considera persino l’uso della voce al telefono qualcosa di vecchio e invadente. Si rischia così di perdere la parola, e con essa l’umanità.
Una recente indagine sulle famiglie italiane dal titolo “Tempo del web. Adolescenti e genitori online”, realizzata da SOS Il Telefono Azzurro Onlus in collaborazione con Doxakids, in occasione del Safer Internet Day (SID) 2016, ha messo appunto in rilievo che gli adolescenti sono perennemente connessi, che comunicano tramite chat con i genitori, che spesso non sono consapevoli dei rischi che i propri figli possono incontrare in rete.
Il consiglio finale di Maffei è quello di fruire dell’ambiente come terapia, di non stare isolati per troppo tempo durante la giornata, in quanto può portare a diverse patologie e disturbi, come la depressione; invece è importante continuare a frequentare ambienti vivaci, godere del mondo, della natura e del contatto con gli altri, muoversi.