Il benessere della tiroide
Dal sale iodato all’orientamento sessuale, passando per la dieta e gli ormoni. Abbiamo voluto chiedere queste e molte altre domande sulla tiroide a un - quasi - endocrinologo, in questo breve tempo che lo separa dalla discussione finale di tesi. Intervista a Daniele Ceccaroni
Di Daniele conosco da anni la cura, la pazienza, la tenacia che ne caratterizzano carattere e indole. E ora che sta per diventare medico, è bello potergli fare delle domande su un tema tanto delicato quanto essenziale: il benessere della tiroide, questa - come la definisce lui - “preziosa ghiandola”. Ed è entusiasmante sapere che in futuro in molti potranno contare sulla sua serenità, dedizione, conoscenza.
Il numero delle donne che lungo la vita sviluppano un disturbo tiroideo va da 5 a 8 volte in più del numero complessivo degli uomini. Ogni anno si effettuano circa 40mila interventi chirurgici che riguardano questa preziosa ghiandola. Si fa molta confusione su questo versante, si confonde l’obesità e il sovrappeso con il malfunzionamento di una ghiandola che per gran parte della vita si può anche incoscientemente sottovalutare o ignorarne persino la sede nel nostro corpo.
Abbiamo fatto delle domande a Daniele Ceccaroni, che a breve discuterà la sua tesi all’Università di Perugia, dove ha studiato per sei anni e ora pratica tirocinio presso l’ambulatorio da circa quattro. Abbiamo voluto sentire un cervello fresco e brillante, non in fuga, impegnato su un tema che lo ha toccato da vicino (anche lui, ironia della sorte, ha subìto un intervento di tiroidectomia per patologia nodulare).
Puoi far luce con semplici parole sul morbo di Basedow-Graves? L’intervento chirurgico è l’ultima spiaggia o la prima possibilità cui si pensa?
Il morbo di Basedow-Graves è una patologia autoimmune stimolante che genera un’iper-produzione di ormoni tiroidei. La terapia specifica in questo caso è medica, la terapia chirurgica è sempre l’ultima ratio. I farmaci vanno a bloccare i principali enzimi di sintesi tra cui soprattutto l’enzima tireoperossidasi che assembla tirosina (un amminoacido) e iodio per creare gli ormoni tiroidei. Nel morbo di Basedow-Graves quando la risposta ai farmaci è buona ha di solito effetti nell’immediato.
Se però la terapia non funziona e si protrae a lungo, si può avere un'alterazione anche importante dei valori ematici di laboratorio per tossicità al fegato e si preferisce optare allora per la tiroidectomia, che di solito si effettua solo nei casi di tumore. In questi casi, per evitare questo intervento chirurgico, è possibile effettuare un trattamento laser su guida ecografica.
I farmaci per l’ipertiroidismo quindi, a differenza di quanto accade nell’ipotiroidismo, sono farmaci veri e propri con determinati possibili effetti collaterali. Per questo si compiono costanti esami di laboratorio soprattutto a livello epatico, anche perché in tanti pazienti si riscontra un aumento delle transaminasi entro i primi due anni, quindi occorre monitorare.
Questo non accade nell’ipotiroidismo, anch'esso di eziopatogenesi autoimmune, come nel caso della tiroidite di Hashimoto. L’ipotiroidismo infatti viene trattato semplicemente somministrando l’ormone tiroideo nella dose mancante, evitando così possibili effetti collaterali da sovradosaggio.
Il sistema immunitario e la quiete nella mente. Che relazione c’è?
Una relazione essenziale, strettissima. Molto frequentemente questo tipo di tiroidite emerge dopo qualche stress importante, ad esempio dopo la perdita di una persona cara o dopo traumi psicologici più o meno rilevanti, comunque a seguito di situazioni di stress. Le forme di difesa dell’organismo calano e cala così anche il controllo sulle forme precliniche, scatenandone la manifestazione vera e propria.
C’è relazione tra problemi tiroidei e infertilità?
Sì, ci può essere, ed è un nesso spesso trascurato. In caso di sospetta infertilità femminile si va subito a pensare a problemi a carico di ovaie o utero, mentre si trascura la possibilità che si tratti di tiroide, di un TSH (Thyroid-stimulating hormone, ovvero l’ormone tireotropo secreto dalle cellule dell’ipofisi anteriore) troppo alto che causa un rallentamento del metabolismo per cui diventa difficile rimanere incinta.
Di recente l'Italia sembra un paese più omofobo, in totale controtendenza col resto del mondo. Mi è capitato di parlare con dei medici convinti che la “condotta” sessuale può, alla lunga, portare a squilibri ormonali. Ma davvero l’orientamento sessuale finisce con l’intaccare l’equilibrio ormonale? O questa prospettiva è frutto di un vecchio approccio medico per cui la coppia è solo uomo-donna?
Anche in ambito medico purtroppo si trovano le stesse barriere che ci sono a livello societario. Puoi trovare il medico aperto o quello che vede nell’uomo in unione con la donna l’unica possibilità di coppia.
Per quanto mi riguarda si tratta di una delle espressioni della sessualità, una delle molte forme, non può essere demonizzata, al massimo si possono di nuovo sottolineare i rischi di maggiore trasmissibilità di HIV o herpes di tipo 2 per gli omosessuali di sesso maschile. Ma, detto questo, non esistono studi che confermino o neghino che un omosessuale sia più o meno a rischio di sviluppare tiroidite o noduli.
Si parla poco dei disturbi tiroidei per quanto riguarda gli uomini...
Per gli uomini va fatta attenzione alla formazione di forme nodulari, che possono portare a certi tipi di tumori alla tiroide maligni che se diagnosticati per tempo possono essere guariti al 100%, come nel caso del carcinoma papillare della tiroide. Quest’ultimo colpisce uomini in giovane età e si associa a situazioni ecografiche con un solo nodulo con caratteristiche precise, quali bassa ecogenicità, senza aloni, con microcalcificazioni a spot.
Sia per questo tipo di tumori che per altri come il carcinoma follicolare si è evidenziato un legame con l’esplosione nucleare Chernobyl. Dall’85 a oggi i tumori sono aumentati quasi del 42%, di cui il 58% è rappresentato dal solo carcinoma papillare; quell’evento è stato molto significativo e sarebbe importante verificare anche l’impatto del disastro di Fukushima, sarebbe una prova del nove.
Il sale iodato. Sì o no?
Sì. Studiamo regione per regione la percentuale di iodiodeficenza (carenza iodica) sul territorio italiano e il Ministero della Salute conferma che il censimento rivela una iodiodeficenza maggiore nelle zone interne del centro Italia e non affacciate alle coste, che non beneficiano dell’aria ricca di iodio. Ormai esiste la pratica di comprare il sale iodato ed è anche la prima regola nel trattamento della patologia nodulare.
Ma è possibile che lungo la vita una persona sviluppi un nodulo e questo si riassorba o si disfaccia senza che l’individuo se ne accorga?
Sì, i noduli sono processi molto dinamici. Molto in breve, quando alla tiroide manca lo iodio per creare la giusta quota ormoni che serve, si creano lacune che diventano noduli; possono esser solidi oppure misti (con componente liquida, versamenti emorragici).
È possibile che a volte le cisti si riassorbano da sole o che il nodulo di maggiore volume vada incontro a un processo autonomo dinamico di disfacimento. Anche le caratteristiche dei noduli solidi possono cambiare; in una storia ecografica di nodulo tiroideo di cui è stata verificata la natura benigna con ago aspirato, è molto probabile che questa natura non cambi.
Attenzione: è comunque possibile che le caratteristiche del nodulo si modifichino, che si creino calcificazioni, variazioni morfologiche ed ecografiche. Nel dubbio, quando si nota un qualsiasi cambiamento in questo senso, o anche un incremento del 30% delle dimensioni, meglio ricorrere all’ago aspirato, perché è l’unico esame che ci fa conoscere con certezza la natura del nodulo.
Mi dicevi che c’è un nesso tra prodotti anticellulite e i disturbi tiroidei. Puoi spiegarci meglio?
Sì, ci può essere. Molti dei prodotti anticellulite in commercio andrebbero sempre visti con una certa diffidenza, va prima valutata la composizione del farmaco, perché di fatto, anche se sono in vendita senza prescrizione, agiscono a livello del corpo in maniera considerevole. Son composti di solito da alghe marine che contengono molto iodio; applicando troppo spesso questi prodotti la pelle, che ha una sua vitalità, assorbe lo iodio e questo iodio in eccesso può andare a disturbare la funzione tiroidea.
Se assumiamo troppo iodio, la funzione della nostra tiroide viene abbassata in proporzione allo iodio che abbiamo introdotto e da ciò si crea una situazione di ipotiroidismo. Si parla in questi casi di ipotiroidismo iatrogeno. La stessa fenomenologia si ha con un farmaco usato per le aritmie, l’amiodarone, che ha una grossa carica di iodio ed è molto facile che abbia un impatto sulla tiroide.
Un consiglio da uomo e da quasi medico alle donne in relazione alla prevenzione per i disturbi tiroidei.
Mi sento di dare un consiglio valido tanto per gli uomini quanto per le donne. C’entra con la possibilità di coltivare il proprio centro e non farsi travolgere troppo dagli eventi della vita.
Le situazioni di stress si pagano caro a livello psicologico. Vengono spesso da noi persone che si sentono improvvisamente stanche e accusano cali di energia repentini cui segue lo smascheramento di patologie che sono già in corso in maniera subclinica e che poi diventano manifeste, questo tipicamente nella tiroidite di Hashimoto.
Evitare stress può sicuramente ritardare i sintomi della malattia. E poi non mi stancherò mai di dirlo - appassionatevi a questa ghiandolina così preziosa per la vita, conoscetela, capite dove sta e che funzioni ha. E controllatela. Almeno una volta nella vita andrebbe fatta l’ecografia al collo.
Dunque la tranquillità interiore gioca un ruolo fondamentale?
Sì, specie per l’ipotiroidismo. L’ipertiroidismo in qualche modo lo riconosciamo, raramente capita che sia subclinico, ha sintomi meno fraintendibili come sensazione di caldo, irascibilità, insonnia, amenorrea, fuoriuscita dell’occhio dalla sua sede fisiologica (specie se associato al fumo di sigaretta), disturbi intestinali, indebolimento dei capelli e delle unghie, perdita dei capelli, questi ultimi sintomi identici all'ipotiroidismo.
L’ipotiroidismo è molto più confondibile con una sorta di stato depressivo iniziale quando invece è la tiroide che non sta funzionando correttamente: i sintomi più frequenti sono infatti stanchezza, svogliatezza, disattenzione, tendenza alla letargia, aumento di peso, sensazione di freddo.
Credo che lo yoga e discipline orientali di questo tipo svolgano un ruolo fondamentale: la persona si conosce, prende familiarità con le parti del proprio corpo, inizia a gestire diversamente la propria vita quotidiana.
La malattia autoimmune denominata tiroidite di Hashimoto: sintomi, cause e terapie
Per approfondire
> Le ghiandole endocrine, cosa sono e a cosa servono
> Proprietà e uso del sale iodato
> Soia e salute della tiroide