La diversità come occasione di crescita
Una riflessione sulla Giornata internazionale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo, importante giornata istituita dall'Onu quanto mai attuale e decisiva per le sorti della nostra società
Il rapporto con il “diverso” è stato affrontato da noi occidentali in modo differente nelle varie epoche storiche: talvolta ne siamo rimasti irrimediabilmente affascinati, talvolta abbiamo intrapreso delle poderose imprese di avvicinamento e conoscenza, talvolta non abbiamo esitato a schiacciarlo barbaramente.
Ancora oggi la questione non è stata completamente risolta, tanto che la posizione dei governi e della cultura dominante verso “l’altro da sé” è molto scottante e ambivalente. L’Italia, in particolare, trovandosi al centro del Mediterraneo, è chiamata con particolare urgenza a trovare una risposta chiara e efficace, pena quella confusione e smarrimento che favorisce il proliferare delle correnti più chiuse e intransigenti.
Cosa rappresenta il diverso e come posso accoglierlo nel migliore dei modi a beneficio di entrambi? Quali sono le basi per un rapporto di accettazione e collaborazione nel reciproco rispetto? In che modo il sistema legislativo deve garantire diritti e doveri da tutte e due le parti?
Queste sono solo alcune delle domande sul tavolo che attendono risposta da un punto di vista politico. Eppure, esso non è l’unico: noi in quanto società civile come ci rapportiamo con la diversità? Cosa rappresenta per noi?
Ebbene, la giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo del 21 maggio è una buona occasione per rifletterci su.
Tutelare la diversità
Parlare di diversità e dialogo è quanto mai urgente, specie nell’ottica di costituire un mondo di pace e collaborazione tra i popoli, indispensabile per la sopravvivenza della nostra specie.
Il sistema di valori occidentale sta letteralmente mangiando intere aree non solo economicamente, ma anche culturalmente: spariscono lingue, tradizioni, usanze millenarie travolte dall’avanzare della cultura europeo/americana. Questa omologazione costituisce una perdita gravissima della nostra ricchezza non materiale nonché crea un’omologazione sterile e mortifera.
Si potrebbero aprire centinaia di discussioni in merito alla tutela della diversità e alle strategie attraverso le quali rapportarsi con essa. Noi possiamo intervenire da questo punto di vista per lo più in modo indiretto, ovvero attraverso le scelte che compiamo all’interno della cabina elettorale.
Nel quotidiano, nel piccolo, lì davvero siamo in grado potenzialmente di compiere una grande e significativa differenza: come?
Attraverso scelte sostenibili da un punto di vista economico, magari privilegiando prodotti locali o certificati.
Combattendo strenuamente gli stereotipi sociali e i luoghi comuni offensivi in ogni occasione e contesto.
Favorendo la conoscenza di altre culture con spirito aperto e privo di pregiudizi. Educando fin dalla più tenera età e sui banchi di scuola alla bellezza della diversità, alla sua tutela, all’inestimabile ricchezza che costituisce.
Cercando di essere, infine, adulti consapevoli, informati e razionali che, al di là delle idee politiche personali, siano esempi viventi di tolleranza, dialogo, solidarietà verso il prossimo al di là di qualunque confine territoriale, religioso o politico.
L'importanza di conoscere l'altro
Magari non tutti sono d’accordo con il nostro invito (che è poi quello delle nazioni unite) ad abbracciare uno spirito aperto e accogliente e noi non vi chiediamo di “credere” passivamente alle nostre parole.
Vi invitiamo però a costruirvi un’opinione obiettiva leggendo libri e riviste, magari approfondendo proprio quelle culture che vi risultano più intollerabili o studiando coloro che la pensano in modo diametralmente opposto al vostro.
Non per cambiare necessariamente idea, ma per avere un quadro di insieme che sia intellettualmente onesto e umanamente significativo e che si ponga, comunque, in modo sensibile e empatico seppur fermo nelle proprie posizioni.
In questo modo tutte le posizioni di pace troveranno accoglienza e saranno disposte quantomeno a dialogare con amicizia: sarebbe già un grande passo avanti.