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I benefici dello yoga sull’umore

L'umore non è solo un concetto astratto, esso è strettamente collegato alla biochimica: neurotrasmettitori, ormoni, amminoacidi. L'esercizio fisico è un ottimo strumento per mantenere un umore positivo e per ridurre stress e ansia, ma tra tutte le forme di esercizio fisico sembra che lo yoga sia il migliore.

I benefici dello yoga sull’umore

Indubbiamente, uno dei motivi per cui lo yoga ha preso così tanto piede in Occidente è la sua comprovata capacità di combattere stress, ansia e depressione, tre nemici della salute che attaccano l’umore e che in Occidente hanno trovato campo libero, diffonendosi in modo sempre più frequente.

E’ risaputo che un umore sano e alto, privo di turbamenti, abbia un forte effetto positivo sul sistema immunitario e, di riflesso, sulla salute in generale.

 

Yoga e depressione

La depressione è un disturbo psicologico piuttosto diffuso nel mondo occidentale, e ad oggi purtroppo la sua diffusione ha livelli mai toccatiprecedentemente nella storia, 10 volte piu’ diffusa di un secolo fa.

Anche il consumo di farmaci antidepressivi è ovviamente aumentato e, spesso, chi non vuol tuffarsi nel consumo di tali farmaci, deve comunque affidarsi a terapie antidepressive spesso lunghe e costose.

Yoga e meditazione risultano invece mezzi tra i più adeguati a fronteggiare questo disturbo, perlomeno quando si presenta in toni non estremi. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che la pratica dello yoga è una brillante alternativa alle pillole e che la biochimica cerebrale risponde positivamente al suo impiego.

Il neurotrasmettitore acido y-amminobutirrico (GABA) si trova in livelli molto alti in chi pratica yoga, in buoni livelli in chi passeggia regolarmente, e in scarsi livelli in chi soffre di attacchi di ansia e depressione.

L’amminoacido GABA è importantissimo per il regolare funzionamento del sistema nervoso, essendo un neurotrasmettitore responsabile dell’induzione del senso di calma, di pace, rilassatezza.

 

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Yoga e biochimica

I 3 strumenti principali usati dagli yoga classici: asana o posture, pranayama o controllo del respiro e meditazione, sembrano avere effetti molto positivi sulla regolarizzazione di varie attività biochimiche, compresa la secrezione dell’insulina, responsabile non solo di mantenere ad un buon livello gli zuccheri nel sangue ma anche parzialmente della produzione di serotonina, altro neurotrasmettitore collegato al riposo, alla rilassatezza, al piacere, ai sogni.

Seguendo ancora la biochimica, scopriremo che le cellule hanno un vero stato di rilassamento solo nella calma, nel silenzio, nella quiete, nella riduzione degli stimoli esterni; quando crediamo di rilassarci tra risate, bevute e rumore, in realtà il corpo è in uno stato di tensione biochimica, e qullo che alla fine chiamiamo rilassamento è, in realtà, una forma di esaurimento nervoso.

 

Yoga e stress

Lo stress è uno dei fattori chiave nello sviluppo della depressione e lo yoga è un naturale preventore dello stress: la lentezza dei movimenti, il rilassamento delle tensioni, la pacificazione della mente, la respirazione controllata ed efficace, il focalizzarsi sugli stimoli interni più che sugli esterni, crea le condizioni ideali per una riduzione dei livelli di cortisolo, un ormone steroideo che generalmente abbonda nei soggetti stressati e depressi.

La respirazione controllata, o pranayama, è uno dei fattori più importanti. Non solo imparare a respirare con la parte bassa dei polmoni, quindi più a lungo e profondamente, espirando l’aria stantia e inspirando nuov ossigeno in quantità, oltretutto molte posizioni delle braccia e delle spalle creano nuovi spazi per permettere ai polmoni di espandersi ulteriormente.

Una maggior capienza polmonare si traduce in una respirazione più efficiente ma anche prolungata, con un senso di calma, esattamente quello che contrasta lo stress e, in seconda battuta, la depressione.

 

Yoga e autoanalisi

Infine, lo stato di rilassatezza indotto dalla pratica dello yoga da tempo e spazio per l’autoanalisi, per una scrupolosa visione delle radici delle proprie paure, delle proprie ansie, delle proprie idiosincrasie, in una sorta di stato pacificato e rilassato, un bozzolo di distacco e autocomprensione che aiuta ad andare a fondo alle questione che urtano e bruciano.

In questo, gli esercizi di visualizzazione tipici delle tecniche meditative che accompagnano le asana e il pranayama sono di estremo aiuto.

 

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