Vivere l'allenamento come una meditazione zen
Correre come meditare. Fare esercizi (anche ripetitivi) senza andarsene via con la mente né con la respirazione, ma restando presenti, vuoti (ovvero pronti alla pienezza) e sereni. In altre parole "Corpo che pensa, mente che danza", menzionando un grande libro di Chungliang Al Huang e Jerry Lynch
L'allenamento per il corpo a volte viene vissuto come una sofferenza. O un modo troppo arduo per mettersi in gioco. Ritrovarsi davanti allo specchio con quel rotolo in più e pensare che l'estate è vicina. Patire la competizione (inutile), ma che spesso inevitabilmente scatta col vicino di tapis roulant. E se si tratta di competizione sana, ben venga, ma se il modo con cui giudicate gli altri è pesante quanto quello con cui giudicate voi stessi allo specchio, tra righe e borse sotto gli occhi e cuscinetti o "ali di pollo" sotto le braccia, allora non ci siamo.
L'allenamento è sacro, state ridefinendo il vostro corpo. Dovete immaginarvi pittori che lasciano segni importanti sulla tela. C'è da iniziare da zero in ogni momento, senza avere aspettative per risultati che arriverano, ma che arriveranno prima qualora deporrete ogni proiezione che crea ansia.
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Il piegamento consapevole, la flessione meditativa, il freerunning
Sii presente a ogni respiro. Non fare che la tua attenzione vaghi per la durata di un solo respiro. Ricordati di te stesso sempre e in ogni situazione. Riusciamo a farlo ai prossimi hundreds o crunch del Pilates?
Conviene lottare con tutti i pensieri estranei. Tieni la tua mente su ciò che stai facendo, sia esternamente che internamente.
Anche la corsa può diventare un'occasione per essere presenti a se stessi sentendosi connessi con il resto. Prendiamo in prestito un ingrediente prezioso: un estratto di filosofia yogica di colui che ha sviluppato lo yoga integrale: "Cercate di realizzare la forza che è in voi, cercate di farla uscire; in tal modo vedrete che tutto ciò che fate non viene da voi ma da quella verità che sta dentro voi...perché non siete voi, ma qualcosa all'interno di voi." (Sri Aurobindo, 1872-1950). Non è un caso che ci sia chi, come Tite Togni, ha unito la corsa allo yoga nello Yoga for Runners.
In questa direzione va anche il libro di Sébastien Foucan, "Freerunning. Trova la tua strada" (Edizioni Socrates, Roma 2010): “La vita è movimento e ritmo. Ma puoi trovare il ritmo solo ascoltando il tuo corpo ed esercitandoti, finché riuscirai a fare quello che fai senza pensarci”
E ancora, fare le trazioni, i piegamenti e le flessioni o altri esercizi di ginnastica restando nel momento presente, senza andare altrove.
Buon allenamento, ricordando che diventare forti non è qualcosa che ha tanto a che vedere con l'esibizione dei muscoli, ma piuttosto con la forza interiore, che si costruisce attraverso la costanza, l'ironia, la disciplina e l'equilibrio, nella dieta e nella gestione delle relazioni. Qualcosa verso cui tendere. Senza l'ansia di doverlo fare in un tempo determinato. Con la passione per l'alternanza, il corpo che pensa e la mente che danza...