Dieta chetogenica, quando è utile?
Vi sono alcuni stili alimentari che possono funzionare addirittura come terapia non farmacologica. Non stiamo parlando di diete "da ombrellone" ma di un protocollo nutrizionale: la dieta chetogenica.
Analizziamo nel dettaglio uno schema alimentare nato principalmente per scopi terapeutici e solo in alcuni casi utilizzato - sotto stretto controllo medico – come regime dimagrante.
Si tratta della dieta chetogenica, utilizzato da parecchi decenni come supporto alla terapia di alcune patologie anche molto complesse. Affidiamoci alla medicina per scoprire quando è utile la dieta chetogenica.
Dieta chetogenica: quando è utile?
Le prime osservazioni cliniche risalgono agli anni 20 del ‘900, quando per la prima volta si notò che il digiuno contribuiva a sedare le crisi epilettiche.
Gli approfondimenti successivi evidenziarono che durante il digiuno il fegato produce delle molecole, i corpi chetonici, per sopperire alla mancanza di zucchero.
I corpi chetonici diventano in queste situazioni il “carburante” per il cervello. Numerose ipotesi sono attualmente allo studio per definire il corretto meccanismo d’azione, nel contempo si è messa a punto un’alimentazione che potesse stimolare la produzione di corpi chetonici al pari del digiuno: la dieta chetogenica.
Le linee guida italiane e internazionali ormai considerano la dieta chetogenica un vero e proprio trattamento non farmacologico efficace per i pazienti affetti da epilessia per i quali si sono verificate resistenza ai farmaci oppure una serie di effetti collaterali non tollerabili.
Esistono ora parecchi altri campi di applicazione nei quali la dieta chetogenica sta fornendo risultati terapeutici significativi: si tratta in generale delle situazioni cliniche in cui è utile avere delle molecole alternative al glucosio come “carburante” per le cellule cerebrali.
Di eseguito le principali patologie che traggono giovamento terapeutico dalla dieta chetogenica:
> Epilessia, come visto sopra.
> Malattie metaboliche con difetto della molecola trasportatrice di glucosio al cervello (tramite quella che si definisce “barriera emato-encefalica”): per queste patologie la dieta chetogenica è l’unico trattamento esistente e va iniziata il prima possibile per supportare la crescita cerebrale corretta.
> Al momento sono in fase di valutazione le indicazioni terapeutiche della dieta chetogenica in numerose patologie neurodegenerative quali: morbo di Alzheimer (AD), la malattia di Parkinson, la sclerosi laterale amiotrofica.
> Patologie tumorali: sono iniziati numerosi trials clinici sull’uomo che permetteranno di valutare la dieta chetogenica come opzione terapeutica in oncologia, indipendente o a supporto di radioterapia e chemioterapia. La base scientifica risiede nella dipendenza completa di alcune cellule tumorali dal metabolismo del glucosio e nella conseguente incapacità delle cellule tumorali di usare i corpi chetonici. L’ipotesi, detta in parole povere, sarebbe quella di “far morire di fame” le cellule tumorali.
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Dieta chetogenica: cos’è?
La dieta chetogenica è un sistema alimentare particolare che spinge l’organismo alla formazione di molecole acide quali il beta-idrossibutirrato, l’acido acetacetico e l’acetone, detti nel complesso “corpi chetonici”.
La dieta chetogenica - opportunamente prescritta e personalizzata dal medico o professionista sanitario – prevede in linea generale l’assunzione di una quantità di grassi giornaliera pari a circa 4 volte quella delle proteine e dei carboidrati, con un apporto giornaliero di carboidrati limitato a poche decine di grammi.
Nella dieta chetogenica infatti i grassi rappresentano circa l’87-90 % delle calorie e gli zuccheri meno del 5%.
Attenzione: è vietato in modo assoluto il “fai da te” poiché in condizioni fisiologiche si ritiene necessario introdurre una quota di carboidrati per svariati motivi:
> Per prevenire un eccessivo catabolismo delle proteine corporee;
> per evitare un accumulo dannoso di metaboliti come i corpi chetonici;
> perché l’eliminazione completa degli alimenti fonte di carboidrati comporta carenze di vitamine, minerali e fibra alimentare che vanno opportunamente fornite con adeguati integratori.
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