La frutta di marzo, gli ultimi agrumi
Anche se l'inverno è alla fine, a marzo possiamo assaggiare ancora gli ultimi agrumi: limoni, arance, pompelmi e qualche frutto più esotico come la limetta o lime. Scopriamo insieme le proprietà e gli usi in cucina di questi splendidi agrumi.
di Mira Tonioni
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Marzo, a cavallo tra inverno e primavera, è senz'altro l'ultimo momento per apprezzare gli agrumi presenti in molte varietà come prodotti agricoli di ottima qualità Italiana.
I più conosciuti e consumati sono l'arancia, il mandarino e il limone ma, cercando ben bene, è possibile iniziare ad apprezzare anche altre specie del genere Citrus.
Si ritiene che le tre specie “capostipiti” di questo genere siano il mandarino, il pompelmo e il cedro: tutti gli altri agrumi non sarebbero altro che sottospecie o ibridi.
Originari del Sudest Asiatico, in un'area tra Myanmar, Bengala e la provincia cinese dello Yunnan, sono coltivati oggigiorno in tutti i continenti.
Storicamente apprezzati come risorsa di vitamina C, hanno anche un apprezzabile contenuto di altre vitamine (la vitamina D, quelle del gruppo P, la pro-vitamina A), pectina, antiossidanti, elementi come magnesio, selenio, potassio e numerosi terpeni, primo fra tutti il limonene.
Vediamo una carrellata di agrumi ancora ottimi da gustare a marzo: arancia, limone, lime e pompelmo, senza dimenticare che in questo mese possiamo trovare ancora le ultime mele, pere, kiwi e la frutta oleosa (noci, nocciole, mandorle, arachidi, noccioline, pistacchi, pinoli, ecc...) ed esotica che arriva tutto l'anno dai paesi più lontani.
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L'arancia dolce è senz'altro considerato l'agrume per antonomasia conosciuto per la sua ricchezza di vitamina C.
Benché USA, Brasile, Cina, Messico, India e Spagna ci superino in produzione, il Sud dell'Italia può ancora considerarsi una culla storica di questo frutto importato da Oriente.
Generalmente, a seconda del colore della polpa, si definiscono bionde o rosse (pigmentate dagli antociani), che a loro volta si dividono ulteriormente in varietà adatte al consumo fresco ed altre all'estrazione del succo.
L'ideale sarebbe mangiarne ogni sua parte, compresi buccia e albedo (oltre a contenere numerose vitamine, aiutano a depurare stomaco e intestino contrastando alcune forme tumorali).
Dall'arancia dolce viene estratto anche un olio essenziale dall'azione rilassante
L'arancia amara (Citrus × aurantium) è più ostica da assumere fresca della sua cugina dolce e generalmente viene apprezzata sotto forma di succo o marmellata (oppure cucinato prima che maturi del tutto, come in certe cucine asiatiche).
Tuttavia si utilizza maggiormente in farmacologia e in cosmesi, poiché il suo particolare olio essenziale ha proprietà che spaziano da quella antisettica a quella antidepressiava, senza dimenticare che favorisce l'appetenza e aiuta in certe forme di psoriasi.
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Del limone (ibrido tra arancia amara e cedro) si utilizza ogni parte: buccia, semi e albedo per l'estrazione dei preziosi terpeni, la polpa in cucina e per l'estrazione del succo.
Da secoli le massaie lo utilizzano come “agente igenizzante artigianale” e ne conoscono le capacità sgrassanti, disinfettanti, deodoranti, antimicotiche, antibatteriche e insetticide.
Il limone ha alti contenuti di vitamina C ma anche delle vitamine del gruppo B, di calcio, fosforo, potassio e vitamina J. Gli acidi citrico, malico, ascorbico sono particolarmente concentrati in questo frutto.
Un popolare uso per mantenersi in forma è l'assunzione di un mezzo limone spremuto ogni mattina in un bicchiere di acqua tiepida bevuto al risveglio.
Risulta essere un vero toccasana che mantiene il corpo in salute grazie alle sue funzioni di drenaggio, in particolare dalle tossine (detossificante) e regolarizzazione dell'intestino, rinforza il sistema immunitario, aiuta la perdita di peso con attività diuretica e ha un'ottima azione alcalinizzante su tutto l'organismo!
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Il lime, o limetta, o key lime (Citrus × aurantifolia) ha la particolarità di crescere bene nei climi subtropicali, per questo in quelle aree ha sostituito il limone in cucina, e pur contenendo meno vitamina C, ha una sfumatura più marcata di sapore che lo rende adatto per piatti e bevande.
Come il limone, anche questo frutto è un forziere di vitamine e sali minerali, al punto da fungere come perfetto integratore naturale e da scudo contro alcune forme tumorali.
In Africa alcuni studi hanno riportato che l'uso quotidiano nelle ricette in cucina del lime ha contribuito a ridurre l'insorgenza del colera grazie alla presenza di sostanze quali alcuni flavonoidi ad azione antibiotica.
Contiene inoltre sostanze ad azione antinfiammatoria utili per ridurre i rischi nei casi di malattie croniche con infiammazioni ed inoltre l'alta presenza di vitamina C aiuta a fortificare il sistema immunitario.
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Di taglia più grande degli altri agrumi, il pompelmo (Citrus × paradisi) somiglia ad una grossa arancia dal gusto apprezzabilmente amarognolo.
È molto succoso, ha buccia fine e poco albedo, prestandosi così alla perfezione per la spremitura e l'estrazione del succo.
Questo ibrido proviene dalle Antille, probabilmente dalle Barbados, dove furono importati semi di pomelo dalla Cina lasciandoli incrociare poi selvaticamente con gli aranci. A inizio secolo una sua varietà (il pompelmo rosa) ha incontrato il favore dei consumatori per via della sua minore acidità.
Ricchissimo d'acqua, contiene le vitamine C, B, E, potassio, fosforo, magnesio, calcio. Sono note le interazioni di certi suoi terpeni con droghe e farmaci, per cui si tende a sospendere il consumo in caso di trattamenti farmacologici.
Il pomelo (Citrus maxima) è uno dei genitori del pompelmo ed è il più grande tra gli agrumi.
Spesso periforme, ha un alto contenuto di oli essenziali e una buccia particolarmente dura e spugnosa. Può essere apprezzato meglio se i singoli spicchi vengono spellati del tutto in modo da liberare la “carne”, per niente amara.
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