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Intolleranza al lievito

Ci sono fenomeni di malessere facilmente etichettati come "intolleranza". Posto che la medicina ha una posizione scientifica ben precisa in merito, l'origine delle "intolleranze" non va cercata nel cibo ma nel nostro corpo.

Intolleranza al lievito

In natura, funghi e lieviti non sarebbero proprio la nostra principale fonte di cibo: gli animali ne consumano raramente, in quantità limitate e solo in assenza di altri alimenti. Insomma sono “di scorta”.

Purtroppo invece nella nostra cultura le farine e il lievito per lavorarle sono diventati al base dell’alimentazione. Sarà anche per questo che il nostro corpo a un certo punto “si ribella”? Partiamo da qui per conoscere meglio quella che si definisce intolleranza al lievito.

 

Intolleranza al lievito: cos’è

Prima di tutto una precisazione sui termini: dal punto di vista scientifico le intolleranze alimentari sono solo quella al glutine (celiachia), il favismo e quella al lattosio, che è provocata da una carenza enzimatica. In tutti gli altri casi di reazione avverse al cibo, si potrà parlare più propriamente di “infiammazione da profilo alimentare”.

Di cosa si tratta in caso di "intolleranza al lievito"? Prima di tutto, cosa sono i lieviti? Il classico lievito di birra per il pane e i prodotti da forno è il mocroorganismo Saccharomyces cerevisiae, mentre il lievito naturale, base del “lievito madre” e si ottiene lasciando fermentare della pasta fresca a base di farina e acqua, con Saccharomyces e altre specie di lieviti e vari batteri non patogeni.

L’intolleranza al lievito si manifesta anche con l’assunzione di determinati formaggi (per esempio gli erborinati o quelli con la crosta edibile) e cibi fermentati.

Si può pertanto ipotizzare una reazione gastrointestinale al consumo eccessivo di alimenti lievitati o fermentati, che comprendono sia pane, pizza e dolci che formaggio: non si tratta di vere e proprie allergie poiché nell'intolleranza al lievito i valori degli anticorpi IgE non sono modificati, ma pare da recenti studi che con siano comunque degli squilibri nella produzione di altre cellule e sostanze del sistema immunitario (IgG).

Spesso in presenza di “intolleranze” a vari alimenti la causa scatenante è da cercarsi nell’intestino: se la parete intestinale non è compatta come dovrebbe, alcune molecole provenienti dagli alimenti la potrebbero attraversare, entrando nel nostro organismo e scatenando la risposta del sistema immunitario.

Si può capire però che in questo caso non va “investigato” solo il tipo di cibo, ma soprattutto la salute dell’intestino.

L’intolleranza al lievito si può manifestare in concomitanza o dopo l’assunzione di determinati alimenti (dei quali sarà opportuno fare una accurata lista) con differenti modalità transitorie e strettamente legate all’assunzione dell’alimento:

> gonfiore addominale;

> intestino irregoare, con stipsi o diarrea;

> flatulenza;

> bruciore di stomaco;

> stanchezza;

> disturbi del sonno;

> nervosismo.

Se invece i disturbi persistono per lungo tempo, è importante rivolgersi al proprio medico per escludere la presenza di alcune malattie gastrointestinali.

 

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Intolleranza al lievito: cure naturali

Come visto sopra, in caso di reazioni infiammatorie dopo l’assunzione di cibi, ci sono più vie da percorrere:

> Individuare gli “alimenti scatenanti”: pane, grissini, fette biscottate, biscotti, cracker, dolci, birra ma anche yogurt, formaggi, aceto, salsa di soia, maionese, dadi da brodo, i funghi e i formaggi che contengono muffe come il gorgonzola.

> Effettuare una dieta di eliminazione togliendo temporaneamente gli alimenti scatenanti

> Avere cura dell’intestino, ripristinando la corretta flora batterica mediante l’utilizzo di ceppi batterici precisi e mirati

Solo in secondo momento, quando l’intestino avrà riacquistato la sua salute e il suo equilibrio, potranno essere reintrodotti gli alimenti, in piccole quantità. E anche in seguito il loro consumo dovrà essere moderato.

 

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