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L'olio di pesce

L’olio di pesce fa bene o fa male? Stiamo contro i vegetariani o dalla loro parte in questo caso? Dove trovare allora l'omega-3? Cerchiamo di scoprire tutti i pro e i contro di questo prodotto

L'olio di pesce

L'olio di pesce è la più generosa fonte alimentare diretta di omega-3, in particolare di acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), grasso buono di cui il nostro organismo ha bisogno; in realtà, questi acidi grassi possono anche essere sintetizzati nell'organismo a partire da un omega-3 precursore, l'acido alfa linolenico, particolarmente abbondante nei semi di lino e in tanti semi oleosi come noci, nell'olio di canola, di soia e di canapa.

 

Da dove deriva l’olio di pesce?

L’olio di pesce non è altro che il grasso buono contenuto nel pesce. I grassi vengono accumulati e provengono dalle microalghe o dagli animali di cui i pesci si nutrono, sono grassi che contengono elevati dosi di omega-tre.

 

Perché fa bene l’olio di pesce?

Anzitutto l’olio di pesce, grazie alla presenza degli acidi grassi polinsaturi omega-3, abbassa i livelli dei trigliceridi, quindi di colesterolo, apportando anche benefici alla pressione arteriosa, dunque è ottimo per chi soffre di ipertensione, alla fluidità del sangue e all’apparato cardiocircolatorio in genere, e contribuisce a ridurre i fenomeni infiammatori, come l’artrite reumatoide, la dermatite atopica e dolori causati da forti infiammazioni; non avrebbe però effetti evidenti sulle funzioni cerebrali e cognitive delle persone anziane, come dimostravano un paio di anni fa i ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine.

Mentre sì, gli omega-3 influiscono sull’umore: alcune sperimentazioni effettuate all’università di Pittsburgh (Usa), avrebbero notato, a seguito dell’assunzione di omega-3,  un aumento di volume di quelle zone del cervello collegate alla gestione delle emozioni, che nelle persone depresse o con disturbi del comportamento risultano invece ridotte. Di omega-3 bisognerebbe consumarne circa 2,5/3 grammi al giorni. Il che vuol dire 2 o 3 volte il pesce a settimana oppure, per chi è vegetariano, olio di lino, semi di lino e noci assunti quotidianamente.

 

Dove si trova l’omega-3?

L’omega-3 è abbondante in particolari alimenti come, appunto, nell’olio di pesce, come si è visto. Si tratta di prodotti ittici: aringhe, sardine, alici, cozze, orata, sogliola, tonno, merluzzo e salmone.

Attenzione però a pesci che accumulano tossine; pesce spada e verdesca in particolare possono contenere i dannosi diossina e mercurio. Dal momento che sostanze tossiche come la diossina e alcuni pesticidi sono liposolubili, si ritrovano in buone concentrazioni anche nell'olio di pesce, per cui bisogna fare molta attenzione.

Va considerato che l’omega-3 è presente anche in altri alimenti: verdure a foglia verde, per esempio l'insalata valeriana, le noci, i semi di lino, i semi di chia, l’olio di colza e di soia. Anche l'utilizzo di aromi secchi (rosmarino, origano, basilico, salvia), semi di zucca, portulaca, alghe contribuisce, ma non è sufficiente a garantire il fabbisogno di omega-3. I semi di lino vanno ben masticati o meglio frullati, per evitare che arrivino intatti nel tubo digerente ed eliminati come tali. Sempre meglio integrare con un paio di cucchiaini di olio di lino e 60 grammi di noci al dì.

Curiosità: l'olio di krill, i minuscoli crostacei che prosperano nelle acque gelide dell’Antartico, avrebbe quantità ancora più elevate di omega-3!

 

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Per approfondire:
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Immagine| Fotopedia