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Il peperoncino, alleato del fegato

Il peperoncino lo conosciamo per la sua azione piccante ma forse non sappiamo che è un ottimo alleato del fegato. Scopriamo come agisce il principi attivo, la capsaicina, e quali benefici dona al nostro organo emunture

Il peperoncino, alleato del fegato

Che il peperoncino facesse bene era cosa già nota, sia la medicina ufficiale che la tradizione popolare concordano nell'attribuire a questo alimento varie proprietà, specie quando consumato essiccato, visto che nelle sue polveri tutti i principi si concentrano ulteriormente.

L'alto contenuto di vitamina C e di carotenoidi lo rende un ottimo antiossidante (il suo consumo quotidiano ha una rilevante influenza sulla prevenzione di alcune forme tumorali, ed è quindi considerato anticarcinogenico), inoltre la capsaicina ha proprietà rubefacenti, aperitive e digestive, oltre a funzionare di blando analgesico.

La capsaicina e i vari flavonoidi contenuti nei frutti del peperoncino sono inoltre antibatterici, rendendo così la spezia un elemento importante per la conservazione dei cibi, specie in fasce climatiche dove il caldo e l'umidità si fanno sentire.

Inducendo la secrezione di muco funge da anticongestionante e aiuta l'evacuazione delle feci, ed è in grado di regolare il colesterolo.

 

Effetti della capsaicina sul fegato

La novità è che recenti studi presentati all'ultimo Internationl Liver Congress sembrano dimostrare gli effetti positivi della capsaicina abbia  sul fegato, specie nel guarire le lesioni epatiche e nel prevenire la fibrosi epatica.

Tali studi rivoluzionerebbero quanto fin'ora riconosciuto dai precedenti studi in materia, in quanto era ritenuto che un eccessivo consumo di capsaicina avesse invece effetti collateralli proprio a carico di fegato e reni.

Il paradosso è che se da un lato pare essere collegata all'insorgenza di metaplastie e carcinomi (anche se sempre in concomitanza ad altri fattori, come ad esempio la sovresposizione ai raggi UV), dall'altro dimostra di essere in grado di prevenire le stesse patologie: necrosi, infiammazioni, tumori al fegato, ai reni, al cavo orale, alla faringe e allo stomaco.

Probabilmente il segreto risiede nella massima di Paracelso: la dose fa il veleno. Grazie ai recenti studi la corretta dose giornaliera di capsaicina (nello specifico assunta in capsule) si è dimostrata essere tra i 30 e i 120 mg per le persone adulte. In questo modo si trarrebbe giovamento solo degli aspetti positivi di questo insostituibile alcaloide.

 

Accelera il metabolismo con il peperoncino

 

Cos'è la capsaicina

Perché tutto questo interesse attorno alla capsaicina? Come detto è un alcaloide, ed è il responsabile della piccantezza nei frutti di alcune solanacee come i peperoni e i cosiddetti peperoncini. Ma questa piccantezza, che in realtà è un'irritazione, oltre a risultare piacevole a molti esseri umani, ha dimostrato diverse proprietà positive, tra le quali antinfiammatorie, antitumorali, analgesiche, antibatteriche.

Una volta scoperta e isolata all'inizio del 1800, ne sono stati studiati i livelli di tossicità ed è stata sintetizzata. Per calcolare la piccantezza di cui è responsabile è stata inventata la Scala di Scoville, scala di misura basata sull'unità Scoville, grazie alla quale si determina il grado di piccantezza delle singole specie che possono andare dallo 0 del peperone al 16.000.000 della capsaicina pura.

 

Origine e storia del peperoncino

Il peperoncino è oggigiorno un alimento universale e quasi onnipresente. Se alcune cucine ne tollerano ogni tanto l'uso come spezia, altre non potrebbero esistere senza.

Paesi come il Sud Est Asiatico, la Cina, l'India, le due Coree, l'Indonesia, tutta l'America Latina e il Centro America, gli Stati Uniti del Sud, i paesi Arabi, l'area Mediterranea e i paesi Africani, fanno un largo consumo di peperoncino.

Tuttavia, prima della scoperta delle Americhe, il suo uso era limitato ai Nativi centroamericani, che lo chiamavano appunto "chili". I conquistadores e i frati cristiani, spesso provetti botanici, intravidero il potenziale di tale pianta e la portarono nel Vecchio Mondo.

Da lì al venir trasportato per le varie colonie esotiche delle potenze europee il passo fu breve: India, Cina e Africa giovarono di questo dono facendolo proprio.

 

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Per approfondire:

> Peperoncino: proprietà, uso, valori nutrizionali

> Peperoncino: in semi o in polvere?

> Come usare il peperoncino