Probiotici: è tempo di fare chiarezza
I probiotici sono una bufala o fanno bene? Come spesso accade, il giusto sta nel mezzo: ecco le ultime dal micromondo che ospitiamo!
Probiotici: sì o no?
Sono sempre più gli studi portati avanti da ricercatori stranieri e italiani in merito al "microbioma", ovvero tutti i batteri presenti all'interno del corpo umano.
In particolare la ricerca mira a scoprire tutte quelle relazioni che legano i vari microrganismi al concetto di benessere dell'organismo che li ospita. Ma attenzione, la domanda sorge spontanea: tutti i batteri fanno bene?
Se la riposta sembra essere sì per alcuni - infatti sempre più studi dimostrano come i probiotici possano curare vari problemi, oltre ai disturbi legati all'intestino, ovvero dalle allergie, disfunzioni al sistema immunitario, alle disfunzioni metaboliche, endocrine, enzimatiche o anche al sistema nervoso (Alzheimer) - per altri probiotici rimane ancora un velo di incertezza, per non dire dubbio vero e proprio.
Secondo i massimi esponenti è qui che bisogna lavorare e fare chiarezza, nel vasto mondo dei microrganismi meno noti e di come si parla di essi: per dire che un materasso contiene probiotici che fanno bene all'organismo, bisogna essere davvero precisi nell'argomentare!
Quando e come assumere i fermenti lattici vivi?
I probiotici sono ovunque
Oggi i probiotici si trovano dappertutto, dalla cosmesi ai prodotti per la bellezza, per la casa, persino per gli animali! Come mette in rilievo un articolo apparso su Nature Reviews, sul mercato esistono davvero molti prodotti che dicono di contenere probiotici, pubblicizzati in varie parti del mondo.
Sempre secondo biologi ed esperti intervistati dalla rivista scientifica, dovrebbero essere però delineati criteri ben precisi per poter assegnare l'etichetta "probiotico", criteri che partono dalla ricerca, dalle nuove scoperte a arrivano in modo chiaro al consumatore.
Per questo, circa un anno fa, l'International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics (ISAPP) ha aperto il dibattito sui probiotici e prebiotici, le linee guida e il loro utilizzo. In particolare in merito alla loro regolamentazione sul mercato e alle linee guida indispensabili per il consumatore, norme e diciture che siano in grado di illustrare le differenze tra un probiotico e l'altro rispetto ai prodotti presenti sul mercato.
Secondo Isapp è anche arrivato il momento di rivisitare il concetto di probiotico, dandone una definizione più appropriata e attuale. La nuova nuova ri-definizione classifica i probiotici come "microrganismi viventi che, quando somministrati nelle corrette quantità, conferiscono benefici di salute all'organismo che li ospita".
Cosa sono i fermenti lattici vivi?
Il fatto che sia stata introdotta la parola "viventi" fa la differenza: spesso si trova infatti il termine probiotico riferito a prodotti come materassi (che conterrebbero probiotici "buoni" in grado di eliminare i batteri cattivi), shampoo, disinfettanti, dopobarba e così via, la cui efficacia e "vitalità" (intesa qui come capacità di sopravvivere nel tempo) dei microrganismi non sempre è comprovata al 100%.
Per questo motivo, in alcuni paesi dell'Unione Europea, il termine probiotico è stato ristretto solo a determinati prodotti, onde evitare incomprensioni da parte del consumatore.
Come l'italia vede i microrganismi
L'Italia e il Canada, per esempio, hanno accettato i probiotici Bifidobacterium e Lactobacillus come gruppo di microrganismi di cui si ha una conoscenza approfondita e che apportano generali benefici all'organismo, senza andare oltre.
Da più di trenta anni, l'Italia conosce l'uso di batteri benefici, somministrati come supplemento o ingrediente negli alimenti, usati per migliorare le funzionalità intestinali. C'è da sottilineare anche il fatto che l'Italia riveste un ruolo molto importante nella ricerca sui probiotici a livello mondiale, grazie alle abilità di ricercatori e professionisti del settore e all'efficacia della produzione.
In conclusione, pare proprio che una classificazione tra i vari probiotici sia indispensabile, in quanto non sono tutti uguali e l'attività biologica dipende dal ceppo a cui un probiotico appartiene. Praticamente, per il consumatore, è indispensabile poter andare a fondo sull'argomento, rivolgendosi ad esperti, nutrizionisti, medici prima di adottare il fai da te in questo campo.
Il rischio è infatti quello che un probiotico, invece di assolvere alla funzione che magari ci si aspetta, può dare risultati deludenti o addirittura opposti a quelli desiderati: una festa di microrganismi anarchici che si moltiplicano nell'intestino non sempre è cosa buona!
Per approfondire:
> Antibiotici o probiotici: il dilemma sui fermenti lattici
> Probiotici e fermenti lattici, che differenza c'è?
> Kanji, il probiotico indiano