Fatichi a prendere sonno? Prova la melissa
Per quelle forme di insonnia iniziale, dovute a pensieri circolari, agitazioni, ansie, stanchezza eccessiva e tensione, la melissa è un rimedio di grande aiuto.
Sin dal Medio Evo la melissa era indicata come elisir antiisterico e nel trattamento delle convulsioni per le sue eccezionali proprietà sedative, i Carmelitani Scalzi distillavano la famosa acqua di melissa, con la quale curavano soggetti affetti da crisi nervose.
Scopriamo come usarla contro l'insonnia.
Le proprietà della melissa contro l'insonnia
Per difficoltà a prendere sonno (insonnia iniziale), dovute a condizioni di stress, può rappresentare un valido rimedio grazie ai suoi olii essenziali, come citronellale, citrale, linalolo e geraniolo che agiscono su stati ansiosi, agitazioni, irrequietezze e irritabilità, con effetti calmanti e riequilibranti del sistema nervoso centrale.
Anche l’essenza di melissa, utilizzata nell'aromaterapia, agisce sul sistema limbico con effetti neuro-distensivi. Gli effetti benefici della melissa si riflettono anche sulla muscolatura liscia, con azione spasmolitica e distensiva.
Calma il nervosismo muscolare da stanchezza e sovraeccitazione, svolgendo effetto miorilassante.
Ecco come preparare la tisana alla melissa
La melissa: come assumerla
La melissa è una pianta officinale dal profumo e dal gusto molto gradevole, il suo utilizzo è declinabile in modo molto vario e può essere assunta sotto forma di:
- Tisana: 5 gr in acqua calda, da assumere dopo cena o prima di coricarsi.
- Tintura Madre: 30-40 gocce da assumere prima di coricarsi
- Estratto secco: 1 capsula da 1 a 3 volte al giorno
- Olio essenziale per uso esterno: 2 gocce sulle tempie o 5 gocce in un diffusore. L’essenza è in grado di provocare torpore e accompagnare al sonno.
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Controindicazioni della melissa
L’uso della melissa prevede alcune avvertenze per coloro che soffrono di disfunzioni tiroidee, poiché questa erba officinale può inibire la secrezione del TSH, l'ormone tiroideo, a causa dell’acido rosmarinico che contiene.
Se ne sconsiglia l’uso anche in gravidanza e durante l’allattamento.
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