Melissa: effetti collaterali
La melissa (Melissa officinalis) è una pianta officinale appartenente alla famiglia delle Labiateae. Il nome deriva dal greco, meli, che significa miele, per indicare, probabilmente, il profumo della pianta che attira le api. Oggi è conosciuta per le sue proprietà antispasmodiche e antinfiammatorie, ed è utilizzata nella cura di molti disturbi. Scopriamo le caratteristiche e gli effetti collaterali della melissa.
Melissa: caratteristiche e proprietà
La melissa è una pianta erbacea perenne dal portamento cespuglioso. Il fusto è quadrangolare e peloso, le foglie sono picciolate, ovali e pelose, i fiori, a forma di calice, hanno una leggera sfumatura rosa pallido.
Dalle foglie di melissa si estrae un olio essenziale, molto utile in caso di ansia. Inoltre, la pianta di melissa, ha un’azione antispasmodica, antinfiammatoria e carminativa utile contro dolori mestruali, nevralgie, disturbi della digestione, nausea, flatulenza crampi addominali e colite.
L'estratto di foglie fresche di melissa possiede attività antivirale, dovuta alla presenza di acidi polifenolici e polisaccaridi, utili nella cura dell’Herpes simplex.
Gli effetti collaterali della Melissa
La melissa può presentare un particolare effetto collaterale noto come effetto paradosso. In caso di assunzione eccessiva, infatti, la melissa può determinare un effetto opposto a quello desiderato, causando quindi ansia e agitazione.
Inoltre la melissa è controindicata in caso di pazienti con disturbi della tiroide, come l’ipotiroidismo, e il suo olio essenziale è da evitare in caso di glaucoma, perché può aumentare la pressione endoculare.