Canaparliamone: usi della canapa e disinformazione in Italia
Canaparliamone è un programma radiofonico sulla canapa creato da 4 amici, dei quali intervistiamo Elena Pietrogiovanni. L'idea è maturata dopo l'esperienza di video-interviste in occasione dell'Indica Sativa Trade di Fermo del giugno scorso. Approfondiamo con lei l’uso in campo edilizio, alimentare e terapeutico della canapa e lo stato dell’arte dell’informazione in Italia sul tema
"Canaparliamone" è un progetto radio di 3 puntate, nato dall’energia di 4 amici decisi ad arginare la disinformazione in tema di uso, o meglio, usi della canapa.
In queste puntate che è possibile reperire alla pagina facebook Canaparliamone, si approfondisce la realtà industriale, alimentare e terapeutica della canapa in Puglia.
L'obiettivo è diffondere consapevolezza attraverso i mezzi di diffusione di massa sulle reali proprietà e gli svariati utilizzi della cannabis.
Questi ragazzi stanno muovendo le loro energie verso proposte, domande rivolte alla gente, e danno voce a chi ha qualcosa di valido da dire sul tema. Il progetto nasce dall'esigenza di colmare l'ignoranza e la disinformazione, generati da quasi un secolo di proibizionismo. Abbiamo fatto a Elena Pietrogiovanni alcune domande e ottenuto sorprendenti risposte.
La disinformazione sulla canapa credi che in Italia sia più inerente al suo uso in ambito terapeutico, all’uso alimentare o industriale/artigianale?
La disinformazione è ancora troppo diffusa, direi in tutte le fasce di età e reddito. Una buona metà degli intervistati ergeva un muro al solo pensiero di dover prendere posizione sull'argomento.
L'uso alimentare probabilmente, in Italia, è un traino capace di incentivare la curiosità e quindi l'approfondimento del tema. Si moltiplicano le ricette e gli italiani amano farsi prendere per la gola!
Il pregiudizio c'è ugualmente perché non si conosce la pianta e molti non sanno che i semi di canapa anche delle varietà ludiche, sono privi di sostanze psicotrope. Molti sono imbarazzati anche a prendere in mano un pacchetto di semi solo perché c'è quella "maledetta" foglia ben in vista: "Cosa penserà mai chi mi vede!?"
Per quanto riguarda l'uso cosmetico noi donne siamo sempre molto attente e informate, certo dipende dalle fasce d'età, mentre non c'è stato un uomo che conoscesse un prodotto cosmetico a base di canapa per uso maschile!
L'uso industriale è associato immediatamente al tessile, molti ancora conservano tessuti antichi di canapa dei loro avi, me per prima. Ne conoscono le qualità. L'uso edile è misconosciuto; un peccato considerando che la canapa garantirebbe isolamento termico e assorbimento di umidità.
Per quanto riguarda l'uso terapeutico aumenta la consapevolezza nella popolazione, molte famiglie hanno un parente malato, e i diretti interessati stanno riuscendo a sensibilizzare l'opinione pubblica dimostrandone i benefici. Viene "compassionevolmente" accettato.
La disinformazione però è ancor maggiore, perché si crede che la cannabis, in quanto droga, lenisca i dolori grazie a un effetto stordente. La gente ignora le capacità curative, vai a spiegare, a volte anche ai medici, che non c'entra niente con la morfina!
Per spiegarla in termini semplici potrei dire che i pazienti non stanno meglio perché percepiscono di meno il dolore ma perché il THC, CBD (i più studiati) insieme ad altri 400 principi attivi, più terpeni e flavonoidi sinergicamente agiscono nel corpo come un farmaco in potenza che, interagendo con i recettori del nostro sistema nervoso centrale, vanno a riequilibrare un danno che patologie, dai sintomi anche molto diversi fra loro, possono causare.
Puoi approfondire tutte le proprietà e gli usi dell'olio d canapa
Per tradizione nel nostro paese la canapa si coltivava ovunque. Tu stessa mi dicevi di avere ancora gli strofinacci in canapa tessuti da tua nonna. Ora alla canapa si associa subito l’idea della droga. A chi fa comodo questa connessione falsata?
Dire a chi fa comodo l'associazione canapa-droga non è semplice e mi guarderei bene dal fare accuse mirate. Le organizzazioni criminali sono anche un grande bacino di voti.
L'industria petrolchimica è stata l'artefice della demonizzazione, le case farmaceutiche non hanno interesse a promuovere le proprietà di una pianta, non potrebbero brevettarla. I medici non hanno a disposizione sovvenzioni sufficienti per una ricerca scientifica seria sull'argomento.
Direi che oggi l'uso strumentale dell'associazione canapa-droga fa ancora comodo a chi si erge paladino di un certo conservatorismo bigotto.
La cura attraverso la canapa in Italia come funziona rispetto al Servizio Sanitario? Se, per dire, un oncologico volesse abbandonare la terapia convenzionale e iniziare le inalazioni, cosa dovrebbe fare, a chi dovrebbe rivolgersi?
In Italia i farmaci cannabinoidi sono legali per cui ci si può curare con la cannabis ma la procedura non è affatto semplice. Per i malati ottenere una prescrizione non è facile, ci si scontra innanzitutto con il pregiudizio e la disinformazione di molti medici che insistono sulle terapie convenzionali e optano per questa cura, se ti va bene, solo come "seconda scelta" ovvero se non si è ottenuto alcun effetto dai farmaci disponibili in commercio.
Il medico che prescrive il farmaco a base di cannabis dovrà compilare la richiesta per l'importazione del farmaco alla farmacia ospedaliera, quest'ultima, ottenuto il permesso del Ministero della Salute e della ditta esportatrice, potrà farsi inviare il farmaco rendendolo disponibile al paziente che ne ha fatto richiesta.
Un altro problema è l'accessibilità al farmaco a base di cannabis: attualmente viene importato dall'Olanda a costi elevati sia per le casse dello Stato che per i pazienti che decidono di farne uso. In Puglia è prevista la gratuità per questi farmaci (il prezzo oscilla dai 25 agli 80 euro al grammo) ma solo se prescritti da un medico ospedaliero: oncologo, neurologo o terapista del dolore.
È chiaro che tutto ciò incentiva il ricorso a mercati illegali, dove i prezzi sono notevolmente più bassi ma si perde in efficacia sia per la non eccellente qualità della cannabis e sia perché la varietà spesso cambia e si finisce quindi col non ottenere un miglioramento costante del paziente. Per venire incontro ai malati data questa pratica a dir poco farraginosa è nata a Racale, comune della provincia di Lecce, l'associazione no profit Lapiantiamo che lotta da anni per i diritti dei malati e i loro diritti alla cura.
La canapa come antibiotico
Canaparliamone è un progetto radio che si occupa di divulgare conoscenza e informazione sul mondo della canapa. Come è nata questa idea?
Canaparliamone nasce dall'idea di 4 amici con diversi interessi e formazione. Abbiamo avuto la possibilità di fare un'esperienza di video-interviste a Fermo, alla fiera IndicaSativa Trade 2014.
Parallelamente, venuti a conoscenza di un concorso radiofonico abbiamo deciso di affrontare l'argomento attraverso il primo mezzo di diffusione di massa, è stata una sfida stimolante. La volontà di parlare di canapa nasce proprio dall'esigenza di colmare l'ignoranza e la disinformazione che quasi un secolo di proibizionismo ha radicato nella mente delle persone, ingiustificate nei confronti di una pianta in grado di offrire tanto all'uomo.
Abbiamo tentato di farlo in modo non pedante, ironico, con un tono scanzonato: sono 3 puntate in cui si parla dell'uso industriale, alimentare e terapeutico della cannabis che invito tutti ad ascoltare sul sito di Radioluogocomune o sulla nostra pagina facebook Canaparliamone.
In Italia anche dove si è legiferato già dal 2012 rispetto alla liberalizzazione per uso terapeutico della canna mancano ancora regolamenti attuativi, norme effettive che spieghino nel dettaglio per quali malattie si possono prescrivere cannabinoidi. Ad oggi c’è almeno una branca di patologie per cui ne è ammesso l’uso in un buon numero di regioni? Penso ai dolori neuropatici o all’Hiv.
Le regioni italiane che hanno legiferato sull'uso terapeutico della cannabis ad oggi sono 11. La regione Puglia ha approvato all'unanimità la legge regionale n.33/2014 che consente l'avvio di progetti pilota in collaborazione con lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, o con altri soggetti autorizzati, a produrre medicinali a base di cannabis.
L'11 agosto di quest'anno è stata lanciata la campagna mondiale di sensibilizzazione sull'uso terapeutico: "medical cannabis declaration".
Attualmente in Italia, le patologie per le quali si può fare richiesta di cannabis a uso medico sono: sclerosi multipla, glaucoma, HIV, pazienti sottoposti a chemioterapia, e nel trattamento del dolore.
Ora quest'ultima voce può far aprire un dibattito infinito e il confine diventa interpretabile: sicuramente tutti i pazienti affetti da patologie autoimmuni ne trarranno benefici, pazienti afflitti da dolori reumatici e nevralgie, ma, come al solito, in Italia non si riesce ad essere precisi e per trattamento del dolore si farà una gran confusione.
Può essere prescritta anche dal medico di base. Comunque non credo che chi soffra di alluce valgo o mal di mare possa pretendere di accedere ai cannabinoidi, almeno non per ora e non in Italia!
L'uso della canapa per il glaucoma
Il valore del seme di canapa è stato riconosciuto in Italia dal Ministero della salute nel 2009. Quali indicheresti tra i benefici principali che si possono trarre dall’uso alimentare della canapa (sia dall’olio che dal seme intero o decorticato che dalla farina)?
Dal seme si ottiene la farina che ha un alto contenuto in fibre; dalla spremitura a freddo dei semi si estrae l'olio che ha un contenuto elevato di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6) in un rapporto ottimale di 3 a 1, in natura nessun altro alimento può garantire ciò. Nel mondo vegetale sono poche le piante in grado di rivaleggiare con le proprietà della canapa.
Certo l'aloe, alcune alghe, la soia, altri semi oleosi, bacche, per citarne alcuni, hanno proprietà benefiche, ma se assunti spesso e in gran quantità possono dare disturbi da non sottovalutare e sono meno tollerati della canapa.
Disponendo di tutti gli 8 amminoacidi essenziali utili alla sintesi proteica, la canapa diventa alimento importante in una dieta vegana e ha inoltre un alto contenuto in vitamine, soprattutto del complesso vitaminico E e B e per questo utile a celiaci e a chi abusa di alcol.
Superassorbente, biodegradabile, brillante nel nitore, robusta. Come viene lavorata oggi la canapa e che vantaggi ha la sua coltivazione rispetto a quella del cotone?
Come per il grano anche la canapa oggi non viene falciata più a mano e il processo industriale è sempre più meccanizzato e rapido.
Rispetto al cotone i vantaggi sono innumerevoli: la coltura della canapa è ecosostenibile e ecocompatibile, quella del cotone no; la canapa richiede un consumo inferiore di acqua; a differenza del cotone non richiede l'uso di pesticidi e diserbanti in quanto cresce fitta e velocemente impedendo alle infestanti di svilupparsi.
È molto più produttiva: dalla canapa si ottiene circa 200-250% in più di fibra nella stessa area di terreno rispetto al cotone; arrichisce il terreno di nutrienti, e questo significa un minore uso di concimi, non a caso in Italia veniva piantata a maggese.
Canapa: la pianta di cui non si butta via niente
Quali sono i prossimi progetti legati a Canaparliamone?
Ci piacerebbe continuare l'opera divulgativa attraverso i mass media e se una radio fosse interessata, ci proporemmo per realizzare ulteriori edizioni radiofoniche in Puglia (la nostra regione sulla canapa ha molto altro da dire) e non solo, perché la canapa non è solo una moda passeggera ma un'importante fonte di risorse utili all'uomo, all'economia e all'ambiente.
Per approfondire:
> Visita il sito di Radioluogocomune
> Visita la pagina facebook di Canaparliamone
Immagine | Canaparliamone