Svezia, un modello di sostenibilità
Un'economia sostenibile è possibile: ce lo dimostra la Svezia, da anni modello di ecologia grazie alle proprie scelte rispettose dell'ambiente e della popolazione. Ad Hammarby Sjöstad esiste una realtà tangibile di tutto questo.
Cosa significa sostenibile
Da anni si afferma che l'economia occidentale non è più ecologica, né sostenibile.
Il patrimonio del pianeta, dal punto di vista dell'ecosistema e della disponibilità energetica, è in via di esaurimento.
Una piccola percentuale della popolazione consuma la quasi totalità delle risorse, molte delle quali non possono rinnovarsi, se non nell'arco di centinaia di anni. È il caso, ad esempio, dei gas naturali, del petrolio, dei minerali.
Anche lo sfruttamento intensivo del territorio, sia da parte delle industrie che da parte degli allevamenti e dall'agricoltura, depriva il terreno e lo esaurisce di importanti caratteristiche atte a renderlo ulteriormente e per lungo tempo produttivo.
La parola sostenibile, applicata all'economia di un paese, prevede che ogni “capitale” naturale consumato sia rimpiazzato, e che esso venga attinto da fonti facilmente rinnovabili e riutilizzabili.
La sostenibilità è quindi un utilizzo consapevole e rispettoso delle fonti naturali, accompagnato da uno smaltimento a basso impatto e dal riutilizzo intelligente, nonché scelte ecologiche che oltrepassano i confini circoscritti del proprio Stato, ma che si estendono anche alle popolazioni e alle regioni del pianeta più lontane e meno produttive ma, il più delle volte, maggiormente sfruttate.
La sostenibilità, infatti, non si applica soltanto ad una regione o stato, bensì a tutto il pianeta, comprese realtà territoriali lontane da chi adotta l'economia a cui si riferisce.
Svezia: un modello di sostenibilità
La Svezia costituisce un modello di sostenibilità in quanto gran parte della sua economia può essere supportata per lunghi periodi, sia dal punto economico che sociale.
Il progetto di sostenibilità della Svezia ha origine negli anni '80, e deriva da una profonda crisi industriale.
Quel che la Svezia ha ottenuto è stato quello di sfruttare un momento di difficoltà e trasformarlo in una opportunità di cui approfittare per il beneficio personale e collettivo.
La Svezia si attesta così al quinto posto nelle graduatorie EPI 2018 che prendono in considerazione gli indici di sostenibilità:
> efficienza nell'uso delle risorse, con sfruttamento di quelle risorse facilmente reperibili, rinnovabili, e in quantità che ne permettano la rigenerazione naturale in un lasso di tempo stabilito. L'Agenzia Svedese per l'Energia pone obiettivi sul medio e lungo termine, monitorando il raggiungimento di quanto prefissato;
> equità: sia per quel che riguarda le popolazioni lontane dalla Svezia, sia per quel che concerne le generazioni future;
> progetti sul lungo periodo: guardando al futuro e alle conseguenze di ogni gesto politico, sociale ed economico, senza concentrarsi solo sulla situazione presente;
> controllo della produzione dei rifiuti: utilizzo di materiali biodegradabili o riciclabili, nonché attenzione ai tempi di riassorbimento naturale del rifiuto stesso e di quanto derivante dal ciclo di produzione, riciclaggio o smaltimento.
In tutti questi anni la Svezia ha inserito il concetto di sostenibilità nella cultura, ed è una realtà educativa diffusa.
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Hammarby Sjöstad: il quartiere simbolo dell'ecosostenibilità svedese
Hammarby Sjöstad riassume quanto viene attuato, in misura differente da zona a zona, in tutte la principali città svedesi.
Un quartiere tristemente noto, negli anni '90, per il degrado ambientale e sociale, che ha saputo, nell'arco di due decenni, diventare un modello internazionale.
L'area, che si trova a sud di Stoccolma, ha subito una puntuale bonifica del terreno e un'azione di impianto di spazi verdi e di condivisione diffusi e ben inseriti nel contesto urbano e geografico.
Gli alloggi di Hammarby Sjöstad sono occupati da 25.000 abitanti, e comprendono anche spazi produttivi.
I materiali da costruzione prevedono un impatto ambientale ridotto: l'inserimento delle architetture è ben bilanciato con gli spazi verdi, ciascun appartamento usufruisce di un cortile o di un luogo all'aria aperta e ben soleggiato.
Le risorse naturali quali legno e pietra vengono sfruttate nel rispetto del contesto e del ciclo di reperimento e produzione.
La viabilità è costituita da car pooling condivisi, trasporto pubblico, e piste ciclabili, al fine di scoraggiare l'utilizzo del mezzo privato.
Le risorse energetiche vengono attinte dal biogas, dalla energia solare tramite sistemi fotovoltaici, dal vento, e da innovativi sistemi di riutilizzo delle risorse idriche naturali (acqua piovana e dei corsi naturali dei canali).
La gestione dei rifiuti non solo applica al concetto di differenziazione, ma anche a un efficiente sistema di smaltimento: più è puntuale e precisa la raccolta differenziata all'origine, quindi da parte del cittadino, e più efficiente sono il riciclo, il recupero, e lo smaltimento a fine ciclo di vita.
Attualmente Hammarby Sjöstad sembra ancora destinato a pochi fortunati in grado di sostenere le spese di acquisto o locazione degli appartamenti, più alti della media nazionale.
L'obiettivo di rendere sempre più ecologica la “città” e rendere la sostenibilità accessibile a tutti, è sia locale che nazionale e perseguito di concreto da amministratori pubblici, costruttori e popolazione.
Un modello di sostenibilità come quello applicato dalla Svezia e ad Hammarby Sjöstad ha come risultato non soltanto un minor impatto sull'economia propria e globale, ma anche sullo stile di vita dei propri cittadini.
L'alta coscienza ecologica degli svedesi si ripercuote anche sulla qualità degli ambienti in cui vivono, siano essi di matrice naturale (parchi, aree verdi, zone incontaminate, boschi) che metropolitana (città, edilizia, inquinamento, consumi).
La Svezia, inoltre, inserisce l'ecosostenibilità all'interno di una più vasta prospettiva politica e intergenerazionale, proiettando i propri obiettivi e i propri risultati nel futuro.
E l'Italia in tutto questo? Se la Svezia, secondo il rapporto EPI 2018, si attesta al quinto posto, l'Italia, pur migliorando la propria posizione rispetto agli anni scorsi, resta relegata al sedicesimo posto.
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