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Arachidi, coltivazione della pianta

Le arachidi - o noccioline americane - sono ben conosciute nel nostro Paese, ma non tutti sanno che sono anche facili da coltivare. Andiamo a conoscere le esigenze colturali di questa pianta e come poterla far crescere al meglio.

Arachidi, coltivazione della pianta

L’arachide è una pianta originaria del Brasile ma che poi ha avuto diffusione in tutto il mondo in particolare in Asia e in Africa. Persino in Italia le arachidi vengono coltivate con successo è le zone più produttive del nostro Paese sono il Veneto e la Campania.

Le arachidi sono conosciute anche con il nome di noccioline americane o pistacchi di terra mentre il loro nome scientifico è Arachis hypogaea: appartengono alla famiglia delle leguminose (o fabaceae) come i piselli, i fagioli e i ceci di cui condivide anche la struttura botanica, infatti la pianta di arachidi è molto simile a quella dei ceci.

La pianta di arachidi cresce sino a 30 centimetri, ma al contrario dei ceci che producono la parte edibile all’interno del baccello e quindi nel frutto, le arachidi producono la parte edibile sotto terra. In realtà, esistono più di 40 specie di arachidi e vengono suddivise in due gruppi secondo il portamento: se eretto-arbustivo oppure se cespuglioso.

La pianta è rivestita da una leggera peluria e le sue foglie sono composte e tipiche delle leguminose con forma ovale e si chiudono di notte. I suoi fiori sono di colore giallo a fioritura continua e produce poi baccelli che contengono i semi di arachide.

Il baccello è legnoso e leggermente spugnoso con all’interno solitamente due semi, ma possono esserci in alcune varietà anche tre o quattro semi. Questi semi infine sono rivestiti da una leggera pellicola di colore rossastro che serve da protezione.

 

Esigenze colturali delle arachidi

L’arachide ama terreni abbastanza sciolti con impasto medio. Il terreno deve essere appunto molto leggero e sciolto come la sabbia proprio perché le noccioline crescono nella parte ipogea della pianta e quindi in un terreno duro e compatto come l’argilla faticano a svilupparsi.

In modo simile alle carote e alle patate hanno bisogno di un terreno sciolto e ben drenato per non incorrere in marcescenza radicale o altri problemi alle radici.

La pianta di arachidi non necessità di molta acqua anzi sopporta bene la siccità. L’impianto irriguo può essere a solchi o a pioggia perché solitamente nel terreno al collo della pianta viene fatta la rincalzatura e quindi un impianto a goccia per l’irrigazione viene sconsigliato. 

L'arachide, essendo una pianta della famiglia delle leguminose, possiede un apparato radicale capace di fissare l’azoto nel terreno migliorando così la fertilità del suolo per le colture successive. Questo è un vantaggio perché le arachidi entrano così di buon grado nelle consociazione con altri vegetali e nella rotazione delle colture proprio per questa loro capacità di migliorare la fertilità del terreno.

Le piante di arachidi prediligono un'esposizione al sole e amano il calore, tanto che la temperatura ideale per il loro sviluppo deve essere superiore ai 15 gradi. Indicativamente la fioritura della pianta avviene quando le temperature sono superiori ai 20 gradi e i baccelli maturano con temperature tra i 25 e i 30 gradi.

 

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Coltivare la pianta di arachidi

La pianta di arachidi in Italia può essere coltivata con soddisfazione sia in pieno campo che in vaso. In particolare, al centro e al sud le produzioni sono migliori ma anche al nord possiamo sperimentare questa coltivazione avendo qualche accortezza in più.

Le arachidi vengono seminate e coltivate a partire dalla tarda primavera quando non esiste più il rischio di gelate. Le arachidi infatti hanno bisogno di temperature calde essendo originarie dei paesi tropicali e per questo in inverno nel nostro Paese vengono protette con tessutonontessuto.

Il momento migliore per la coltivazione è appunto quando la temperatura supera i 15 gradi e sino alla fine dell’estate la coltivazione può continuare. Indicativamente il ciclo di coltivazione dura 5 o 6 mesi da marzo-aprile sino a agosto-settembre.

Il primo passo è interrare i semi di arachidi o trapiantare le piantine acquistate dal vivaio o da un’agraria specializzata.

Se vogliamo partire dal seme potremo raccogliere dalle coltivazioni precedenti effettuate o acquistarle da qualche contadino o ancora prenderli sul web ma ricordiamoci che una volta ottenuti i semi dovremo tenerli in un luogo ben asciutto e la pellicola rossastra che li avvolge deve essere integra anche durante la semina, pena la non germogliazione del seme.

La reperibilità del seme non è così semplice anche perché le arachidi che troviamo in commercio ad uso alimentare vengono processate e trattate anche con alte temperature e tostate quindi la loro germogliazione non è più possibile.

L’impianto in pieno campo viene fatto distanziando le piante di 30 centimetri sulla fila e 50 tra fila e fila. I buchi nel terreno dovranno avere una profondità di 3 o 4 centimetri per seminare i semi mentre dovranno essere grandi come i panetti di terra per le piantine da trapiantare. Le piante di arachidi crescono senza grandi necessità di interventi se non la rincalzatura del terreno alla base del tronco.

 

Raccolta delle arachidi e consumo

Avvenuto il ciclo vegetativo della pianta potremo capire il giusto momento della raccolta perché le foglie inizieranno a ingiallire verso la fine dell’estate e questo ci indicherà appunto che è il momento giusto per raccogliere le arachidi.

Per portare alla luce le arachidi che si trovano sottoterra dovremo utilizzare una forca per muovere il terreno e sollevare tutta la pianta con l’apparato radicale.

A questo punto metteremo ad asciugare la pianta con le radici e successivamente la terra in eccesso cadrà più facilmente lasciando invece i baccelli tra le radici della pianta. Una volta scollata la pianta delicatamente dal terreno potremo staccare i baccelli che sono il nostro raccolto.

I baccelli andranno conservati in un luogo asciutto, ventilato e buio. L’umidità è il vero nemico per questi semi perché può portarli a marcescenza o a germinazione in modo prematuro. Solitamente la iuta è il materiale più comune per la conservazione in sacchi delle arachidi.

Le arachidi raccolte vengono solitamente poi tostate in forno mettendo possibilmente l’intero baccello in modo tale da preservare il seme evitando che il fuoco possa bruciarlo.

Una volta avvenuta la tostatura le arachide sono pronte al consumo sia così al naturale che trasformate in crema di noccioline o burro di arachidi, estrazione del olio di arachidi o per altre ricette come barrette e snack naturali a base di arachidi.

 

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Foto: ongkachakon / 123RF Archivio Fotografico