Come si ricicla l'olio esausto
La frittura è una modalità tipica della nostra cucina ma l'olio esausto può essere un problema, soprattutto all'ambiente: ecco come si ricicla questo scarto di cottura nel modo più corretto.
Smaltire l'olio esausto
Spesso prodotto di scarto e resto di frittura, l'olio esausto in genere si smaltisce perchè contiene sostanze nocive che sono altamente e irreparabilmente tossiche per l'ambiente, per l'uomo e per l'economia se non vengono prima trattate adeguatamente.
L'italia ha un felice primato nello smaltimento, mentre l'Inghilterra (vi ricordate il progetto "The Dirty Beaches" ?), che ha iniziato a rigenerare l'olio esausto da poco, è il fanalino di coda d'Europa. Ecco perchè è più che importante, diremmo fondamentale, saper smaltire e riciclare nel modo corretto l'olio esausto.
Quante volte si usa l'olio per friggere?
Solitamente si consiglia di usare l'olio per friggere una volta sola. Questo perchè, come visto, gli oli vegetali generano un'elevata quantità di sostanze tossiche, come nel caso dell'olio di semi di girasole, per esempio, che genera un'elevatissima quantità di aldeidi.
A volte, quando si frigge per poche quantità di cibo, il cibo viene immerso nell'olio bollente asciutto e ben pulito, senza essere addizionato di altri ingredienti - per esempio spezie e insaporitori vari - si può provare ad usare l'olio una seconda volta, ma al massimo, non di più.
Va però ben filtrato con un colino a maglie fitte e tenuto per poco tempo in un vasetto di vetro o contenitore ermetico asettico e ben sterilizzato, avendo cura di friggere lo stesso genere di alimenti per evitare alterazioni anche di sapore.
Leggi anche Frittura più leggera con l'olio di vinaccioli?
Come si ricicla l'olio per friggere
Superfluo è forse ricordare che l'olio esausto di frittura non è un prodotto biodegradabile nè organico, ma un ex-alimento che disperso nell'acqua forma una patina spessa e molto dannosa per l'ambiente, tanto da rendere persino l'acqua delle falde non potabile e rovinando filtri e depuratori.
Una volta raccolto l'olio nell'apposito comodo contenitore richiedibile presso il proprio comune di residenza, l'olio si va a portare presso gli appositi bidoni di raccolta differenziata, riciclerie o isole ecologiche che li ospitano, infatti ogni comune ne ha almeno uno. L'alternativa è quella di portare l'olio esausto presso supermercati o benzinai che si occupano del ritiro e della raccolta gratuita dello stesso.
Cosa si fa con l'olio esausto riciclato
Una volta entrato nel processo di smaltimento, l'olio esausto viene debitamente trattato, ripulito e rigenerato così da poter rientrare nella catena vitale ed essere reimmesso nel mercato sotto altre forme di prodotti: si tratta di lubrificanti vegetali per macchinari, biodiesel, tensioattivi, combustibil e per il recupero energetico o glicerine per saponificazione.
Il Conou è il "Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati", un ottimo punto di riferimento per ogni ulteriore chiarimento o precisazione.
L'Italia in questo caso ha un ottimo primato, è leader europeo (Adnkronos) nella raccolta degli oli lubrificati usati; la percentuale ancora troppo bassa è invece quella inglese; l'Inghiltarra sta lanciando anche tutt'ora delle campagne di sensibilizzazione sul tema, volte a incrementare e favorire la raccolta di oli esausti, tanto da parte di privati, quanto da ristoranti o altre attività.
Leggi anche 20 modi per usare la buccia di frutta e verdura >>