Cosa mangiare con il potassio alto
Esistono alimenti consigliati in caso di potassio alto? Certamente, sapere cosa mangiare aiuta a proteggere la salute dagli effetti deleteri di un eccesso di questo minerale nel sangue.
Il potassio è un minerale fondamentale per il buon funzionamento dell'organismo, ma anche nel suo caso non occorre esagerare: avere il potassio alto può essere pericoloso tanto quanto non averne abbastanza.
Dato che la fonte principale attraverso cui arriva nell'organismo è il cibo, è importante sapere cosa si può mangiare per evitare che la situazione peggiori e cercare di riportarla nella norma.
Ci sono alimenti da evitare; altri possono invece essere consumati con moderazione o solo dopo un'opportuna preparazione.
La maggior parte delle limitazioni riguardano i cibi di origine vegetale, e alcune varietà di frutta e di verdura sono una scelta migliore rispetto ad altre.
Potassio alto, gli alimenti consigliati
In generale, la verdura ammessa nell'alimentazione contro il potassio alto include insalata, zucchine, asparagi, peperoni e cetrioli.
Pomodori, zucca gialla, radicchio, carote, spinaci, cavoli, broccoli, barbabietole, finocchi, fagiolini, cardi e bietole possono essere consumati con moderazione e soltanto previa bollitura.
La stessa raccomandazione è valida per i legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie, lupini, soia).
Anche patate e topinambur sono in generale ammessi purché bolliti; in presenza di livelli di potassio molto alto potrebbe però essere meglio evitarli.
In modo simile, livelli di potassio alto potrebbero rendere sconsigliabile frutta che può essere consumata con moderazione quando il potassio è solo lievemente alto, come uva, arance, ciliegie e pesche.
Fra gli altri frutti sono ammessi mele, pere, fragole, mirtilli, more, lamponi, prugne e ananas, fatta eccezione per i casi in cui il potassio è molto alto.
Tra gli alimenti a base di cereali sono invece ammessi sia il pane sia pasta, riso, orzo, biscotti, corn flakes, cracker; purtroppo, però, è meglio limitare il consumo delle loro versioni integrali.
Latte e derivati sono concessi, limitando il consumo di latte o yogurt a 1 porzione al giorno e quello di formaggi a 1 volta alla settimana.
Per quanto riguarda le uova, è bene non superare la dose di 1 tuorlo a settimana, mentre ci si può concedere anche 1 albume al giorno.
Infine, dato che anche la carne e il pesce possono essere fonti significative di potassio è bene non superare le 2 porzioni totali al giorno.
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Potassio alto, l'importanza delle fibre
In realtà, però, i cibi migliori contro il potassio alto non sono solo caratterizzati da un basso contenuto di questo minerale, ma anche da un adeguato rapporto tra le sue dosi di potassio e quelle di altri importanti componenti, in particolare le fibre.
In effetti uno dei problemi da affrontare quando si deve limitare l'assunzione di potassio è la possibile riduzione dell'apporto di fibre, sostanze dall'effetto benefico per la salute dell'organismo.
Infatti, le principali fonti di potassio sono anche le principali fonti di fibre; per questo è bene scegliere fra gli alimenti ammessi quelli caratterizzati dal miglior rapporto tra contenuto di potassio e contenuto di fibre.
Da questo punto di vista, per esempio, è meglio preferire le carote alla zucca: il loro rapporto potassio/fibre è infatti più basso.
Per lo stesso motivo in caso di potassio alto, le mele sono una scelta migliore rispetto all'ananas.
Potassio alto, attenzione alle proteine
Oltre che in termini di fibre, l'alimentazione contro il potassio alto deve essere adeguata anche nell'apporto di tutte le altre sostanze di cui l'organismo ha bisogno.
In alcuni casi – soprattutto in presenza di patologie renali – è particolarmente importante fare attenzione all'assunzione di proteine.
Per questo, un altro parametro che potrebbe essere necessario tenere in considerazione per scegliere cosa mangiare con il potassio alto è il rapporto tra potassio e proteine.
Il modo migliore per non commettere errori che possono mettere in pericolo la propria salute è affidarsi ai consigli di un esperto che sappia valutare l'apporto di proteine adeguato in relazione alla patologia con cui si convive.
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