I consigli per l'orto di dicembre
Arriva dicembre con il freddo e il gelo che porta il riposo vegetativo alle piante. Per gli amanti dell'orto e del frutteto tra un riposo e l'altro davanti al fuoco in casa ci sono ancora però tanti lavoretti all'aperto da fare in dicembre. Dalle raccolte ai trapianti, dalle preparazioni al'inizio delle potature, vediamo cosa richiede l'orto a dicembre.
di Mira Tonioni
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Alle nostre latitudini, dicembre è senz'altro uno dei mesi più freddi dell'anno, talvolta con presenza di neve, di nebbia intensa e persistente ed altri fenomeni legati al gelo invernale.
Tuttavia, la vita dell'orto non si ferma del tutto ed anche in questo mese tanto freddo è possibile raccogliere verdure come broccoli, cavoli verza, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, rape, ravanelli, scarola, scorzanera, cardi, valerianella, topinambur, carciofi e, nelle zone più miti i finocchi e i porri.
Ovviamente chi ha coltivato utilizzando serre o tunnel raccoglierà più prodotti tra quelli elencati, ai quali si possono aggiungere il sedano, le carote, i finocchi, gli spinaci, le bietole e le cicorie.
Lasciando da parte i prodotti orticoli e arrivando alla frutta di dicembre, sappiamo che in dicembre possiamo raccogliere tutti gli agrumi: arance, mandarini, mandaranci, pompelmi.
A questi si aggiungono i meloni invernali, i kiwi, gli ultimi kaki e alcune varietà di mele e pere invernali.
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Nel freddo mese di dicembre i lavori nell'orto sono veramente ridotti al minimo, quando non sono addirittura del tutto fermi.
Le basse temperature e le gelate che ne derivano impediscono la semina a dimora direttamente sul terreno: l'acqua all'interno del terreno è gelata e quindi non disponibile per idratare i semi e dare avvio ai processi di germinazione. Anche nel caso in cui il seme riesca a recuperare umidità sufficiente per idratarsi, l'acqua gelerebbe al suo interno, rompendone i tessuti e uccidendole.
Come per tutte le regole, anche per questa vi è un'eccezione: alcune piante da radice come ravanelli e radicchi trovano nel gelo di dicembre condizioni adatte alla germinazione.
Se il terreno si presta un minino alla lavorazione, non presentandosi troppo compatto o troppo fangoso, è ancora possibile trapiantare a dimora durante le ore più calde del giorno i bulbi come ad esempio l'aglio o i tuberi come ad esempio il topinambur.
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Tutti i lavori portati avanti nel mese di novembre all'interno dei nostri frutteti (soprattutto la concimazione e la protezione delle piante grazie a torba, paglia o corteccia – ovvero il metodo della pacciamatura) possono essere protratti anche nel mese di dicembre, nel quale il riposo vegetativo in cui le piante sono entrate andrebbe rispettato il più possibile.
Nelle aree in cui la rigidità del clima è meno intensa è ancora possibile mettere a dimora o trapiantare le viti da uva e gli arbusti da frutto.
Da fine mese è anche possibile scegliere e raccogliere le marze che serviranno per i successivi innesti: una volta raccolte devono essere conservate nella sabbia fino a primavera, quando le tireremo nuovamente fuori per i nostri innesti a spacco.
Da questo mese in avanti comincia anche il periodo adatto per intervenire con le potature.
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Cominciamo col distinguere le piante che abbiamo nel nostro frutteto: generalmente la gran parte di queste apparterrà alla famiglia delle rosacee, ed all'interno di questa faremo un'ennesima divisione separando le pomoidee dalle drupacee.
Nel primo gruppo delle pomoidee andranno meli, peri e cotogni, sui quali interverremo per primi già da fine dicembre. Successivamente ci interesseremo del gruppo delle drupacee, quindi susini, albicocchi, peschi, mandorli e ciliegi.
A differenza delle pomoidee, le drupacee hanno bisogno che la potatura avvenga quando la linfa sta già riprendendo a fluire, in modo da cicatrizzare in modo rapido e corretto le recisioni, per evitare ad esempio rischi come la gommosi. Il ciliego in particolare è assai sensibile alle potature e gli interventi devo essere essenziali ed oculati.
Dopo il taglio di potatura, una buona tecnica per proteggere la pianta ed evitare malattie, è quella di ricoprire il taglio con un mastice. Sono prodotti disponibili in commercio ma è possibile produrne versioni naturali: mischiando acqua, argilla e propoli in proporzioni adatte affinché si possa applicare con un pennello ma che sia anche in grado di solidificarsi sul taglio aperto.
Qualche goccia di propoli servirà come cicatrizzante e “antibiotico” naturale.
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Esistono numerose specie di insetti che, per svernare al caldo, si nascondono nelle fessure delle cortecce degli alberi.
Spesso accade che l'insetto adulto depositi le sue uova al caldo nelle cortecce degli alberi, o assistiamo al prodursi di incrostazioni di cocciniglie, rimaste attaccate ai rami degli alberi.
Per ridurre il numero degli insetti nocivi alla pianta una buona tecnica consiste nello spazzolare i rami e i tronchi con spazzole adatte, che avranno setole sufficientemente rigide ma non così tanto da ferire l'albero.
A questa tecnica meccanica si può aggiungere l'ausilio di uno spruzzino contenente acqua ed oli essenziali o propoli che fungono da disinfettati e repellenti.
Quest'ultima tecnica va usata esclusivamente nelle ore più calde della giornata, assicurandosi che la pianta riesca ad asciugarsi prima della gelata notturna.
È inoltre buona norma togliere tutti i frutti marciti rimasti appesi all'albero poiché questi non fanno che attirare insetti e dare via a nuovi focolai d'infestazione.