Meditazione Samatha: tecnica e benefici

La meditazione samatha è una pratica buddhista che permette di conseguire una dimensione di pacificazione interiore. Scopriamola meglio. 

>  Storia e origine della meditazione Samatha

>  I benefici della meditazione Samatha

>  Descrizione della tecnica

>  Adatta per

>  Dove si pratica la meditazione Samatha

>  Curiosità

Meditazione

 

 

Storia e origine della meditazione Samatha

La meditazione samatha è un tipo di meditazione del Buddhismo di radice hindu. La finalità di questo metodo è quella di conseguire una dimensione di pacificazione interiore, propedeutica alla meditazione vipassana. L

a meditazione samatha comprende otto livelli, di cui quattro di fine materialità (quattro Jhana) e quattro immateriali. I Jhana sono una serie progressiva di assorbimenti meditativi attraversati dai praticanti di meditazione samatha man mano che approfondiscono il livello di concentrazione. Questa tecnica è sempre stata diffusamente utilizzata dagli asceti in India, prima e dopo Gautama Buddha. La samatha non nasce quindi con la filosofia buddhista, ma vi si innesta in seguito.

Il sistema samatha si ispirerebbe alle tradizioni enstatiche (enstasi da en-stasis = stare dentro, termine utilizzato da Mircea Eliade) e trascendentali dello Yoga e del Jainismo che insistono sull'astrazione e la ricerca dell'isolamento sensoriale, mentre il sistema vipassana viene fatto risalire ai percorsi meditativi di tipo immanentista ed estatico derivanti dai Veda (Rishi) e dalle Upanishad. In questi sistemi, la liberazione viene ricercata nel mondo, senza doversene astrarre praticando l'ascetismo e ricorrendo all'esasperazione di tecniche introspettive.

 

I benefici della meditazione Samatha

La meditazione samatha si basa sulla consapevolezza del respiro, attraverso l’osservazione prolungata (per almeno 15-30 minuti) delle fasi di inspirazione ed espirazione in uno dei punti in cui è più netta la sensazione del respiro che entra e circola nel corpo: all’entrata del naso, nello stomaco o all’altezza del plesso solare (punto corrispondente al terzo dei sette chakra, manipura, collocato nella metà superiore del ventre).

Grazie alla meditazione samatha, è possibile focalizzare l’attenzione distogliendola dalle emozioni negative, come la rabbia, l’ansia, l’invidia e il rancore.

Questa tecnica genera le energie necessarie che la vipassana, stadio successivo, tramuterà in azione. A livello fisico, la meditazione samatha consente un rilassamento profondo che non ottunde l’attenzione, bensì la potenzia, contribuendo a ridurre la frequenza del respiro, del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa.

La pratica meditativa consente inoltre una maggiore consapevolezza degli stati corporei, la quale determina una crescente capacità di comprensione e regolazione degli stati emozionali. Ad aumentare notevolmente è l’attività della corteccia prefrontale sinistra, relazionata a emozioni positive come entusiasmo, energia e felicità. 

 

Descrizione della tecnica

La pratica della meditazione samatha inizia con l’esercizio chiamato sila (virtù), esercizio sistematico della rettitudine del pensiero, della parola e dell'azione. Questo serve ad allontanare pensieri aggressivi o fantasie sessuali che distraggono dalla meditazione. Questo è necessario per la purificazione.

Nel Visuddhimagga, antico commentario buddista, la purificazione inizia con l’osservanza di alcune regole di disciplina per laici, novizi e monaci ordinati. I precetti per i laici sono cinque: non uccidere, non rubare, non avere rapporti sessuali illeciti, non mentire, non far uso di sostanze tossiche. Per i novizi la lista si allunga a dieci. Per i monaci ci sono infine 227 proibizioni e obblighi, che regolano in tutti i dettagli la vita quotidiana, il cosiddetto Patimokka.

L’essenza della concentrazione è il non essere distratti, quindi il primo compito del meditante è quello di focalizzare la mente su una cosa sola. Qualsiasi oggetto può essere idoneo per la meditazione concentrativa, anche se il carattere dell’oggetto a cui si presta attenzione ha conseguenze precise sul risultato della meditazione. 

Vediamo come fare meditazione samatha nella modalità più semplice: seduti su un cuscino di meditazione, con la schiena e il collo dritto. Gambe incrociate e spalle rilassate. Si possono appoggiare i palmi delle mani sulle cosce e avere gli occhi aperti, senza fissare nessun punto specifico. L’importante è essere rilassati.

La lingua tocca il palato dietro gli incisivi e si inizia a respirare, sia col naso che con la bocca. Ci si concentra sul respiro, sul suo movimento naturale, senza sforzarsi di seguirlo. Quando sopraggiunge un pensiero, basta riconoscerlo come tale e tornare al respiro. Questa tecnica induce una ‘calma dimorante’. 

 

Qual è il modo corretto di respirare durante una seduta di meditazione?

Respirazione Samatha

 

Adatta per

Parafrasando le parole di Buddha, la meditazione samatha rappresenta la spada affilata senza la quale è rischioso andare in battaglia. È quindi questa la forma di meditazione base che permette poi di sperimentare stadi più alti di meditazioni. Praticare, ad esempio, la vipassana senza padroneggiare la samathe è futile e, alle volte, anche pericoloso.

La samatha è ottima per chi vuole astrarsi dal contesto urbano e rifugiarsi in sé stesso, sperimentando la concentrazione  e l’ascolto di sé. La consapevolezza del respiro della meditazione samatha è indicata per chi ricerca una forma di rilassamento naturale, che consenta l’armonia fra corpo, mente e spirito. La conoscenza universale sarà poi più facile da perseguire.

 

Dove si pratica la meditazione Samatha

La concentrazione e l’astrazione che la samatha richiede sono tipiche dell’atmosfera dei monasteri buddisti. Per praticare la meditazione samatha, incentrata sul respiro, ci si può avvicinare all’insegnamento buddhista, presso scuole di Buddhismo, oppure più semplicemente si possono rintracciare corsi di meditazione samatha presso scuole di yoga o di meditazione generiche.

Spesso dei piccoli corsi di meditazione samatha si trovano all’interno dei corsi di meditazione vipassana o durante i ritiri spirituali, come “materia propedeutica” allo svolgimento della meditazione. Inoltre, esistono inoltre diversi libri sull’argomento, come Dalla meditazione Samatha a quella Vipassana.

 

Curiosità

La parola samatha deriva dal pali, la lingua religiosa e letteraria della Birmania, della Thailandia e dello Sri Lanka, e significa “concentrazione”, “quiete”. Le radici semantiche del termine rimandano ai concetti di pacificazione, nella prima parte (sa-, shamao shi in tibetano), e di pausa o rallentamento nella seconda (-tha).