La Toscana e le sue piante officinali spontanee
Nelle terre di Toscana troviamo molti ambienti dove crescono diverse piante ad uso alimentare e officinale che sin dai tempi antichi l'uomo era solito raccogliere. Conosciamo alcune delle piante officinali spontanee della Toscana.
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La Toscana è localizzata sul versante tirrenico del centro Italia, protetta dai venti freddi del Nord grazie all'Appennino Tosco-Emiliano, e pertanto dal piacevole clima temperato.
L'ambiente è prevalentemente collinare, la classica campagna toscana che attira così tanti turisti, ma se vogliamo analizzare la regione dal punto di vista delle piante spontanee e officinali, non dobbiamo disdegnare anche l'alta quota dei monti che ci separano dalla pianura padana e tutta la zona costiera ricca di macchia.
Fino a qualche generazione addietro era molto comune andare a «far erbe» lungo gli argini dell'Arno che attraversa la regione o nei fossi di campagna. Le colline ricche di calcare ospitano boschi che nelle giuste stagioni sono un tripudio di funghi, tartufi, asparagi selvatici, more.
Se prima le piante spontanee e quelle officinali erano parte integrante della cucina e dei rimedi popolari, oggigiorno l'interesse viene mantenuto acceso e il consumo di queste piante integra quello della comune dieta basata sui prodotti acquistati.
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Il rosmarino è una delle piante più tipiche della macchia mediterranea, tanto che l'etimologia del nome stesso (ros marinus: rugiada di mare) ci dà un indizio del suo legame col mare e della sua prossimità alle coste.
Il rosmarino ha una forma perfettamente adatta alle caratteristiche della macchia mediterranea toscana: il fusto legnoso e soprattutto le foglie affusolate e coriacee sono ideali per resistere al caldo e ai forti venti che altrimenti disidraterebbero la pianta.
All'interno delle foglie è presente l'olio essenziale, artefice dell'odore tipico del rosmarino. L'olio essenziale è anch'esso un fattore in grado di prevenire l'evaporazione fungendo da schermo isolante tra l'acqua interna e la superficie della foglia.
L'olio essenziale di rosmarino viene estratto per venir usato sia in profumeria e cosmesi, sia per aromatizzare cibi e bevande, ma soprattutto in campo erboristico e farmaceutico per via dei suoi principi attivi.
Il rosmarino ha proprietà digestive, antispasmodiche e carminative; stimola inoltre la diuresi e la sudorazione, permette la fluidificazione del muco e delle secrezioni bronchiali (attività balsamica) e riesce a sedare la tosse convulsiva. È anche antisettico, ideale per le pulizie di casa.
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Il corbezzolo è un albero arbustivo, capace di raggiungere anche i dieci metri, sempreverde, riconoscibile per il colore rossastro della corteccia e per le foglie seghettate. I fiori sono piccoli calici bianchi che appaiono in autunno-inverno, quasi in contemporanea coi frutti: bacche sferiche e carnose di un colore che varia tra arancione e rosso intenso, ricchi di numerosi semi e di una superficie puntuta, sebbene morbida.
È una pianta tipica della macchia mediterranea che però si adatta assai bene anche all'ambiente boschivo collinare e di montagna.
Del corbezzolo si utilizzano sia i frutti che le foglie: il frutto è mangiato fresco o sotto forma di marmellata, senza eccedere nella quantità, con esso viene prodotto anche un liquore e vengono aromatizzate le grappe; le foglie vengono utilizzate per via delle loro proprietà astringenti, per aumentare la diuresi e per via del loro leggero effetto atisettico.
In passato si soleva preparare un infuso con 4 gr di foglie secche in 200 ml di acqua e se ne bevevano sino a tre tazze al giorno per combattere i disturbi del tratto urogenitale.
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Con l'inizio della primavera e dei primi caldi, quando comincia la voglia di camminare per la campagna dopo il lungo inverno, una delle attività tipiche di chi batte la campagna è la ricerca dei giovani germogli (turioni) degli asparagi selvatici.
L'asparago ama nascere negli ambienti calcarei, aridi e rocciosi, come le macchie, nei boschi, tra le siepi e nelle leccete.
Oltre che per il piacere delle passeggiate e per il gusto che apporta in cucina preparato in vari modi (frittate, risotti, semplicemente scottati, vari sughi e intingoli, ecc...), gli asparagi selvatici sono raccolti a scopo erboristico.
Infatti sono utili per chi soffre di infiammazioni alle vie respiratorie e per chi ha reumatismi alle articolazioni; inoltre viene raccolta anche la radice per uso erboristico, dalla quale si ottengono decotti e tinture dalle proprietà diuretiche e depurative utili soprattutto a chi cerca di dimagrire.
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Il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare) è una delle piante più diffuse su tutto il territorio nazionale.
In Toscana riesce a crescere bene per via dell'ampia presenza di molti luoghi idonei al suo sviluppo: terreni ghiaiosi, sassosi e sabbiosi, rudereti e scarpate; inoltre la Toscana offre al contempo un clima non eccessivamente caldo come nelle regioni più meridionali, pur dando la possibilità alle piante di crescere in un ambiente soleggiato.
I ricettari tradizionali contadini della Toscana sono stracolmi di ricette e riferimenti al finocchio selvatico del quale si utilizzano sia le foglie che i germogli, ma anche i semi e la radice: pasta cotta nell'acqua aromatizzata con foglie di finocchietto, la celeberrima finocchiona (un insaccato simile al salame aromatizzato con semi di finocchio), i decotti diuretici di radice essiccata di finocchio selvatico, e i germogli freschi mangiati a fine pasto per aiutare la digestione e prevenire le coliche.
L'erboristeria riconosce al finocchio selvatico le seguenti proprietà: carminativa (contro i gas intestinali), digestiva e diuretica, aperitive, antifermentative.
Viene inoltre utilizzato come deodorante e purificante durante il bagno, buttando in infusione nella vasca calda una manciata di frutti secchi a mo' di sali da bagno.