I consigli dell'orto di ottobre
Il mese di ottobre è prolifero di attività nell'orto e nel frutteto. Se da un lato le semine e i trapianti rallentano, dall'altro lato è il tempo della raccolta degli ultimi ortaggi estivi e di tutti quelli autunnali. Anche il frutteto è ricco di produzioni e i lavori di preparazione all'inverno richiedono impegno, cosi come la raccolta copiosa di frutta e verdura richiede mani esperte per la conservazione.
di Mira Tonioni
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Ottobre rappresenta senz'altro il pieno autunno ed arrivano le prime vere gelate.
Prima che queste arrivino è ancora possibile raccogliere i frutti dell'orto estivo come peperoni, melanzane, zucchine e gli ultimissimi pomodori.
Da questo momento, dopo la prima gelata, tutte le piante che non sono in grado di sopportare temperature sotto lo zero (inesistenti nei paesi d'origine) non fruttificano più e muoiono.
Le specie che invece riescono a sopravvivere alle gelate e che quindi nel nostro orto sono pronte per la raccolta sono: bietole, broccoli, i primi cavolfiori, verze, cicorie, lattughe e radicchi vari, porri, spinaci, sedani e alcuni tipi di carciofi.
Per quanto riguarda la raccolta della frutta possiamo trovare l'ultimissima uva, pere e mele, i primi limoni e kaki, e una grande abbondanza di castagne.
Ottobre è inoltre il momento delle zucche più tardive e delle verdure ipogee, infatti si possono raccogliere oltre che finocchi, carote, ravanelli, topinambur e rabarbaro anche i rizomi dell'igname e le radici di scorzanera.
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Due fenomeni che cominciano nel mese di ottobre sono la brina e le gelate.
La brina è lo strato di ghiaccio microcristallino e granulare, forma solida del vapore contenuto nell'aria. Questo fenomeno di brinamento (ovvero il passaggio diretto dallo stato gassoso a quello solido) avviene quando la temperatura dell'atmosfera è pari o inferiore a zero, mentre gli oggetti sui quali si deposita hanno temperatura maggiore, anzi, il fenomeno della brina avviene con maggiore incidenza sulle superfici che disperdono calore.
Abbiamo invece la cosiddetta gelata quando non solo la temperatura dell'atmosfera ma anche quella della superficie degli oggetti è inferiore allo zero. Ciò può comportare quindi il congelamento anche dei liquidi interni e la rottura delle cellule.
Questi fenomeni non sono negativi a prescindere per tutte le piante dell'orto; molte, specie quelle originarie di altri climi dove la temperatura non scende mai a questi livelli, non hanno alcune difese né predisposizioni genetiche contro il freddo, ma numerose altre piante si sono adattate ad esso ed anzi riescono a sfruttarlo: degli alberi ad esempio necessitano delle basse temperature affinché il gelo uccida parassiti e uova di insetti nocivi nascosti nella corteccia. Un esempio su tutti è il ciliegio, pianta che trae beneficio dalle gelate invernali.
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Per quanto concerne la semina in semenzaio per chi porta avanti un orto famigliare, in ottobre si può sospendere il lavoro.
Mentre riguardo la semina a dimora nei climi più miti è possibile metter giù cipolle, spinaci, e fave e piselli per la primavera e cominciare a piantare i piccoli bulbi d'aglio che si raccoglieranno poi nel mese di marzo.
I trapianti riguardano soprattutto radicchio rosso e cicoria, oltre a ciò si possono impiantare le fragole che fruttificheranno poi il susseguente aprile. A seconda delle specificità del clima, le fragole necessitano di essere protette con del tessuto non tessuto o da una serra.
Alcuni ortaggi necessitano di particolari lavorazioni, ad esempio l'imbianchimento. Questa tecnica agricola consiste nel coprire o legare gli ortaggi, solitamente a foglia, di modo che la parte centrale non riceva luce e non produca clorofilla.
Lo scopo di questo trattamento è quello di far acquisire all'ortaggio un sapore più dolce o comunque non amaro, e di mantenerlo di un colorito bianco. Solitamente viene fatto sulle piante di radicchio, indivia, lattuga romana, sedano e cardo.
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Nel mese di ottobre il lavoro che più impegna l'agricoltore è senz'altro quello della raccolta: uva, olive, mele, pere, kaki (da metà mese).
Sono tutte piante assai produttive che necessitano di lavori specifici:
- per quanto riguarda la raccolta delle olive servono gli appositi teli da disporre sotto gli alberi e strumenti di raccolta che possono essere manuali o motore
- l'uva va raccolta manualmente, con le forbici e con la giusta cura per non danneggiare i grappoli
- mele e pere hanno bisogno di essere colte a mano su alberi che possono arrivare anche a dieci metri di altezza con necessità di scale e organizzazione di panieri e cassette
- anche i kaki devono essere raccolti a mano, con molta cura, e posti ad ammezzire con tutti i riguardi dovuti ad un frutto così delicato.
In questo mese è possibile iniziare a progettare eventuali nuovi impianti di alberi da frutto, procurandosi letame ed altri fertilizzanti ecologici.
Un lavoro indispensabile è quello di ripulire gli alberi da eventuali rami morti e frutti rinsecchiti o ammuffiti rimasti attaccati all'albero per prevenire malattie e la nidificazione di eventuali animali nocivi alla pianta.
Inoltre in ottobre un compito molto impegnativo è raccogliere le foglie cadute degli alberi tenendo puliti viali, sentieri e fossati.
Le foglie comunque sono materiale organico utili per compostaggi e pacciamature, un riuso intelligente ed ecologico di questa risorsa.
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Un tempo tutte le case di campagna possedevano un locale per la conservazione di frutta ed ortaggi, chiamato “fruttaio”, un ampio spazio poco illuminato e ben arieggiato, riempito da strutture a telaio dove frutta e verdura venivano riposte e omogeneamente distribuite.
Gli scaffali a telaio permettevano un continuo passaggio dell'aria per prevenire muffe e marcescenze, i frutti vi erano depositati su un solo livello, senza sovrapposizioni per non agevolare la marcescenza.
Ortaggi come carote, patate, ravanelli e altri alimenti dalla stesse caratteristiche, venivano interrati in cassoni di legno pieni di sabbia. Lo scopo di questo metodo di conservazione è chiaro: l'ortaggio era mantenuto al fresco e al buio, ma in un ambiente privo dell'umidità che avrebbe potuto fare innescare la ripresa vegetativa o la marcescenza.
Ovviamente sia frutta che verdura potevano essere essiccati togliendo così quasi tutta l'acqua dell'alimento, oppure trasfromati con zucchero in marmellate, confetture e mostarde, o solo con calore in salse e sughi. Altri prodotti conservati erano i vegetali sott'olio o sotto aceto e alcuni anche sotto sale.
Tutti questi metodi permettevano di isolare l'alimento dall'ambiente o creare un pH adatto in cui le muffe e microrganismi non potevano alterare il prodotto alll'interno del vaso.