Parto naturale dolce: le tecniche e i benefici
Il parto è un momento molto particolare nella vita di una donna, può procurarle molte ansie e una buona dose di tensione. Spesso, inoltre, la futura mamma ha paura del dolore associato al parto naturale. Scorpiamo meglio le diverse opzioni per un parto naturale dolce.
> Training autogeno respiratorio per il parto dolce
Cos'è il parto naturale
Il parto naturale è un evento fisiologico, la normale conclusione della gravidanza; è doloroso? Certo: nessuno può negarlo.
L’intensità del dolore è però soggettiva e dipende da diversi fattori, per esempio rapidità di travaglio e parto, ma anche personale capacità di sopportare la sensazione dolorosa.
In ogni caso, esistono metodi e tecniche, farmacologici e non, per controllare il dolore associato al parto. La scelta di ricorrere a un’opzione piuttosto che un’altra è del tutto personale. Le donne che abbiano desiderio di partorire nella maniera più naturale e meno medicalizzata possibile possono scegliere tra diverse opzioni di parto dolce. Ne descriviamo tre.
Training autogeno respiratorio per il parto dolce
Il training autogeno respiratorio (RAT) è nato come tecnica per contrastare lo stress; oggi viene applicato spesso a travaglio e parto e lo si può apprendere in numerosi corsi preparto. Si compone di 7 esercizi che integrano tecniche di rilassamento, respirazione autogena e immaginazione. L’apprendimento del metodo prevede una fase guidata da uno psicologo ed esercitazione autonoma.
Affinché il training autogeno respiratorio sia efficace per un parto dolce, è consigliabile avvicinarsi al RAT già nel secondo trimestre di gravidanza e seguire un percorso di conoscenza completo su gravidanza, parto e post-partum per sapere esattamente cosa accadrà al proprio corpo e porsi con maggiore tranquillità rispetto al parto.
Il RAT può essere di grande aiuto per un parto naturale dolce in quanto, grazie al respiro autogeno, l’organismo può esercitare al massimo la propria funzione respiratoria, anche in situazioni di grande stress e affaticamento, qual è, appunto, quella del travaglio e del parto. Il beneficio è duplice in quanto si riduce la sensazione dolorosa per la partoriente e, allo stesso tempo, si favorisce l’adeguata ossigenazione per il bambino.
Parto dolce con ipnosi
Il parto con ipnosi è un’altra forma di parto dolce. L’ipnosi è, infatti, uno stato di profondo rilassamento fisico e mentale e può essere utilizzata per ridurre lo stress e la sensazione dolorosa della mamma durante il parto. Se state immaginando il mago Silvan che schiocca le dita, beh sappiate che il parto con ipnosi non è questo. Esistono due modi per associare questo metodo al parto: autoipnosi e ipnosi estemporanea.
L’autoipnosi prevede che la gestante impari ad autoindursi l’ipnosi, prima con l’aiuto di un operatore specializzato e poi facendo esercizio in autonomia.
L’ipnosi estemporanea prevede, invece, la presenza di una persona esperta, solitamente un’ostetrica adeguatamente addestrata, che durante il parto induca l’ipnosi nella donna.
Si tratta, in entrambi i casi, di un’ipnosi leggera che consente alla partoriente di restare vigile e sveglia ma, allo stesso tempo, di “allontanarsi” dal dolore e dalle ansie legate al parto.
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Parto dolce in acqua
Un’altra forma di parto naturale dolce è il parto in acqua. È una pratica ormai consolidata anche in Italia e si possono trovare diversi ospedali in cui è possibile dare alla luce il proprio bambino con questa modalità, soprattutto al Centro e al Nord.
L’immersione della donna in acqua calda aiuta la produzione di endorfine, sostanze naturali che favoriscono il rilassamento muscolare e consentono di avvertire meno il dolore. Se si decide di praticare questo tipo di parto dolce è fondamentale affidarsi a mani esperte e a una struttura idonea, per evitare rischi igienici.
Negli ospedali attrezzati per il parto in acqua, questo avviene in vasche che consentono il ricambio continuo di acqua, per mantenerla sempre pulita da sangue, urina, feci e liquido amniotico emessi durante il parto. Inoltre, l’acqua viene mantenuta a una temperatura costante di 37 gradi.
Il protocollo relativo a questa modalità di parto dolce, prevede che la donna entri in acqua preferibilmente solo durante le fasi del travaglio attivo perché, nella prima parte del travaglio, quando le contrazioni non sono ancora regolari, l’acqua calda, proprio in virtù delle proprietà calmanti, potrebbe ritardare il decorso del travaglio.
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