Alimentazione in viaggio, consigli utili
L'alimentazione in viaggio può diventare un problema e sapersi orientare non è semplice: ogni paese che visitiamo ha i suoi usi e costumi che si riflettono anche in cucina. Vediamo alcuni esempi con consigli utili e pratici
Proust diceva che il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell'avere nuovi occhi; ci permettiamo di dissacrare un po' la solennità dell'aforisma aggiungendo che talvolta il viaggio sta anche nell'avere un nuovo palato.
L'istintiva ricerca del nuovo, il bisogno dello stimolo sconosciuto, del tornare alla condizione primordiale nella quale si è soli e sconosciuti è da sempre una delle esigenze primare dell'essere umano: che sia una piccola vacanza relax o un avventuroso anno sabbatico, in viaggio scopriamo sempre che le energie sono brillanti, fresche, pronte, e che i sensi possono essere arricchiti se mettiamo da parte i pregiudizi e lasciamo a casa le nostre abitudini.
Scegliere una bella meta, esotica o meno, significa infilarsi in un nuovo universo di gusti e di sapori, di abitudini alimentari e modi di fare, tramite i quali oltre a deliziare i palati, potremmo anche capire qualcosa delle religioni, delle condizioni di vita, degli orientamenti etici e salutistici di un popolo.
Primo passo: l'alimentazione in aereo
Una volta decisa la meta, è il momento di capire come raggiungerla. Che sia aereo, treno o bus, nella quasi totalità dei casi ci sarà la possibilità di scegliere il proprio cibo.
Prendiamo il caso dell'aereo e notiamo subito che dopo aver completato l'acquisto del biglietto le opzioni del menù possono essere estremamente variabili, principalmente a seconda del paese della compagnia. La “nostra” Italia ha di base un'unica cucina nazionale, ma altri stati sono multicuturali, multietnici e multireligiosi, e questo si riflette nelle opportunità di scelta.
Per tanto capita che viaggiando con una compagnia asiatica ci venga chiesto se vogliamo un pasto “continental”, ovvero di cucina internazionale, o il cibo nazionale. Vista la millenaria attenzione al tema del vegetarianesimo che contraddistingue l'Asia, ci chiederanno se vogliamo un cibo vegetariano o meno; talvolta è prevista l'opzione vegan.
Quando pensate che sia finita, arriva un'altra lista di opzioni che sul momento diranno poco ai più impreparati: volete un pasto kasher? Lo volete halal, o di una qualche religione particolare? Basta chiedere.
Infine, vi verrà domandato se il vostro piatto dovrà rispettare canoni salutistici, nel caso siate allergici alle proteine, agli arachidi, al latte, alle uova, al pesce, ecc.
Tutta questa variabilità che può sconcertare i più impreparati è la testimonianza di quante possibilità offrà l'universo dell'alimentazione: ogni luogo ha ingredienti tipici e ricette specifiche, pasti stagionali e tradizioni che influenzano in un modo o in un altro il modo di cucinare e di mangiare, i cosiddetti “usi e costumi”; vediamoli per grandi categorie.
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Alimentazione in viaggio: le influenze religiose
Avremo già notato senz'altro l'influenza della religione in molte diete a partire dall'acquisto del biglietto. La dieta kasher è tipica degli ebrei, e sia la scelta degli ingredienti che la loro preparazione devono rispettare rigorosamente le numerose e complesse regole alimentari stabilite nella Torah; una volta preparato un pasto kasher non deve essere assolutamente contaminato con cibo non kasher.
Similmente, un pasto halal deve rispondere a tutti i canoni alimentari dettati dalla Sunna, specie in materia di macellazione, secondo precisi rituali e con formule codificate.
Esistono altre diete religiose meno note: dal subcontinente indiano, la dieta jain è fondamentalmente una dieta vegetariana che però evita anche vari cibi vegetali non “sattvici”, ovvero quelli che alimentano troppo l'inerzia, l'ignoranza e tutti i cibi eccitanti, mentre la dieta sikh è una forma più moderata di latto-ovo-vegetarianesimo di derivazione religiosa.
Alimentazione in viaggio: le influenze etiche
In molti paesi atei l’influenza della religione ha un impatto minore sulle abitudini alimentari ma spesso il peso dell’etica si fa sentire anche a tavola: vediamo alcuni esempi.
Uno dei movimenti etici più famosi è senza dubbio quello vegan e tutta la filosofia legata al rispetto della vita e dei diritti degli animali.
In molti luoghi l’alternativa vegan comincia ad essere reperibile facilmente, in modo da soddisfare i bisogni di questa sorta di obiezione di coscienza.
Spesso però le persone sono mosse anche da altre motivazioni: la ricerca dei prodotti di origine bio, in modo da favorire e aziende che lavorano senza pesticidi e fertilizzanti chimici; e la ricerca del cosiddetto “chilometro zero” e del locale, in modo da favorire le aziende e i prodotti del posto evitando tutto l’inquinamento conseguente ai grandi trasporti.
Alimentazione in viaggio: le influenze salutistiche
Alcune diete infine sono dettate soprattutto da esigenze salutistiche, in questo caso "internazionali": è il caso ad esempio delle diete che escludono alcuni alimenti per via di allergie, come quando si è allergici al latte, ai legumi, o si soffre di celiachia, o per via del divieto di mangiare precisi alimenti, pensiamo allo zucchero per i diabetici, o le proteine nei casi di fenilchetonuria.
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