10 Erbe per il Sonno
I disturbi del sonno accompagnano la vita di molti di noi e possono influenzarne la qualità in maniera strutturale. Alle prime avvisaglie perché non ricorrere alla farmacia della natura che può riarmonizzare i nostri equilibri biologici? La cultura erboristica è ricca di piante che possiedono proprietà sedative ed ipnoinducenti. Basta essere indirizzati alla giusta scelta, sulla base di affinità personali con l’energia della pianta, con le sue analogie funzionali. Infatti la natura parla all’uomo attraverso le sue manifestazioni ed è in grado di ricondurlo ad archetipi universali se solo la si osserva con gli occhi della mente analogica.
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Una delle tante coccole che possono accompagnare il sonno è quella di prepararsi una buona tisana. Riscaldare lo stomaco con una bevanda calda ben predispone al rilassamento, perché lo stomaco viene aiutato a completare la sua fase digestiva, ne scalda le pareti e trasmette un messaggio miorilassante al suo meridiano che scorre anche lungo le gambe.
L’elemento Terra richiede calore, per sciogliere i "nodi", le rigidità mentali. Anche il fegato riceve gli effetti benefici del calore e del rilassamento dello stomaco, viene sedato a sua volta e provvede a distribuire sangue ed energia nell’organismo è a riposo. Sedare l’elemento Legno, significa calmare la vivacità, l’intemperanza, l’irruenza, la rabbia e prepararsi così ad un sonno di buona qualità.
I rimedi erboristici quindi agiscono anche ad un livello sottile, partendo da una sollecitazione fisica, dalla “Terra” per elevarsi ad un approccio energetico, vibrazionale.
Ecco quindi una selezione di erbe per dormire da scegliere in base alle proprie propensioni, gusti e analogie.
Il sonno e le sue fasi
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Il biancospino è originario dell’Europa, dell’Africa settentrionale e dell’Asia occidentale. Può presentarsi sotto forma di arbusto spinoso o di alberello dai fiori bianchi e bacche rosse con all’apice una piccola corona.
Questa immagine analogicamente regale ha valso al biancospino il titolo di “pianta del cuore”, considerando il cuore come centro equilibratore di tutto l’essere. Il biancospino da un punto di vista simbolico riassume in sé razionalità ed emotività: sulla stessa pianta convivono fiori bianchi, a simboleggiare il cervello e bacche rosse incoronate, in analogia al cuore, alla sua funzione regale e alla sua posizione di centralità. È indicata per chi vive come un re senza più potere e autorità, a chi si lascia dominare da un’eccessiva razionalità e non ascolta più la sua parte istintiva.
L’ipertensione è una delle tante problematiche a cui il biancospino fornisce rimedio. Si usano i fiori freschi, seccati o in estratto. È un cardiotonico e un regolatore della pressione sanguigna.
È antispasmodico e sedativo del sistema nervoso centrale e del neurovegetativo, per questo indicato come rimedio per le problematiche legate al sonno.
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La camomilla secondo la farmacopea greca faceva parte delle 12 erbe sacre ed era dedicata sia al Sole sia alla Luna, per la sua forma caratteristica: giallo al centro e bianco attorno. Il suo nome botanico “Matricaria” deriva dal latino Matrix, utero o da Mater, madre: i suoi benefici effetti si riversano sull’apparato femminile e sui bambini piccoli per lenire le irritazioni, le nevralgie e gli spasmi.
La camomilla possiede un’energia yin, femminile e lunare, bilanciata da una spiccata simbologia solare. Da essa si estrae il prezioso olio essenziale di camomilla che si presenta di colore blu, e per questa sua caratteristica viene associato al chakra della gola, legato alla comunicazione, alla socializzazione. La camomilla influisce direttamente sul sistema nervoso centrale, e neurovegetativo. Possiede la forza di allentare le resistenze mentali e viscerali, fluidifica i ristagni energetici.
La sua duplice forza yin e yang si rispecchia anche negli effetti che in base ai dosaggi possono manifestarsi in maniera oppositiva: a basse dosi è calmante e antispasmodico, a dosi maggiori si trasforma in uno stimolante. Possiede proprietà sedative, antispasmodiche, digestive, febbrifughe, diuretiche, calmanti, diaforetiche, regolatrici dei flussi periodici.
La camomilla è un ottimo rimedio anche contro i crampi
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L’escolzia è originaria della Arizona, California e Messico, ed è stata introdotta in Europa nei primi dell’800 ma era già largamente impiegata dagli indiani d’America. È denominata anche Papavero della California I suoi fiori sono giallo-arancione e la sua energia è dichiaratamente yang, solare, maschile.
La presenza di alcaloidi agenti sul sistema nervoso centrale la rende efficace per migliorare la qualità del sonno. È particolarmente indicata per la sindrome da fase ritardata (ritardo nell’addormentamento) poiché stimola l’attività secretiva dell’epifisi.
È ideale in caso di sonno disturbato da crampi poiché svolge azione antispasmodica, rilassante. È particolarmente raccomandata in tutti i disturbi di sintomatologia gastrica ma di causa psicologica, grazie alle sue proprietà analgesiche. Se ne sconsiglia invece l'uso in gravidanza o durante l'allattamento e in soggetti ipotesi.
Proprietà, uso e controindicazioni della tintura madre di escolzia
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La lavanda nasce in terreni assolati, aridi, sassosi, tipica dell’area mediterranea. Il nome deriva dal latino “lavandus” = “che pulisce” e in passato si usava mettere i fiori freschi in infusione nell’acqua per la detersione personale. Questa valenza è rimasta, infatti il suo nome evoca ancora oggi profumo di pulito. È un’erba di energia yin, lunare, di natura femminile.
È legata a sentimenti miti, a forme delicate, pure, ancestrali. Il suo profumo e il suo colore richiamano soggetti eterei, leggeri. Possiede proprietà antiinfiammatorie, decongestionanti, analgesiche. È un riequilibrante nervoso, rilassante, antidepressivo, antisettico, ipotensivo. È indicata per curare i disturbi del sonno, stress, cefalea, disturbi delle vie aeree. È adatta a calmare i bambini.
L'olio essenziale di lavanda è l'olio rilassante per antonomasia
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La melissa cresce spontanea in Europa ed Asia. È una pianta erbacea perenne caratterizzata da un gradevole profumo di limone da fiori bianchi o rosa a calice. La sua natura è yin, femminile. Il suo nome significa ape in greco e infatti pare possieda la proprietà di attirarne sciami erranti. Da sempre le sono riconosciute virtù sedative tanto che gli Arabi la utilizzavano per allontanare le inquietudini dello spirito e forme depressive.
Tutti gli antichi erboristi consigliavano la melissa come rinforzante del sistema nervoso. I Carmelitani Scalzi nel XVII sec ne distillavano “l’acqua antiisterica” che somministravano in casi di insonnia, isteria, malinconia, svenimenti.
La forma del fiore a calice tuboloso ricorda aspetti del sistema riproduttivo femminile: per analogia è indicato per facilitare l’ovulazione, calmare gli spasmi uterini, contro la nausea in gravidanza, per regolare il ciclo mestruale. Ha un largo impiego nelle manifestazioni psicosomatiche: cefalee, insonnia, spossatezza, spasmi dello stomaco, malinconia, ipocondria, palpitazioni, vertigini.
È indicata per alterazioni della sfera emotiva: ipersensibilità, ansia, il panico, agitazione. È febbrifuga e sudorifera. È un regolatore della pressione cardiaca: abbassa quella troppo elevata, ma non influisce sulla pressione bassa. Calma il battito, calma la respirazione troppo veloce. Dati gli effetti collaterali della melissa, questa è sconsigliata per chi è affetto da disfunzioni tiroidee.
Prova anche la tisana alla melissa
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Il Papavero è un’erba a fusto eretto peloso, delicato, ramificato. Le foglie sono alterne, picciolate, mono o bipennate. In giugno e luglio si manifesta con i suoi fiori rossi o rosacei, solitari, a petali grandi con una macchia nera alla base. Il frutto è una capsula con numerosi semi neri.
L’iconografia classica lo dipinge sempre in presenza di una spiga di frumento e orzo, perché è in realtà un infestante di campi così coltivati. È definita una pianta saturnina, e ne rappresenta la pigrizia, la misantropia e la mollezza di carattere, ma anche il potere: si narra che Tarquinio il Superbo per insegnare le strategie di guerra al figlio avesse fatto abbattere con un bastone i papaveri più alti del giardino, a significare che per far capitolare un regno bisognasse sopprimere prima le più alte cariche.
Presenta morfina, acido meconico, resine, mucillagine e sostanze coloranti. Il nome papavero deriva dal celtico “papa” ovvero pappa, poiché si narra che il suo lattice venisse aggiunto alla pappa dei bambini per indurre un sonno lungo e ristoratore. È indicato per l’insonnia, il nervosismo, eccitazione, ansia, tosse e bronchite. È un buon rimedio per bambini e anziani perché non presenta effetti collaterali, in dosi controllate.
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Ci sono varie specie di passiflora. Sono originarie delle zone tropicali e subtropicali del centro e del sud America; alcune del nord America ed altre asiatiche. Le sue proprietà curative erano già conosciute dagli Aztechi, come rimedio rilassante.
La passiflora è stata introdotta in Europa da un padre agostiniano nel 1610 che studiandone la conformazione ha attribuito al fiore significati simbolici relativi alla passione e alla crocifissione di Gesù Cristo: la corona di filamenti dell’ovario rappresenta la corona di spine, i 5 stami le 5 ferite di Gesù, i 3 stigmi i 3 chiodi, i 5 petali e i 5 sepali il numero di apostoli rimasti fedeli. I fiori della passione si schiudono in estate ed i suoi frutti sono commestibili.
Grazie alle sue proprietà la passiflora viene impiegata per la prevenzione e la cura di forme d’ansia e insonnia causata da agitazione. La sua azione calmante e sedativa garantisce un sonno notturno tranquillo e ininterrotto. Per la sua azione antispasmodica è indicata per contratture muscolari, o crampi mestruali. È sedativa anche in caso di asma, palpitazioni, deficit dell'attenzione e pressione alta
Insonnia addio, grazie alla passiflora
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Il tiglio è originario dell’Europa e del Caucaso. È un albero di grandi dimensioni con fusto eretto e corteccia inizialmente liscia, poi screpolata in età avanzata, grigia con numerose venature; per analogia richiama l’invecchiamento umano.
Le foglie sono di colore verde scuro, a forma di cuore, con margine seghettato. In giugno e luglio sbocciano fiori bianco-gialli profumatissimi. Il tiglio è considerato l’albero dell’amore coniugale: si narra che Bauci e Filemone, due vecchi coniugi, avessero accolto nella loro casa Zeus e Ermes sotto mentite sembianze umane. A ricompensa di tale benevolenza, gli dei esaudirono il loro desiderio di poter morire insieme in tarda età. Un giorno i due coniugi ormai molto anziani iniziarono a trasformarsi: Bauci in una Quercia e Filemone in un Tiglio, uniti per sempre in un unico tronco.
È simbolo della longevità, della durata. La pianta ha proprietà calmanti, antispasmodiche in particolar modo del sistema gastrico, sedative, antireumatiche, diaforetiche. E’ indicato in casi di insonnia, nervosismo, cefalea, influenze, tosse. E’ un buon regolatore della pressione sanguigna.
La tisana al tiglio
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La Valeriana è originaria dell’Europa Centrale. Ha un portamento maestoso ed elegante. In primavera-estate presenta piccoli fiori bianchi o rosati in ombrelle e profumati. Cresce in boschi umidi, lungo i ruscelli. Questa pianta manifesta grandi proprietà adattive e si trasforma in funzione alle diverse condizioni climatiche.
Il nome deriva dal latino “valere”= avere forza: chi ne faceva uso ritrovava la giusta tonicità. La farmacopea definisce la valeriana uno psicolettico, ovvero presenta proprietà sedative che agiscono sul sistema nervoso centrale.
È antispasmodica e antinevralgica. Per le sue capacità regolatrici negli squilibri nervosi è indicata contro tutte le manifestazioni ansiose, depressione, emicrania, nevrastenia, insonnia. L’uso eccessivo può originare dipendenza ed è controindicata per i soggetti ipotesi.
Scopri anche le proprietà della tintura madre di valeriana
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La verbena è una pianta spontanea del Sud America importata in Europa verso la fine del 1700. Presenta un fusto legnoso che può raggiungere anche i 2 metri d’altezza, con piccoli fiori bianchi disposti in spighe. Nell’antichità veniva considerata una pianta dalle proprietà magiche: i Romani infatti la utilizzavano in riti propiziatori di purificazione degli altari. I Celti e i Germani la impiegavano per favorire la concentrazione e lucidità mentale.
La verbena è una pianta mercuriale, che agisce sull’intelligenza e la comunicazione. Possiede un’energia moderatamente Yang. La Verbena è un riequilibrante del sistema nervoso: con effetto tonico o calmante. È indicata per soggetti stressati e iperattivi, per sedare le tensioni psicosomatiche che si manifestano all’altezza della nuca e delle spalle con cefalee o disturbi digestivi.
Possiede proprietà antispasmodiche, antiinfiammatorie, antisettiche, stomachiche e carminative, è un calmante e riequilibrante. È utile in casi di stress, insonnia, ansia, depressione, tachicardia, nevralgie. Se ne sconsiglia l’uso in gravidanza.