Erbe per Dormire: quali sono e come usarle

La farmacia della natura è ricca di piante che possiedono proprietà sedative ed ipnoinducenti. I loro effetti spesso sono simili, si coadiuvano, si potenziano. Scopriamole meglio.

>  1. Quale erba per dormire scegliere?

>  2. Asperula odorata, Galium odoratum

>  3. Arancio dolce: Citrus aurantium 

>  4. Biancospino, Crataegus oxyacantha

>  5. Camomilla matricaria

>  6. Escolzia, Eschscholzia californica

>  7. Lattuga, Lactuca sativa

>  8. Lavanda, Lavandula spica

>  9. Luppolo, Humulus lupulus

>  10. Melissa officinalis

>  11. Papavero, Papaver rhoeas

>  12. Passiflora

>  13. Salice, Salix alba

>  14. Tiglio, Tilia tomentosa

>  15. Valeriana officinalis

>  16. Verbena odorosa, Lippia citriodora

 

Biancospino per dormire

 

 

Quale erba per dormire scegliere?

Scopo di questo speciale è quello di indirizzare alla giusta scelta, compiuta sulla base di affinità personali con l’erba che cura la causa, non solo il sintomo, con la sua energia, con le sue analogie funzionali. A tale scopo ogni rimedio dovrebbe essere osservato nella sua descrizione fisica, nei suoi componenti, nelle sue interazioni e indicazioni. L’invito è anche quello di cercare le immagini delle erbe, di osservarle nella forma, nel colore, perché la natura parla anche attraverso le sue manifestazioni e le riconduce ad archetipi universali.

 

Asperula odorata, Galium odoratum

È una pianta perenne che raggiunge circa i 30 centimetri, con fusti eretti quadrangolari caratterizzata da foglie di colore verde scuro che formano una stella da 6 a 8 punte e fiori bianchi in infiorescenze.

È originaria dell’Europa Settentrionale e Centrale,  cresce nei boschi e si sviluppa maggiormente nelle zone d’ombra. Fin dall’antichità viene raccolta ed utilizzata per cucinare, ma anche a scopo terapeutico. Pare debba il suo nome alla sensazione di ruvidità che si percepisce passando una mano sulle foglie. In passato i fiori essiccati venivano usati per profumare la biancheria e per allontanare gli insetti.

L’asperula è un efficace tonico per il fegato poiché ne promuove la disintossicazione. Viene utilizzata per combattere la depressione, l’insonnia, l’isteria e l’ipertensione.

Il fiore di asperula odorata è considerato dalla medicina tradizionale un tonico per tutto l’organismo, grazie soprattutto al suo effetto spasmodico contro crampi notturni o dolori articolari e risulta anche particolarmente efficace per combattere i calcoli renali e le infezioni che colpiscono il tratto urinario. Se consumata in eccesso la cumarina (principio attivo) può causare mal di testa e intontimento.

 

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Arancio dolce: Citrus aurantium 

Alberello sempre verde di forma piramidale, con foglie ovali e lucide, dai fiori bianchi e profumatissimi, le zagare, e dai frutti aranciati di dimensioni inferiori a quelle dell’arancio amaro.

È originario dell’Estremo Oriente, precisamente della Cina Meridionale e del Nord della Birmania ed è stato diffuso in Europa ad opera dei Portoghesi e degli Arabi tra il VII e il XII sec. I cinesi chiamano l’arancio “chin-ch’in”-palla d’oro. Infatti l’arancio dolce simboleggia il Sole, con un’energia moderatamente Yang: l’arancia richiama le asprezze della vita con la sua scorza amara, ma promette dolcissimi spicchi e profumi inebrianti a chi ha la costanza di perseverare senza lasciarsi scoraggiare!

Possiede proprietà antidepressive, calmanti, è un tonico cardiaco e muscolare, è antispasmodico, disintossicante battericida, febbrifugo. E’ indicato per forme di ansia, insonnia, stress, disturbi digestivi, spasmi muscolari.

 

Biancospino, Crataegus oxyacantha

Arbusto spinoso o alberello dai fiori bianchi e con bacche rosse ovoidali sormontate all’apice da una piccola coroncina. In passato per questa segnatura da re si riteneva fosse una pianta del cuore per eccellenza, inteso come centro equilibratore di tutto l’essere.

È indicata per chi vive come un re spodestato, a chi si lascia dominare da un cervello troppo razionale e non sente più la voce del cuore. Il Biancospino mostra come si possano far convivere razionalità e sentimento: sulla stessa pianta convivono fiori bianchi (cervello) e bacche rosse incoronate (cuore, re, centralità).

Viene largamente usata per la cura dell’ipertensione. E’ originaria dell’Europa, dell’Africa settentrionale e dell’Asia occidentale. Cresce spontanea in siepi (in analogia al bisogno di ordine). Si usano i fiori freschi, seccati o in estratto. Sono cardiotonici e favoriscono un giusto equilibrio della pressione sanguigna. Sono antispasmodici e sedativi del sistema nervoso centrale e del neurovegetativo.

 

Camomilla matricaria

Faceva parte delle 12 erbe sacre dei Greci, dedicata sia al Sole che alla Luna, per il suo caratteristico centro giallo a raggiera e i petali bianchi. Il suo nome botanico “Matricaria” deriva dal latino Matrix, utero o da Mater, madre e riporta all’apparato genitale femminile e alla sua benefica influenza sulla salute della donna. Da sempre è un rimedio che soccorre le madri nel portare sollievo ai loro piccoli per calmarne l’irritabilità, i dolori, le nevralgie da dentizione. La sua è un’energia yin, molto femminile e lunare, con una forte connotazione simbolica solare. 

Il fiore è più piccolo di quello della Camomilla Romana. L’olio essenziale è di colore blu, dovuto all’azulene che non è presente nel fiore fresco, ma si sintetizza al momento della sua distillazione. Il colore blu della camomilla matricaria si associa al quinto chakra, quello della gola, legato alla parola, alla comunicazione, all’esternazione!

La camomilla influisce direttamente sul sistema nervoso centrale, comprese le componenti vegetative che presidiano il funzionamento viscerale. Scioglie i nodi, i ristagni energetici, le rigidità di pensiero. La sua duplice natura si riflette anche nel suo duplice effetto antagonista: a bassi dosaggi è un efficace calmante e antispasmodico, a dosaggi maggiori può trasformarsi in uno stimolante.

Possiede proprietà sedative, antispasmodiche, digestive, febbrifughe, diuretiche, calmanti, diaforetiche, regolatrici dei flussi periodici. E’ indicata per le infiammazioni ( a largo spettro), dolori muscolari, coliche, nevralgie, insonnia, tensione nervosa, dismenorrea.

 

Escolzia, Eschscholzia californica

Questa pianta è stata introdotta in Europa nei primi dell’800 ma era già conosciuta ed impiegata dagli indiani d’America.

L'Escolzia è una pianta dai fiori giallo arancione, ricca di alcaloidi: la berberina, per un'attività sedativa, la protopina per un'azione antispasmodica, rilassante (e anche antibatterica), la criptopina calmante del cuore, la chelidonina come antidolorifico ed antispasmodico nel tratto intestinale e nella colecisti ed è nota anche per la sua azione disinfettante, antibiotica ed antifungina; la sanguinarina per la cura e la profilassi dell'igiene orale. Il fitocomplesso della pianta la rende efficace per migliorare la qualità del sonno ed è indicata per la sindrome da fase ritardata (ritardo nell’addormentamento). È ideale in caso di sonno disturbato da crampi.

L'Escolzia può essere utilizzata tranquillamente anche per i bambini ed anzi rappresenta un ottimo coadiuvante per problematiche legate a quella fascia d’età quali agitazione, enuresi, e in caso di pertosse come calmante.

Data la sua alta valenza psicosomatica, l’Escolzia è particolarmente raccomandata in tutti i disturbi di sintomatologia gastrica ma di causa psicologica, grazie alle sue proprietà analgesiche. E’sconsigliato l'uso in gravidanza o durante l'allattamento, e in chi manifesta sintomi di ipotensione.

 

Lattuga, Lactuca sativa

Erbacea annuale con radice a fittone ricco di radichette, da cui si sviluppa una rosetta di foglie larghe, intere e glabre. Dalla rosetta di foglie si sviluppa anche il fusto floreale che porta i fiori gialli raccolti a pannocchia.

La lattuga è ricca di ferro, potassio, calcio e magnesio. È calmante, emolliente, sedativa, leggermente anafrodisiaca. Il consumo della pianta fresca aiuta in caso di anemia, nervosismo e stipsi. È inoltre utile per abbassare la pressione sanguigna.

 

Lavanda, Lavandula spica

Il nome deriva dal latino lavandus =pulendo, per i Romani che usavano mettere i fiori freschi in infusione nell’acqua in cui si lavavano. Il suo nome evoca odore di pulito, sacchettini per profumare e disinfettare armadi e cassetti, saponette, acqua di colonia.

La lavanda è stata messa in relazione alle virtù e alla purezza dell’anima e al Battesimo. La sua spiga veniva utilizzata come amuleto per proteggere e propiziare fecondità e prosperità. È un’erba di energia yin, sotto il controllo della Luna, quindi di natura femminile: le sue spighe di piccoli fiori chiusi richiama l’immagine della giovane donna, la cui intera personalità deve maturare. Accompagnava infatti i corredi delle giovani spose con il suo profumo rafforzante e riequilibrante.

Nasce in terreni assolati, aridi, sassosi, nella zona mediterranea di Grecia, Italia, Francia, Spagna, Portogallo. Fiorisce a Giugno, le spighe vanno raccolte ancora chiuse, prima che il loro olio essenziale si diffonda e si disperda. Possiede proprietà antiinfiammatorie, decongestionanti, analgesiche. È un riequilibrante nervoso, rilassante, antidepressivo, antisettico, ipotensivo. È indicato per curare i disturbi del sonno, stress, cefalea, disturbi delle vie aeree. E’ indicata per curare i bambini.

 

Luppolo, Humulus lupulus

Pianta erbacea, dioica, tomentosa, rampicante soprattutto su salici ed ontani, che sorgono su terreni ricchi d’acqua (caratteristica lunare). La droga si estrae dalle inflorescenze femminili dette coni, raccolte a maturità.

Questi fiori si fanno essiccare, si staccano le bratte alla cui base sono le ghiandole che si mettono in commercio. Per pulirli si sbattono in un setaccio insieme a sabbia, il lavaggio con acqua procurerebbe l’evaporazione delle sostanze ormonali. Si presentano come una polvere impalpabile. Il luppolo contiene olio essenziale, luppolina, resine, un alcaloide narcotico, estrogeni. L’estratto fluido è più usato dei fiori secchi in quanto i palati non sempre gradiscono il sapore del luppolo.

Prima dei pasti come amaro, tonico, digestivo, contro le atonie di stomaco e la debolezza dell’apparato digerente. Oppure negli “ingorghi” ghiandolari ed epatici, per le sue proprietà depurative. E’ indicato anche come sedativo e anafrodisiaco. I fiori di luppolo con i fiori d’arancio in infusione dopo i pasti e prima di coricarsi hanno effetto ipnoinducente. Addirittura a chi soffre di insonnia è consigliato imbottire il guanciale di coni di luppolo.

 

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Melissa officinalis

È una pianta erbacea perenne che ricorda un po’ l’ortica ed è caratterizzata da un gradevole profumo di limone. Le foglie sono ovali, dentellate, i fiori sono bianchi o rosa a calice tuboloso.

Cresce spontanea in Europa ed Asia, va raccolta in Maggio, prima della fioritura. Il nome deriva dal greco e significa ape. Nel Nord Africa si usavano mazzi di foglie di Melissa per attirare e catturare sciami erranti di api. L’olio essenziale di Melissa faceva parte dell’Unguento Reale dei Parti come possente medicamento. Per Plinio non vi era alcun medicamento che rallegrasse quanto la Melissa. Per gli Arabi serviva ad allontanare le inquietudini dello spirito, scacciare i pensieri melanconici e i cattivi umori.

Tutti gli antichi erboristi la usavano per rinforzare nervi e cervello, Paracelso la reputava elisir di lunga vita. I Carmelitani Scalzi nel XVII sec distillavano “l’acqua antiisterica” che come principio base conteneva un distillato di Melissa e veniva utilizzato dalle donne in casi di insonnia, isteria, malinconia, svenimenti. Ha una particolare affinità con il sistema riproduttivo femminile: facilita l’ovulazione, calma gli spasmi uterini, contro la nausea in gravidanza, regola il ciclo mestruale e ne allevia i dolori.

Aiuta nei più svariati disturbi di origine nervosa: cefalee, insonnia, spossatezza, spasmi dello stomaco, malinconia, ipocondria, palpitazioni, vertigini. Serve per le turbe che riguardano la sfera emotiva: l’ipersensibilità, gli stati ansiosi, il panico, l’agitazione. E’ febbrifuga e sudorifera. E’ attiva sul cuore: abbassa la pressione troppo elevata, ma non influisce sulla pressione bassa. Calma il battito cardiaco, calma la respirazione troppo veloce. E’ sconsigliata per chi è affetto da disfunzioni tiroidee.

 

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Papavero, Papaver rhoeas

Erbacea annuale con radice fusiforme e fusto eretto peloso, delicato, ramificato. Le foglie sono alterne, picciolate, mono o bipennate. In giugno-luglio compaiono i fiori, solitari, grandi di colore rosso con una macchia nera alla base di ogni petalo. Il frutto è una capsula obovale, con numerosi semi neri. E’ una tipica pianta infestante dei campi di frumento e orzo.

È di simbologia saturnina, e rappresenta la pigrizia, la misantropia e la mollezza di carattere. E’ però anche simbolo di potere: si narra che Tarquinio il Superbo per insegnare le strategie di guerra al figlio avesse fatto abbattere con un bastone i papaveri più alti del giardino, a significare che per far capitolare un regno bisognasse sopprimere prima le più alte cariche.

Presenta morfina, acido meconico, resine, mucillagine e sostanze coloranti. Il nome papavero deriva dal celtico “papa” ovvero pappa: pare che il suo lattice venisse mischiato alla pappa dei bambini per favorirne un sonno lungo e ristoratore. E’ indicato per l’insonnia, il nervosismo, eccitazione, ansia, tosse e bronchite. Consigliato per bambini e anziani perché non presenza effetti collaterali, in dosi controllate.

 

Passiflora

Le proprietà curative della Passiflora incarnata erano già conosciute nell'antichità da parte degli Aztechi, che la utilizzavano come rimedio rilassante. Ai tempi del primo conflitto mondiale veniva impiegata per la cura delle "angosce di guerra".

Si tratta di piante originarie delle zone tropicali e subtropicali del centro e del sud America; alcune del nord America ed altre asiatiche e sono piante di incredibile bellezza e fascino. E’ stata portata in Europa da un padre agostiniano nel 1610 che ha associato la conformazione del fiore alla passione e alla crocifissione di Gesù Cristo: la corona di filamenti dell’ovario rappresenta la corona di spine, i 5 stami le 5 ferite di Gesù, i 3 stigmi i 3 chiodi, i 5 petali e i 5 sepali il numero di apostoli rimastigli fedeli. 

I fiori della passione appaiono in estate ed i suoi frutti sono commestibili. Per la preparazione di rimedi erboristici e medicinali vengono impiegate le parti aeree. La passiflora viene solitamente utilizzata per la cura e la prevenzione di ansia, angoscia ed insonnia dovuta ad agitazione. Ha un effetto rilassante e sedativo nei confronti del sistema nervoso centrale.

La sua azione calmante garantisce un sonno notturno tranquillo e privo di risvegli. La sua azione antispasmodica ne permette l'impiego in caso di problemi dovuti a contratture muscolari, come i crampi mestruali. È una pianta femminile e per analogia può essere indicata per alleviare eventuali disturbi presenti durante la menopausa.

A scopo erboristico se ne raccolgono le foglie ed i rami più giovani, ma non devono essere sottovalutate le proprietà dei suoi frutti. I frutti della passiflora sono infatti ricchi di vitamina C e presentano un elevato potere rinfrescante (maracuja). Il suo impiego può essere utile, inoltre, in caso di asma, palpitazioni, deficit dell'attenzione e pressione alta.

Può essere assunta anche sotto forma di Tintura madre di Passiflora.

 

Salice, Salix alba

Albero dioico con corteccia grigiastra e chioma ampia. I rami penduli e sottili, flessibili, hanno foglie di colore giallo-verde o verde pallido, allungate e sottili. Fiorisce verso metà aprile con amenti penduli, i frutti sono privi di capsule. In natura è presente lungo corsi d’acqua, nelle brughiere, in zone umide.

Il Salice è considerato l’albero dell’energia femminile, protegge dolcemente, e i suoi rami piangenti sono associati alle lacrime, alla malinconia. “Nelle avversità sii come il salice che asseconda la furia dell'uragano piegandosi di qua e di là, secondo il soffiare del vento; poi passata la tempesta ricompone i suoi rami”.(Pensiero di saggezza zen).

Contiene glicoside, acido salicilico, gomma, tannini; è febbrifugo, analgesico, calmante, astringente. Viene utilizzato per agevolare il sonno, in caso di dispepsia, dolori reumatici, febbre. E’ controindicato in interazione con altri rimedi analgesici perché ne potenzia gli effetti. Se ne sconsiglia l’uso a chi è affetto da ulcera o disturbi gastrici perché aumenta l’acidità.

 

Tiglio, Tilia tomentosa

Albero di grandi dimensioni con fusto eretto e corteccia inizialmente liscia, poi screpolata in età avanzata, grigia con numerose venature. Le foglie di colore verde scuro, lucide sono ampie e cuoriformi, con margine seghettato. In giugno-luglio porta fiori bianco-giallastri, profumatissimi. I frutti hanno le dimensioni di un pisello con pericarpo duro.

Il Tiglio secondo la mitologia greca è una pianta cara ad Afrodite e per questo simbolo della femminilità. E’ considerato l’albero dell’amore coniugale: si narra che Bauci e Filemone erano due vecchi sposi che accolsero amorevolmente Zeus e Ermes sotto sembianze umane nella loro casa. Per ricompensarli, gli dei esaudirono il loro desiderio di poter morire insieme in tarda età.

Un giorno i due coniugi ormai molto vecchi iniziarono a trasformarsi: Bauci in una quercia e Filemone in un Tiglio, erano così uniti per sempre e vicini. Presenta olio essenziale, mucillagini, tannini e zuccheri; è calmante, antispasmodico, sedativo, antireumatico, diaforetico.Il Tiglio è indicato per l’insonnia, nervosismo, cefalea, influenze, tosse, abbassa la pressione

 

Valeriana officinalis

Erbacea perenne con breve rizoma fibroso e fusto eretto e maestoso, cavo, solcato da scanalature. In primavera-estate presenta piccoli fiori bianchi o rosati raccolti in ombrelle e profumati. Cresce in boschi umidi, lungo i ruscelli. 

La Valeriana può essere definita polimorfa, poiché cambia forma in funzione alle diverse condizioni climatiche. Il termine valeriana deriva dal latino valere= avere forza, perché era nota per giovare alla salute. 

Presenta proprietà sedative, antispasmodiche, antinevralgiche. Indicata contro tutte le manifestazioni ansiose, depressione, emicrania, nevrastenia. Agevola il sonno. L’uso eccessivo della sostanza può originare dipendenza ed è controindicata per chi soffre di bassa pressione arteriosa.

 

Verbena odorosa, Lippia citriodora   

È una pianta dal fusto legnoso che può raggiungere anche i 2 metri d’altezza, ha foglie lanceolate e piccoli fiori bianchi disposti in spighe. Era una fra le più preziose erbe magiche dell’antichità, i Romani le attribuivano proprietà propiziatrici e la utilizzavano in riti di purificazione degli altari.

I Celti e i Germani la impiegavano nei loro riti religiosi e magici, per favorire la concentrazione e lucidità mentale; risponde infatti ad una simbologia mercuriale, dove l’intelligenza e la comunicazione sono le caratteristiche di fondo.

Possiede un’energia moderatamente Yang. La verbena esercita le sue funzioni sul sistema nervoso, con effetto tonico o calmante, di riequilibrio dell’umore. E’ utile per le persone stressate e iperattive, per allentare le tensioni psicosomatiche a livello della nuca e delle spalle con cefalee o disturbi digestivi.

Della verbena odorosa si usano le foglie, che hanno proprietà aromatiche. Possiede proprietà antispasmodiche, antiinfiammatorie, antisettiche, è un calmante e riequilibrante nervoso, un digestivo. E’ indicato per curare stress, insonnia, ansia, depressione, tachicardia, nevralgie. E’ sconsigliato l’uso in gravidanza.

 

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