Ghiro, l'animale dormiglione
L'abitudine a stare rintanato di giorno e il lungo letargo sono valse al ghiro la nomea di dormiglione. Nelle ore di veglia, tuttavia, questo animale notturno è un roditore attivo e scaltro. Scopriamo le principali caratteristiche.
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- Ghiro, aspetto e morfologia
- Le specie
- Habitat del ghiro
- Il ghiro in Italia
- Le abitudini
- Ghiro animale notturno
- Riproduzione e cuccioli
- Ghiro e letargo
- Ghiro specie protetta
Ghiro, aspetto e morfologia
Il ghiro - dormouse in inglese - è un roditore appartenente alla famiglia Gliridae o Myoxidae e costituisce l'unica specie del genere Glis.
Animale piccolo dall'aspetto simile a quello dello scoiattolo, ha occhi grandi, orecchie arrotondate, muso allungato e lunghe vibrisse. I denti incisivi sono aguzzi, per permettergli di rosicchiare il legno.
La pelliccia del ghiro è morbida e densa, di colore da grigio a rossastro sul dorso, mentre il ventre è bianco. Alcune specie hanno una striscia scura lungo il dorso e segni facciali scuri.
La specie più grande, che pesa fino a 180 grammi, è il ghiro europeo e del Medio Oriente (Glis glis), con un corpo lungo fino a 19 cm. La sua coda è lunga circa 15 cm. Uno dei più piccoli è il ghiro giapponese del sud del Giappone (Glirulus japonicus), che pesa circa 40 grammi, ha un corpo di meno di 8 cm di lunghezza e una coda che misura fino a 6 cm.
In natura, il ghiro vive in media 3-5 anni.
Le specie
Esistono ventisette specie di ghiri, raggruppate in tre sottofamiglie:
- Graphiurinae: comprende 14 specie, appartenenti a un unico genere (Graphiurus - ghiro africano);
- Leithiinae: comprende il genere Dryomys (ghiro delle foreste), che conta 4 specie, il genere Myomimus (ghiro dalla coda di topo) con 3 specie, il genere Eliomys con 2 specie, il genere Selevinia (ghiro del deserto) con una specie.
- Myoxinae: comprende tre specie, appartenenti a tre diversi generi, il Glirulus (ghiro giapponese), il Muscardinus (ghiro nocciola), il Glis.
Habitat del ghiro
Il ghiro ha un areale che comprende l'Eurasia - dall'Europa occidentale alla Cina orientale - il Giappone meridionale, il margine mediterraneo del Nord Africa e tutta l'Africa subsahariana.
Vive in una varietà diversificata di habitat, dalle foreste boreali ai frutteti e alle foreste pluviali tropicali, dall'aperta campagna interrotta da gruppi sparsi di alberi e arbusti fino a deserti argillosi, sabbiosi e altopiani rocciosi.
Oggi è possibile scorgerlo anche nelle zone abitate, nei pressi di parchi, giardini o aree rurali. Non disdegna ripari provvisori, come sottotetti e soffitte. Generalmente vive insieme ad altri esemplari della specie, preferendo stare in piccoli gruppi.
I ghiri sono pericolosi? In generale, i ghiri non sono considerati pericolosi, perché non si dimostrano aggressivi nei confronti dell'uomo o degli animali domestici. La presenza di ghiri in casa, tuttavia, può rivelarsi indesiderabile. Abili roditori di legno possono, innanzi tutto, causare danni a mobili e abitazioni. Sono, inoltre, nocivi per alcune colture - nocciole e altri frutti - a causa delle loro preferenze alimentari.
I ghiri in casa lasciano, infine, tracce poco piacevoli- come urina ed escrementi-che ne rendono particolarmente sgradita la presenza e possono, in alcuni casi, trasmettere patologie. Per evitare rischi per la salute, è necessario osservare basilari norme igieniche, come lavarsi e disinfettarsi le mani dopo il contatto con carcasse o feci, pulire con cura e areare gli ambienti in cui è stata rilevata la presenza dei roditori.
Il ghiro in Italia
Dove vive il ghiro in Italia? In Italia è molto comune, dalle Alpi (fino ai 1500 metri di quota) fino alle isole. In Sardegna, in particolare, è presente con una sottospecie locale che si credeva scomparsa. Ne è stata rilevata la presenza, inoltre, in molte isole mediterranee, tra cui l'isola d'Elba, l'isola di Salina e sull'Etna in Sicilia.
Le abitudini
Che cosa fa il ghiro? Il ghiro è un animale prevalentemente notturno, che durante il giorno sonnecchia nella propria tana e, durante alcuni periodi, variabili a seconda delle latitudini, va in letargo. Quando è sveglio, il piccolo mammifero è molto attivo: ottimo saltatore e agile scalatore, si dimostra dotato di una grande dinamicità. Si tratta di un animale che ama la compagnia dei suoi simili, con i quali condivide il nido e si coalizza per difendersi dai predatori, principalmente gufi, gatti selvatici e faine.
Che cosa mangia il ghiro? La sua dieta, essenzialmente a base vegetale, varia durante l'arco dell'anno ed è costituita principalmente da castagne, ghiande, nocciole, bacche, frutti di bosco, fiori e, nella giusta stagione, funghi. Una minima parte dell'alimentazione del ghiro può comprendere anche uova di altri animali, e alcuni invertebrati (insetti e molluschi). In autunno l'animale aumenta notevolmente di peso, accumulando così una notevole quantità di grasso e vari minerali che gli saranno essenziali per sopravvivere durante il lungo letargo invernale.
Ghiro animale notturno
Il ghiro è un animale notturno, che esce all'aria aperta solo dopo il tramonto per esplorare il territorio e procacciarsi il cibo.
Durante l'intero giorno sta nascosto in cavità di alberi, in anfratti oppure in nidi, dalla forma tondeggiante, che egli stesso costruisce con foglie e muschio.
Riproduzione e cuccioli
Il ghiro diventa adulto a 10 mesi. Si accoppia normalmente in primavera, al termine del letargo. Le femmine partoriscono una volta all’anno, dopo una gestazione di un mese.
La tana in cui la mamma accudisce i suoi figli viene costruita su un albero, così da non essere raggiunta dai predatori.
Appena nati, i cuccioli sono ciechi e privi di pelo. Dopo circa 3 settimane, sono svezzati e pronti per iniziare la loro vita con gli adulti.
Ghiro e letargo
Le specie che vivono alle latitudini temperate e boreali accumulano grasso corporeo in autunno e vanno in letargo durante gran parte dell'inverno. Le specie tropicali e desertiche sperimentano periodi di torpore, ma non di ibernazione.
Il letargo del ghiro dura circa 6-7 mesi, ma non è un sonno lungo e ininterrotto: il roditore si sveglia, infatti, periodicamente per mangiare le scorte che ha accumulato all'interno della sua tana.
Quando inizia il suo lungo sonno, il ghiro dorme raggomitolato su di sé, allo scopo di mantenere la temperatura corporea costante e ridurre al minimo il metabolismo.
Perché si dice "dorme come un ghiro"? A conti fatti, a causa delle sue abitudini e del suo lungo letargo, il ghiro trascorre oltre la metà della vita dormendo. Non stupisce, dunque, che si sia guadagnato la nomea di animale “dormiglione”, tanto che - all'interno del vocabolario di diverse lingue - il termine “ghiro” è entrato nell'uso comune per indicare una persona che ama dormire profondamente e a lungo.
Ghiro specie protetta
Dal 2006, il ghiro è stato riconosciuto in Italia come specie protetta (legge nazionale 11 febbraio 1992, n. 157).
La sua presenza è minacciata soprattutto nei boschi assoggettati a tagli troppo frequenti, posto che il ghiro necessita di piante adulte in grado di fruttificare abbondantemente, di assicurare cavità naturali adatte per la costruzione del nido e per il riparo durante l’inverno.
Inoltre, il piccolo roditore è stato a lungo cacciato per via della sua carne, ritenuta tenera e prelibata. A fronte della legge in sua tutela, oggi la caccia al ghiro è vietata.