Nutria, caratteristiche

Caratteristiche della nutria: roditore originario del Sud America. Importata in Italia per il commercio di pellicce, questo animale ha colonizzato rapidamente vaste aree del nostro Paese.

Nutria

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Origini e habitat

La nutria (Myocastor coypus), detta anche castoro di palude o castorino, è un mammifero roditore, unica specie vivente del genere Myocastor e della famiglia Myocastoridae

Si tratta di una specie originaria della parte meridionale del continente sud-americano, dal Paraguay e dalla Bolivia centrale e meridionale fino alla Terra del Fuoco. Tipica delle zone pianeggianti, può vivere tuttavia anche ad altitudini considerevoli.

Nei primi anni del XIX secolo, la specie subì un fortissimo calo a causa della crescente richiesta della sua pelliccia.

Agli inizi del Novecento si decise, dunque, di regolare la caccia indiscriminata e di dare vita ad allevamenti intensivi di nutrie nelle zone d'origine e in altre parti del mondo, tra cui Nord America ed Europa.

In fuga dagli allevamenti o introdotti intenzionalmente in natura, alcuni individui hanno dato origine a popolazioni selvatiche, stabilitesi in Canada e in almeno 15 stati degli Stati Uniti.

Le nutrie sono ora diffuse anche negli habitat acquatici d'Europa e Asia centrale, Giappone e Africa orientale, e sono considerate, in molti dei territori, una specie invasiva.


 

La nutria in Europa e in Italia

In Europa la specie è presente nella maggior parte dei Paesi, dove è stata introdotta deliberatamente o si è diffusa spontaneamente a partire da territori limitrofi, spesso favorita dall'assenza di diretti concorrenti. 

In Inghilterra è stata eradicata con successo negli anni Ottanta del Novecento. 

In Italia la nutria, importata per la prima volta nel 1928 per commercializzarne la pelliccia, è ampiamente diffusa. Presente in quasi tutte le regioni, è considerata in una fase di attiva espansione. 

Le aree in cui il numero di esemplari è maggiore sono:

 

  • la fascia che si allunga dalla Pianura Padana alla costa Adriatica, fino all'Abruzzo;
  • l'area lungo la costa Tirrenica, dalla Liguria al Lazio

Sono, inoltre, presenti popolazioni più localizzate al Sud e in Sardegna.


 

Morfologia

La nutria è un roditore dal corpo robusto. E' dotata di una testa larga, di forma triangolare, con occhi e orecchie piccoli, e lunghi baffi. Possiede arti relativamente corti, piedi lunghi muniti di cinque dita, una coda cilindrica ricoperta di peli sottili e di scaglie. 

Il peso oscilla normalmente tra 5 a 10 kg, ma alcuni esemplari possono arrivare a pesare fino a 17 kg. Misura fino a 70 cm di lunghezza, con una coda che sfiora i 45 cm. 

Il mantello, di colore giallastro o bruno-rossastro, è costituito da peli duri e ruvidi, che ricoprono un sottopelo morbido e denso. Il mento è ricoperto di peli biancastri. 

Le femmine hanno 4-5 paia di mammelle toraciche, situate molto in alto sui lati del corpo, per favorire la suzione dei cuccioli anche durante il nuoto.

Esiste la nutria gigante? Le dimensioni importanti dell'animale, in primis in relazione ad altri tipi di roditori, fanno sì che ci si riferisca spesso a essa - soprattutto in caso di avvistamenti urbani - ricorrendo all'aggettivo “gigante”, senza che la denominazione trovi tuttavia riscontro in una effettiva varietà. 

 

Caratteristiche e abitudini 

La nutria è un roditore semiacquatico, che frequenta prevalentemente corpi idrici ad acque tranquille, come laghi, canali, paludi. Preferisce zone ricche di vegetazione, ma può adattarsi anche a canali artificiali con vegetazione ridotta e risaie.

Eccellente nuotatrice, può rimanere sommersa a lungo, fino a cinque minuti. E', inoltre, molto agile anche sulla terraferma

Attiva e operosa, scava tane corte o elaborate nelle sponde dei fiumi e nei margini dei laghi, costruisce nidi di piattaforma nelle paludi, usando piattaforme galleggianti come siti di alimentazione. 

La nutria si riproduce durante tutto l'anno, con due o tre cucciolate da due a otto piccoli. La gestazione dura circa 135 giorni. 

L'attività di questo mammifero dipende dalla stagione e dal luogo in cui vive: prevalentemente notturno nella maggior parte delle regioni, in inverno e nelle zone più fredde è attivo durante il giorno.

Si tratta di un animale molto pulito, che dedica tempo, cura e attenzione all'igiene della sua pelliccia.

 


 

Alimentazione  

Che cosa mangiano le nutrie? Cosa mangia una nutria dipende in parte dal luogo in cui vive. Consuma un'ampia varietà di vegetazione acquatica, inclusi cereali, radici, rizomi, steli, foglie, tife, ninfee, lenticchie d'acqua e trifoglio bianco. 

Tuttavia, non disdegna alcuni piccoli invertebrati e molluschi, come cozze e lumache. Ghiotta di qualunque coltura disponibile, se presente in popolazioni ad alta densità riduce drasticamente la presenza di piante acquatiche, causando la formazione di acque aperte al posto di lagune e acquitrini.

La nutria è in grado di chiudere la bocca dietro gli incisivi, il che le consente di tagliare la vegetazione sommersa senza ingoiare acqua. 

 


 

Una pelliccia richiesta 

Nei primi anni del 1800 si generò una forte richiesta di pelliccia di nutria, altrimenti detta "pelliccia di castorino", più economica - e quindi più accessibile - rispetto a quella di visone.

La nutria venne, dunque, presa di mira dai cacciatori per la sua pelliccia e il numero di esemplari nel mondo subì un improvviso declino.

Agli inizi del Novecento si decise, pertanto, di regolare la caccia indiscriminata al roditore, dando vita ad allevamenti intensivi - nelle zone di origine e in altre parti del globo, dagli Stati Uniti, al Canada, all'Europa, all'Asia- capaci di coprire la crescente domanda da parte del mercato. 

Quando, negli anni Sessanta, il mercato di pellicce di nutria è entrato in crisi, non si trovò altra soluzione che aprire le gabbie e lasciare liberi i roditori che, spesso agevolati dall'assenza di concorrenti in territori lontani dal proprio habitat originario, si sono riprodotti e moltiplicati, incrementando la loro diffusione a livello selvatico.

 


 

L'impatto sull'ambiente

Affrontare il tema dell'impatto sull'ambiente da parte delle nutrie significa anche riconoscere la responsabilità che l'uomo ha avuto nella sua diffusione, determinante in materia di danni agli ecosistemi.

Importate e allevate massivamente per via di una pelliccia molto richiesta, la loro proliferazione fino a diventare specie invasiva altro non è che il risultato del loro indiscriminato rilascio in natura, per ragioni squisitamente economiche: il declino della domanda delle “pellicce di castorino” sul mercato.

Gli effetti di questa "leggerezza" sono consistenti. In particolare, in presenza di popolazioni numerose, le tane di Myocastor coypus minano le rive di fiumi e argini causando instabilità. L'alimentazione a base di rizomi e giovani germogli di piante palustri, inoltre, porta alla disgregazione della comunità vegetale e può causare un'importante erosione degli habitat costieri, interferendo con le dinamiche naturali degli habitat.

Ad alte densità, le nutrie sono in grado di convertire le paludi in acque libere, modificando pesantemente ecosistemi preziosi e aumentando il rischio di inondazioni.

 

 

L'impatto su altre specie

La nutria può avere un impatto negativo su altre specie che abitano gli ecosistemi in cui esse si trovano a proliferare. Alcune tipologie di uccelli acquatici, ad esempio, costruiscono nidi galleggianti, che i roditori rischiano di affondare - insieme alle uova - usandoli come piattaforme per il riposo. 

La dieta del Myocastor coypus può causare, inoltre, una forte contrazione della vegetazione delle zone umide, importante per preservare l'ecosistema, garantire l'alimentazione e la riproduzione delle specie che le abitano. 

La nutria compete sullo stesso anello della catena alimentare con altri roditori più piccoli, avendo spesso la meglio e provocando, così, un declino delle specie concorrenti, impossibilitati a trovare cibo sufficiente a sfamarsi.

 

Il rapporto con l'uomo

A fronte del vasto areale occupato, della sua popolazione numerosa e del suo impatto su ambiente ed ecosistemi, la nutria è inserita all'interno del documento intitolato "100 of the World's Worst Invasive Alien Species", stilato dal gruppo ISSG (gruppo di studio sulle specie invasive della IUCN). La lista descrive 100 specie di organismi alieni all'habitat n cui sono stati inseriti, che hanno provocato i danni maggiori, predando attivamente le popolazioni locali,  infettandole o sovrastandole nella competizione per il cibo.

Così, in molti Paesi questo roditore è oggetto di misure di gestione volte al controllo delle popolazioni.

Secondo quanto riportato da ISPRA, in collaborazione con l'Associazione teriologica italiana,  “il controllo avviene attraverso tecniche di cattura selettiva con gabbie, poste anche su zattere galleggianti, o con l’abbattimento diretto con arma da fuoco. In alcuni paesi, come la Francia, sono usate anche esche avvelenate. L’efficacia di queste campagne di controllo è spesso compromessa dal fatto che molte popolazioni sono in fase di espansione, il che provoca la continua ricolonizzazione delle aree soggette a gestione e richiede un continuo e costante sforzo (anche economico) per contenerne i numeri. Per evitare danni da scavo sono state utilizzate delle reti di metallo a protezione degli argini”.

 

Quest'ultimo costituisce un intervento meno cruento e più etico che si rivela d'altro canto, al pari di campagne di sterilizzazione sistemica degli esemplari, piuttosto costoso e dunque purtroppo meno utilizzato su larga scala.


Come salvaguardare le colture? Per allontanare le nutrie dalle colture esistono in commercio repellenti atossici, innocui sia per le nutrie, che per altri animali e per l’ambiente. 

Cosa succede se ti morde una nutria? Quali malattie portano le nutrie? Secondo ISPRA, al pari di altri roditori, “dal punto di vista sanitario la nutria può rappresentare un potenziale vettore di parassiti e altri agenti patogeni pericolosi anche per l’uomo”. D'altro canto, la nutria non è un animale aggressivo, dimostrandosi di base mansueto e docile. Non attacca spontaneamente gli esseri umani o gli altri animali: se infastidita o minacciata, come prima opzione preferisce allontanarsi.

Nutria domestica, è possibile allevare una nutria? Allevare una nutria come animale domestico è possibile, ma complicato e sconsigliato. Per farlo garantendone il benessere, occorre disporre di uno spazio esterno dedicato, provvisto di stagno e rami secchi per consentire all’animale di costruirsi delle tane. Per agevolare l’adattamento all’ambiente domestico, è opportuno farsi seguire da un veterinario specializzato in animali selvatici, per assicurare all'animale le giuste cure e una dieta corretta.

Esiste la Sagra della Nutria? Per contenere la proliferazione indiscriminata di nutrie, negli ultimi anni nel Nord Italia, alcuni enti locali hanno proposto eventi gastronomici, con piatti a base di carne di questo animale. L'ultimo episodio si è verificato in provincia di Reggio Emilia nel 2022, quando alcuni volontari si sono proposti come assaggiatori per dimostrare che la carne di nutria è commestibile e adatta al consumo umano. Nel 2019, in alcuni territori del novarese, si era tentato di organizzare una vera e propria Sagra della Nutria, bloccata tuttavia dalla ASL e dal Comune di riferimento, anche a fronte delle numerose adesioni registrate: nel caso della nutria, non esistono allevamenti controllati in grado di garantire la sicurezza delle carni, che  la vita nei canali, nei fiumi e a ridosso dei terreni coltivati espone alle contaminazioni ambientali, al pari di altre specie selvatiche.

 

Altri roditori in Italia

In opposizione a un pensiero diffuso, la nutria non è un topo. Con i topi e altri numerosi animali, tuttavia, questo mammifero condivide lo status di roditore. Ecco le altre specie di roditori presenti sul territorio italiano:

  • Topi e ratti: dal ratto talpa al topo bianco, dal mus domesticus al topo selvatico al topo di fogna, sono molte le specie di topi presenti in Italia, considerate infestanti, tenute sotto controllo e allontanate con metodi più o meno invasivi.
  • Scoiattolo: presente nel mondo in oltre 300 specie, in Italia è diffuso in tre varietà di scoiattolo sosso (Sciurus vulgaris fuscoater, Sciurus vulgaris alpinus o italicus, Sciurus vulgaris meridionalis).
  • Istrice: l'Hystrix crisata è un mammifero roditore notturno, noto anche con il nome di porcospino.
  • Cincillà: roditore notturno originario della Cordigliera delle Ande, in Sud America, è stato a lungo perseguitato per via della sua pelliccia. Oggi è diventato un animale da compagnia, tuttavia in natura sono ancora presenti alcuni nuclei familiari allo stato brado.
  • Ghiro: roditore appartenente alla famiglia Gliridae, costituisce l'unica specie del genere Glis. Esistono quasi una trentina di specie di ghiri, con differenti caratteristiche. Dal 2006, questo mammifero è stato riconosciuto in Italia come specie protetta, dopo secoli di caccia per via della sua carne, ritenuta prelibata.

 

Fonti: