Processionaria, cos'è
Durante la primavera non è raro incontrare la processionaria, un bruco apparentemente innocuo che può rappresentare un grave pericolo per cani, bambini e anche adulti. Scopriamo cos’è la processionaria, quali rischi comporta e come difendersi da questi insetti.
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Cos’è la processionaria
La processionaria è un lepidottero molto comune che è possibile incontrare con facilità durante il periodo primaverile, soprattutto in presenza di esemplari giovani di pini e querce, alberi su cui la processionaria nidifica.
Esistono circa quaranta specie di processionaria e, tra queste, la più diffusa è la Thaumetopoea pityocampa, o processionaria del pino.
In Italia la processionaria è presente da Nord a Sud, non solo su pini e querce ma anche nelle faggete o dove sono presenti betulle, castagni e altri alberi, soprattutto esposti al sole. Purtroppo non è raro incontrare la processionaria anche nei centri abitati, all’interno di giardini e parchi.
Il nome comune deriva dall’abitudine che hanno questi insetti a muoversi in file ordinate quando si trovano a terra o sui tronchi degli alberi, come in una sorta di processione.
La processionaria da adulta si trasforma in una falena innocua, ma allo stadio larvale è un bruco che può rivelarsi molto pericoloso per gli alberi e soprattutto per cani, gatti e bambini piccoli.
Il bruco della processionaria è facilmente riconoscibile, non solo per l’abitudine di muoversi in processione, ma soprattutto perché il suo corpo – lungo circa quattro centimetri – è ricoperto da una fitta peluria che serve a difendere la larva da eventuali predatori.
Il pericolo è rappresentato proprio dalla presenza di peli urticanti che possono provocare reazioni anche molto gravi a carico di pelle, occhi, mucose e vie respiratorie di chi ne entra in contatto.
Il rischio di incontrare la processionaria è maggiore in primavera, quando le larve lasciano la pianta ospite per interrarsi e maturare, per poi emergere in estate sotto forma di falene.
Processionaria: i rischi per i cani
I cani, lo sappiamo bene, sono soliti esplorare il territorio annusando il terreno e, per questo, possono venire facilmente in contatto con la processionaria durante i mesi primaverili durante le passeggiate in pineta e nei boschi, ma anche nel proprio giardino.
Se un cane viene a contatto con i peli urticanti della processionaria, può manifestare sintomi più o meno gravi in base al tipo di esposizione. Tra i primi segnali c’è l’aumento della salivazione, seguita da vomito e ingrossamento della lingua. Le parti che sono state a contatto con la processionaria possono andare in necrosi e determinare la perdita di tessuto a livello della lingua o del naso. Nei casi più gravi, quando il contatto è stato prolungato o se la processionaria viene ingerita, si può purtroppo arrivare alla morte dell’animale.
Per non far correre inutili rischi all’animale, risulta quindi indispensabile evitare i luoghi in cui si potrebbe incontrare la processionaria e prestare la massima attenzione al suo comportamento. Quando lo si accompagna a fare una passeggiata, è sempre consigliabile tenerlo al guinzaglio.
Se invece si ha un giardino o un terreno, occorre assicurarsi che non esistano nidi di processionaria e, in caso si dovesse osservare la presenza dei bruchi, rivolgersi a specialisti in grado di disinfestare l’area in sicurezza.
Se, nonostante le precauzioni, il cane venisse comunque a contatto con la processionaria, occorre rivolgersi immediatamente al proprio veterinario.
Processionaria: i rischi per i bambini
La processionaria rappresenta un pericolo anche per l’uomo, non solo per i cani. Chiaramente, i bambini sono più a rischio: giocando possono venire a contatto con la processionaria, toccarla e magari portare poi le mani alla bocca.
Il contatto con i peli urticanti della processionaria può portare a reazioni allergiche, irritazioni e infiammazioni a carico della pelle, delle mucose, degli occhi e delle vie aeree.
Se un bambino viene a contatto con i peli della processionaria, si consiglia di lavare le zone interessate con abbondante acqua e consultare il pediatra.