La medicina Siddha
Oltre all'Ayurveda, la medicina indiana riconosce la medicina Siddha. Tipica dell’India del Sud e anch’essa particolarmente antica e praticata soprattutto nei contesti rurali. Non sempre da persone il cui titolo professionale è realmente condiviso e autorizzato dalle istituzioni.
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- Medicina Siddha e Ayurveda
- Origine e regolamentazione nella medicina Siddha
- Umori ed elementi nella medicina Siddha
- Le tecniche Siddha
Medicina Siddha e Ayurveda
La medicina indiana non è solo Ayurveda. A fianco di questa antichissima scuola di medicina indiana famosa ormai in tutto il mondo, tra le più usate ed efficaci forme di medicina alternativa, troviamo anche la cosiddetta medicina Siddha, tipica dell’India del Sud e anch’essa particolarmente antica.
A un occhio non troppo esperto sembrerà che le due scuole di medicina siano pressoché identiche, ma ciò non è corretto. Tuttavia tale somiglianza testimonia il continuo e profondo interscambio di conoscenze occorso nei secoli tra la medicina ayurdevica e quella Siddha.
Origine e regolamentazione nella medicina Siddha
“Siddha” è un termine sanscrito che significa “perfezionato”, “pieni poteri”, “che ha ragguinto il coronamento”. Oggigiorno la sua pratica è ufficialmente riconosciuta e regolamentata dal governo indiano.
Si pratica negli ospedali e in speciali ambulatori ma il vero cuore della sua applicazione è ancora rurale, nei villaggi dove si insegna ancora tramite un lignaggio maestro-discepolo. Durate questo apprendistato e praticantato, gli allievi imparano a riconoscere l’influenza dei cinque elementi nei cibi, le caratteristiche degli “umori” nei vari corpi (dal più grossolano al più sottile) che compongono l’essere umano, e i segreti non solo dei materiali di origine organica (prodotti vegetali e di derivazione animale, ma anche quelli di origine inorganica, come polveri di rocce e cristalli.
Questa cultura peculiare, di chiara matrice alchemica, è una delle principali differenze tra la medicina ayurvedica e quella Siddha. Le istituzioni indiane cercano comunque di tenere sotto controllo la pratica rurale della medicina Siddha e ritiene affidabili solo i praticanti che hanno studiato tale medicina in accademie con basi scientifiche,
ritenendo nulle le autocertificazioni dei maestri tradizionali.
Il lignaggio tradizionale si basa su evidenze che provano la pratica della medicina Siddha a partire dal terzo millennio avanti Cristo, quando i popoli tribali delle foreste si univano a quelli civilizzati della Valle dell’Indo, dove adesso rimangono le rovine di Harappa e Mohenjodaro. Oltre questi reperti, le leggende si estendono all’indietro facendone risalire l’origine divina a Shiva e Parvati.
Umori ed elementi nella medicina Siddha
Secondo la medicina Siddha il corpo sarebbe composto da una combinazione di elementi, armonica sebbene dinamica. Tale armonia è data dall’equilibrio tra Vata, Pitta e Kapha, tre umori psicofisici che
rappresentano secchezza ed eccesso di attività mentale, surriscaldamento ed eccesso di emotività, ed infine ritenzione idrica ed eccesso di lassismo.
Quando l’equilibrio tra questi tre elementi si discosta da quello armonico (stabilito tradizionalmente con una proporzione 4:2:1), le attività fisiche e mentali tendono più al catabolismo che all’anabolismo, dirigendo l’individuo verso un disordine degenerativo che può prendere la forma di svariati disturbi o malattie, o una generale mancanza di energie e un accelerato invecchiamento.
Le tecniche Siddha
Il medico Siddha interviene utilizzando tre tipi di elementi esterni: quelli erboristici, quelli a base di derivati animali e quelli inorganici. Il tutto può essere somministrato in varie forme: sostenze disciolte nell’acqua da bere o da inalare in forma di vapore, sostanze disciolte grazie alla temperatura, sostanze soffici da poter mangiare così come sono e sostanza da assumere in polvere perché troppo dure da masticare e insolubili.
Mentre l’Ayurveda ha una natura preventiva, la medicina siddha si basa più sulla cura.