Medicina Ortomolecolare, descrizione e utilizzo
La medicina ortomolecolare si basa sull'equilibrio di nutrienti nell'organismo per stare bene e curare certe patologie. Scopriamola meglio.
> Che cos'è la medicina ortomolecolare
> Che cosa cura la medicina ortomolecolare?
> La legge in Italia e all'estero
> Le associazioni e gli organi di riferimento per la medicina ortomolecolare
Cos'è la medicina ortomolecolare?
La medicina ortomolecolare si basa su un principio molto semplice che afferma che il mantenimento di una buona salute e il trattamento di malattie possa avvenire tramite un cambiamento della concentrazione di sostanze vitali nell’organismo: si tratta in sostanza di una pratica terapeutica nutrizionale. Questa terapia alternativa basata sul cibo comporta una nutrizione bilanciata e un dosaggio preciso di vitamine, minerali, enzimi, antiossidanti, aminoacidi, acidi grassi essenziali, pro-ormoni, probiotici, fibre dietetiche e acidi grassi a catena corta intestinali.
Andando naturalmente alla ricerca del proprio equilibrio biochimico, sbilanciato dalla malattia, l'organismo innesca da solo processi di guarigione a livello cellulare, in pratica facendo leva sulla capacità che ha di curare sè stesso. Il termine "ortomolecolare" è stato usato per la prima volta dal Premio Nobel per la chimica Linus Pauling nel 1968 esprimendo l'"idea delle giuste molecole nella giusta quantità", "in psichiatria".
Pauling di conseguenza ha definito la medicina ortomolecolare come "il trattamento delle malattie ottimizzando le concentrazioni delle sostanze normalmente presenti nel corpo umano" ed anche la "prevenzione per la salute e la cura delle malattie variando la concentrazione nel corpo umano di sostanze presenti in esso che servono per il mantenimento della salute".
Ancora prima di lui, senza dargli un nome ufficiale, è stato il dottor Frederick Klenner negli anni '40, medico del North Carolina, che sperimentava l'uso di massicce dosi di vitamina C per la cura della poliomielite.
Come funziona?
Pur agendo su processi biochimici molto complessi, la medicina ortomolecolare è in grado di suggerire soluzioni relativamente semplici, essenzialmente basate su abitudini alimentari e stili e condizioni di vita.
Secondo medicina ortomolecolare, una giusta integrazione con sostanze nutrizionali di qualità è in grado di rimettere un soggetto in forma e supplire alle sempre più presenti carenze. Le terapie ortomolecolari si basano anche sull'uso di somministrazioni parenterali endovenose di molecole normalmente presenti nell'organismo. Il trattamento della malattia si attua, dopo un accurati esami che dimostrano se vi sono carenze, attraverso il ricorso a sostanze come l'acido ascorbico o vitamina C.
Le carenze possono inizialmente manifestarsi con sintomi molto generici come mal di testa, stanchezza, bisogno continuo di mangiucchiare o sbalzi d’umore e, generalmente, non sono riscontrabili con normali esami del sangue, ma da altri test, come il mineralogramma, ovvero l'analisi del tessuto del capello.
In effetti, al giorno d'oggi il cibo non è più così ricco di sostanze nutrizionali: l'inquinamento nell’aria, nelle acque e nella terra ha inequivocabilmente contaminato i prodotti e, anche attraverso la lavorazione industriale, la buona parte degli elementi nutrizionali, viene distrutta.
La scienza e la medicina tradizionale, inizialmente scettiche a riguardo, stanno appurando che l’integrazione attraverso le sostanze nutrizionali può essere preventiva e terapeutica. Con il progredire delle ricerche sulla nutrizione infatti, il concetto ortomolecolare e della micronutrizione sembra avere oggi una maggiore possibilità di divulgazione e di accettazione.
Che cosa cura la medicina ortomolecolare?
Fra le patologie di maggior interesse ortomolecolare, l’AIMO ( Associazione Internazionale di medicina ortomolecolare) riporta: la menopausa, l’osteoporosi, l’arteriosclerosi, il mal di schiena, la candida, la stipsi, la depressione, i disturbi psichici e l’irritazione intestinale. Esistono inoltre terapie ortomolecolari che interverrebbero in situazioni di autismo e tumori. Il professore R.J. Williams ha sviluppato il concetto della “individualità biochimica”, un principio basilare della medicina ortomolecolare.
Lo descrive come segue:
"Ogni individuo dispone di un proprio regime di sostanze nutrizionali. Sebbene l’elenco delle sostanze nutrizionali necessarie sia uguale per tutti, le singole quantità di cui abbiamo bisogno non devono essere obbligatoriamente le stesse per ogni individuo".
Ciò significa che ogni persona ha un proprio e soggettivo fabbisogno di sostanze nutrizionali. A causa delle predisposizioni genetiche, la biochimica dell' organismo funziona in ogni individuo in modi diversi. Il fabbisogno di sostanze nutrizionali delle cellule è individuale e differente da persona a persona: ciò che può bastare a uno, può essere insufficiente a un altro: molto dipende dal tipo di costituzione che ognuno ha e dal tipo di vita che fa.
Per chi è utile
Le terapie ortomolecolari sarebbero di supporto per quelle persone che presentano carenze nutrizionali croniche, con le varie patologie annesse, ma anche per chi segue terapie farmacologiche croniche (per esempio: cure a base di cortisone, chemioterapici, ecc.), per cui la medicina ortomolecolare mirerebbe a intervenire, come medicina complementare, riducendo gli effetti collaterali o i danni a breve, medio e lungo termine di certi farmaci.
La legge in Italia e all’estero
In Italia, la medicina ortomolecolare è stata introdotta nel 1993 dal Prof. Adolfo Panfili, su incarico proprio di Pauling. Panfili fondò l’AIMO, l’Associazione Internazionale Medicina Ortomolecolare.
L’AIMO rappresenta l’unica struttura riconosciuta da Pauling con il compito di diffondere questa branca della medicina, oggi diffusa ed esercitata da molti medici in tutto il mondo. In Europa, all’infuori dell’Olanda (che recentemente ha introdotto una chiara legislazione che si attiene al principio della libertà di formulazione per quanto riguarda gli elementi essenziali, con l’eccezione della vitamina A e D per le quali è stato stabilito un dosaggio massimo, in quanto un sovradosaggio potrebbe determinare del problemi) e dell’Inghilterra, gli altri Paesi, per lo meno a livello ufficiale, si attengono ancora ai dosaggi illustrati nell’RDA/LARN, i cosiddetti dosaggi minimi consigliati.
Negli Stati Uniti ha giocato un ruolo favorevole il fatto che nel 1994 la legislazione, con il Nutritional Help and Education Act, i nutrienti non sono passati sotto la supervisione del FDA (Federal Drug Administration – l’equivalente di un Ministero della Sanità) che li voleva dichiarare come medicinale o ‘additivo’, liberalizzandone così la vendita come prodotti alimentari e aprendo dunque la possibilità di ricerca accademica in questo campo e tutto ciò che questo comporta.
Associazioni e organi di riferimento
Come visto, l'associazione ufficialmente riconosciuta è l'Aimo, Associazione Internazionale di medicina ortomolecolare. Ne esistono tuttavia anche tante altre, di stampo internazionale, come per esempio l'associazione tedesca FOM, Foro di medicina ortomolecolare.
Immagine | Knowmental.com