Medicina funzionale, descrizione e utilizzo
La medicina funzionale si basa sui meccanismi di regolazione dello stress per stimolare l'organismo e ritrovare l’equilibrio. Scopriamola meglio.
> Che cos'è la medicina funzionale
> Benefici e controindicazioni
> La legge in Italia e all'estero
> Curiosità sulla medicina funzionale
Che cos'è la medicina funzionale
La medicina funzionale focalizza il proprio interesse sui cosiddetti “disturbi funzionali” manifestati da un soggetto, ponendo l’accento sulla causa invece che sul sintomo. Il sistema diagnostico e terapeutico della medicina funzionale si basa sui meccanismi di regolazione e di controreazione allo stress dei sistemi viventi, con l’intenzione di stimolare l’organismo a ritrovare il naturale equilibrio. La medicina funzionale nasce dalla volontà di ricollocare in ambito medico le situazioni borderline, a volte “funzionali” anche per la medicina scientifica. Ogni evento, fisiologico o patologico che sia, presenta una componente funzionale normoreattiva che si è in grado di potenziare e ottimizzare al fine di ritornare allo stato di equilibrio. La peculiarità dell’approccio funzionale è l’attenzione prevalente alla reattività fisiologica e alla capacità di autoregolazione del sistema. L’obiettivo è dunque mettere il sistema in condizione di recuperare da solo, compensando gli stressori responsabili dei sintomi. Tra i meccanismi di regolazione dei sistemi viventi vi è la regolazione neurovegetativa (sistema ortosimpatico e parasimpatico), la regolazione metabolica (catabolica o anabolica) e la regolazione cerebrale. Fulcro della medicina funzionale è dunque la conoscenza dei meccanismi fisiologici di regolazione, al fine di individuare rapidamente il giusto protocollo terapeutico per favorire la corretta performance del sistema.
Benefici e controindicazioni
La medicina funzionale offre sia al medico sia al paziente la possibilità di avere un approccio in grado di spiegare la causa o le cause di un problema di salute, senza doversi focalizzare sul sintomo. Tra gli aspetti positivi della medicina funzionale vi è l’integrazione della malattia con la comprensione della fisiologia e della funzione, la ricerca di interventi terapeutici proporzionati all’entità del disturbo e di protocolli terapeutici efficaci nella prevenzione e nella patologia. Nel fare ciò, la medicina funzionale rivolgerà l’intervento terapeutico verso il supporto nutrizionale, l’omepatia e la fitoterapia. Un altro beneficio della medicina funzionale è sicuramente la ricerca di un’integrazione tra la medicina e le metodiche complementari, condotta mediante una metodologia scientifica nello studio delle terapie complementari al di fuori di filosofie e scuole di pensiero, proponendo un modello diagnostico e terapeutico sperimentato per qualificare e differenziare il rapporto col paziente.
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Per chi è utile la medicina funzionale
Nella medicina funzionale ogni paziente è unico. Per ogni persona dunque esiste una terapia in grado di condurla a uno stato di completo benessere, oltre che una serie di regole di vita in grado di farla stare in salute. La scelta della specifica terapia viene fornita dallo stato del sistema biologico e della funzione d’organo o d’apparato su cui si sceglie di intervenire. Ma la medicina funzionale si rivolge ad altre categorie di soggetti. Esiste un cono d’ombra, una specie di limbo, costituita da soggetti che, pur non godendo di ottima salute, vengono considerati sani soltanto perché non hanno manifestato ancora le loro problematiche con alterazioni di laboratorio. Questi individui vengono chiamati “sani per statistica di laboratorio”.
Per risolvere problematiche legate sia alle patologie organiche che funzionali, la medicina funzionale utilizza i sistemi di cura convenzionali laddove ritiene insufficienti o inefficaci le tecniche terapeutiche non convenzionali o laddove lo renda necessario il quadro patologico. Tra gli approcci “alternativi” maggiormente utilizzati dalla medicina funzionale vi sono sicuramente agopuntura, osteopatia, fitoterapia, medicina ortomolecolare e omeopatia.
La legge in Italia e all’estero
L’utilizzo del termine inglese Functional Medicine in realtà non è un vezzo esterofilo, ma enfatizza la necessità di distinguere il tipo di medicina funzionale di riferimento. In effetti, esistono diverse “medicine funzionali”, ciascuna con il proprio bagaglio di studi e di ricerche. Ciò contribuisce sicuramente a determinare confusione, anche tra gli addetti ai La maggior parte dei medici funzionali italiani fa riferimento alla scuola tedesca, ricca d’elaborazioni scientifiche sul versante bioenergetico, omeopatico e omotossicologico. Per la medicina convenzionale italiana, quella della mutua e degli ospedali per intenderci, il termine “funzionale” è collegato esclusivamente a malattie senza sintomi, psicosomatiche o addirittura immaginarie.
A diffondere l’approccio funzionale in Italia vi è l’attività della SIMF, la Società Italiana di Medicina Funzionale. La SIMF, infatti, lavora per promuovere la ricerca, lo sviluppo e la diffusione di nuove soluzioni terapeutiche e procedimenti diagnostici legati alla medicina funzionale attraverso l’informazione, la comunicazione e la formazione nei confronti della classe medica. È possibile intraprendere un corso di perfezionamento triennale e in seguito specializzarsi ancora di più mediante master e seminari.
Curiosità sulla medicina funzionale
Il termine medicina funzionale è relativamente recente, essendo stato coniato nel 1987 dal Dott. H. Schimmel. Con l’aggettivo funzionale qui ci si riferisce all’intero bagaglio medico accumulato a partire dagli inizi di questo secolo, utilizzato con una visione “integrata” di salute e di malattia. La medicina funzionale ha permesso così di integrare le conoscenze medico-scientifiche ortodosse con le medicine tradizionali complementari diventando con il tempo un ponte tra la medicina e le metodiche cosiddette alternative.