Jane Fonda e la sua missione ambientalista
Modella, attrice e icona del fitness. Celebre al grande pubblico per i tanti ruoli sul grande e sul piccolo schermo, Jane Fonda è nota anche per il grande impegno che dedica da sempre alle cause civili ed ambientali. In prima linea per risvegliare le coscienze in materia di giustizia climatica, seppure ultra-ottantenne non smette di scendere in piazza per ribadire il diritto a un futuro più equo e sostenibile.
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Jane Fonda, la carriera
Jane Seymour Fonda nasce a New York nel 1937. La sua prima intenzione, prima di dedicarsi alla carriera di attrice, è quella di lavorare nel mondo della moda.
La sua vita cambia nel 1958, quando incontra l'attore, regista e produttore Lee Strasberg, che la convince a frequentare i suoi corsi all’Actors Studio.
Così, nel 1960, esordisce al cinema con il film In punta di piedi. Da allora, ha inizio una lunghissima carriera, costellata di successi.
Oltre a una nutrita serie di nomination, Jane Fonda può vantare due Premi Oscar per le sue interpretazioni in Una squillo per l’ispettore Klute (1972) e in Tornando a casa (1979). Ha inoltre vinto sei Golden Globe, due Premi BAFTA, un Premio Emmy e un David di Donatello. Nel 2017 le è stato assegnato il Leone d'oro alla carriera alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Jane Fonda in Five Acts
Nel 2018 l’emittente televisiva statunitense Hbo ha prodotto un documentario dal titolo Jane Fonda in Five Acts, che racconta il percorso della Fonda sugli schermi e nella vita: dagli esordi come attrice fino al suo attivismo per i diritti dei più deboli, che l’ha vista scendere in campo per supportare molti dei più grandi movimenti della storia americana e mondiale del ventesimo secolo.
Negli anni Sessanta, Jane Fonda sosteneva le Pantere Nere, organizzazione nata per proteggere gli afroamericani dalle violenze della polizia ed evolutasi in un movimento rivoluzionario. Obiettivo ultimo era il superamento delle diseguaglianze sociali ed economiche che colpivano la comunità nera.
Negli anni Settanta, si è schierata accanto ai nativi americani che protestavano contro il degrado delle riserve. Ha messo inoltre la sua popolarità al servizio del movimento di opposizione alla guerra del Vietnam, recandosi nel Paese in prima persona per vedere con i propri occhi l'andamento del conflitto.
Pacifista, femminista e filantropa, l'impegno di Jane Fonda non ha tardato a percorrere la via dell'ambientalismo, sulla scia delle grandi emergenze ecologiche e delle gravi conseguenze da esse provocate. Parte del documentario è, dunque, dedicato proprio alle grandi battaglie ambientali che ha abbracciato, con dedizione e determinazione, negli ultimi anni.
In chiusura al documentario, è il suo stesso figlio Troy Garity a commentare il suo attivismo: “Non si fermerà, è una missione" afferma. "Il desiderio di fare del bene tiene a bada i suoi demoni”.
L'impegno ambientalista
Era il 2015, quando al Sundance Film Festival Jane Fonda si è espressa contro il permesso concesso dall’allora presidente Obama alle trivellazioni nell’Artico. Qualche mese più tardi, manifestava a Toronto nella “March for Jobs, Justice and Climate” (Marcia per il lavoro, la giustizia e il clima), tematiche che- secondo la sua visione- sono strettamente interconnesse fra loro.
Nel 2016 Jane Fonda ha preso parte alla protesta di Standing Rock contro la costruzione della Dakota Access Pipeline, un oleodotto interrato che si sarebbe dovuto estendere per quasi 20000 chilometri, attraversando quattro Stati, minacciando le terre dei Sioux e il loro accesso all’acqua.
Ispirata da Greta Thunberg e dalla moltitudine di giovani mobilitatisi per il loro futuro, Jane Fonda ha deciso di concentrare i suoi sforzi nella causa in favore del clima. Trasferitasi a Washington, da ottobre 2019 ha manifestato ogni venerdì insieme a Greenpeace con il movimento Fire Drill Friday (le esercitazioni antincendio del venerdì). Un attivismo che le ha fruttato ben cinque arresti- mai formalizzati- per manifestazione non autorizzata.
“Stiamo cercando di salvare la Terra e l’umanità” ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Entertainment Tonight. “Gli scienziati ci hanno detto che abbiamo ancora a disposizione soltanto undici anni per fare qualcosa di incredibilmente complicato, ovvero rallentare i cambiamenti climatici. È qualcosa che tocca ogni aspetto delle nostre esistenze e del nostro Pianeta”.
Salviamo il nostro futuro!
A settembre 2020 il suo impegno ambientalista, frenato fisicamente dalle restrizioni dovute alla pandemia, trova sfogo nel libro What Can I Do? My Path from Climate Despair to Action.
Pubblicato in traduzione italiana da Aboca Edizioni con il titolo Salviamo il nostro futuro! Il mio impegno per l’ambiente, l’equità e la salute, accosta l'esperienza diretta di Jane Fonda alle testimonianze di esperti ambientali e attivisti per analizzare questioni come l’acqua, le migrazioni, i diritti umani, la lotta alla plastica, l’agricoltura sostenibile e la necessità di una leadership femminile.
Secondo l'attrice, stiamo assistendo a una crisi globale che, accanto ai disastri di tipo climatico, porta con sé una “crisi di empatia” e una “crisi di disuguaglianza”, che vanno affrontate il prima possibile.
Alla luce di ciò, al suo libro Jane Fonda affida un appello importante, che esorta a lottare insieme per la difesa dell'ambiente e del futuro delle generazioni a venire.
"È troppo tardi per essere moderati, dobbiamo agire subito!" afferma a gran voce, sottolineando l'urgenza di combattere una battaglia che deve essere trasversale, e transgenerazionale.