Inquinamento atmosferico: le conseguenze e come difendersi
La qualità dell’aria è un tema che preoccupa soprattutto chi vive nelle grandi città. Ma quali sono le cause e le conseguenze dei principali inquinanti, dal particolato atmosferico (PM10 e PM2,5) agli ossidi di azoto (NOx)? Cosa possiamo fare, a livello individuale e collettivo, per difenderci?
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- Le principali cause dell'inquinamento atmosferico
- Le conseguenze dell'inquinamento sulla salute
- Inquinamento atmosferico e tumori: le correlazioni
- Come ridurre l'inquinamento atmosferico?
- Come difendersi dall'inquinamento atmosferico
Le principali cause dell'inquinamento atmosferico
Soprattutto per chi vive in città, l’inquinamento ambientale è un tema che non può essere ignorato. In particolare, la qualità dell'aria. Ma quali sono, nello specifico, le cause dell’inquinamento atmosferico? E che differenza c’è tra le varie sostanze inquinanti?
- Particolato atmosferico (PM10). Sono le cosiddette polveri sottili, cioè particelle con un diametro inferiore ai 10 micrometri, che possono essere inalate penetrando nelle vie aeree superiori, dal naso alla faringe. Grazie all’adozione di filtri antiparticolato e ai limiti alla circolazione delle vetture più inquinanti, il traffico veicolare contribuisce solo in minima parte all’emissione di queste particelle in aria: le principali fonti in città sono stufe, caminetti e caldaie, oltre alle industrie.
- Particolato fine (PM2,5). Si tratta sempre di particolato atmosferico ma le particelle hanno un diametro inferiore, entro i 2,5 micrometri, e dunque possono entrare anche nei bronchi secondari e, da lì, nella circolazione sanguigna. Anche in questo caso, le principali fonti sono carbone, legno a gasolio usati per il riscaldamento domestico, ma anche le attività industriali e il traffico (anche per l’usura di freni, pneumatici e del manto stradale).
- Ossidi di azoto (NOx). L’ossido e biossido di azoto (NO e NO2) si generano sostanzialmente attraverso la combustione ad alta temperatura, per esempio nei motori delle auto, nelle centrali termoelettriche e negli impianti industriali.
- Biossido di zolfo (SO2). Se ne sente parlare relativamente poco, ma è uno degli inquinanti atmosferici più aggressivi e pericolosi ed è dovuto quasi interamente all’uomo. Scaturisce dalla combustione di carbone, petrolio e gasolio negli impianti industriali, termoelettrici e di riscaldamento domestico, ma anche nella lavorazione delle plastiche, nella desolforazione dei gas naturali e nel trattamento dei rifiuti.
- Ozono (O3). Negli strati bassi dell’atmosfera l’ozono è un inquinante secondario: ciò significa che non viene generato direttamente dall’uomo ma per una reazione fotochimica di altri inquinanti, come ossidi di azoto e composti organici solari, in presenza di luce solare (quindi soprattutto d’estate).
- Ammoniaca (NH3). Questa sostanza è rilasciata principalmente dalle attività agricole e, una volta liberata in atmosfera, si combina con gli ossidi di azoto e di zolfo generando le polveri fini. Di conseguenza, si può dire che anche gli allevamenti contribuiscano al particolato atmosferico.
Le conseguenze dell'inquinamento sulla salute
Lo dice l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): il 99% della popolazione globale respira aria con un livello di inquinanti superiore alle soglie di sicurezza. Soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito.
Le conseguenze dell’inquinamento atmosferico sono comprovate: nel mondo, lo smog è responsabile di 7 milioni di morti premature ogni anno, 800 ogni ora. Nell’Unione europea, nel 2021, 253mila decessi sono stati attribuibili all’esposizione al PM2,5, 52mila al biossido di azoto, 22mila all’ozono (i dati sono dell’Agenzia europea per l’ambiente, EEA). Sempre l’EEA spiega che le cause più comuni di morte prematura attribuibili allo smog sono malattie cardiache e ictus, seguite da patologie polmonari e cancro ai polmoni.
Inquinamento atmosferico e tumori: le correlazioni
“Sulla relazione tra particolato atmosferico e tumore del polmone si è espresso lo Iarc, l'agenzia internazionale per la ricerca sul campo. Cosa fa lo Iarc? Per tutti i fattori di rischio più rilevanti, raccoglie tutti gli studi pubblicati e riunisce gli esperti migliori del mondo, che emettono un verdetto finale. È un processo che può durare anni”. A spiegarlo a Cure-naturali è il dottor Paolo Contiero, responsabile della struttura semplice di Epidemiologia ambientale dell’Istituto dei Tumori di Milano.
“Questo verdetto finale ha diversi livelli di evidenza. Sulla relazione tra particolato atmosferico e tumore al polmone si raggiunge il livello 1, il più alto in assoluto. Insomma, è un'evidenza scientifica sicura oltre ogni margine di dubbio. Per quanto riguarda gli effetti su altri tipi di tumore, come il tumore alla mammella, la situazione è più incerta”.
Sappiamo dunque che la relazione tra inquinamento atmosferico e tumori è acclarata ma, nel concreto, quanti sono i casi e quanti i decessi? “Secondo un recente studio tedesco, in Europa ogni anno ci sono più o meno 800mila morti in più, rispetto a quelli che ci sarebbero se il livello di smog fosse più basso. Di questi 800mila, il 7% (quindi 50-55mila persone all'anno) è dovuto principalmente al tumore del polmone”, continua il dottor Contiero.
“Tutti questi studi tengono in considerazione soltanto i fattori di rischio di tipo ambientale che sono acclarati e conteggiano quasi solo i tumori al polmone. Ma la situazione è molto complessa: ci sono molti altri tumori che risentono, in un modo o nell'altro, degli inquinanti”.
“Altre analisi suggeriscono che gli inquinanti influenzino non solo la comparsa della malattia, ma anche la sua progressione. Il mio gruppo dell'Istituto dei Tumori ha studiato la sopravvivenza delle donne che hanno avuto una diagnosi di tumore della mammella: si è visto che, con alti livelli di particolato atmosferico, la prognosi peggiora di circa il 60%. Altri due studi americani vanno nella stessa direzione”.
“Tutte queste evidenze non sono ancora incluse nelle stime di cui parlavo prima, che sono molto attendibili ma si riferiscono soltanto ai fattori assolutamente certi e sicuri. Mi attendo che nei prossimi anni, con i progressi nella ricerca scientifica e la definizione di fattori di rischio ancora non noti, questi numeri possano aumentare ancora”.
Come ridurre l'inquinamento atmosferico?
Come ridurre l'inquinamento atmosferico? Attraverso un insieme di azioni che coinvolgono gli individui, le imprese e le pubbliche amministrazioni. Per fare qualche esempio concreto, ripercorriamo le principali cause dello smog:
- Traffico veicolare. Alle amministrazioni spetta il compito di investire nei mezzi pubblici e nelle piste ciclabili, introdurre restrizioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti e garantire la sicurezza di pedoni e ciclisti; i cittadini, da parte loro, dovrebbero abituarsi a spostarsi in auto solo quando strettamente necessario;
- Edifici. Sono numerosi gli interventi che possono renderli più efficienti e meno inquinanti: l’isolamento termico, la sostituzione delle caldaie, l’installazione di pannelli solari, i dispositivi di monitoraggio dei consumi. Anche la casa più moderna, però, va vissuta con consapevolezza evitando inutili sprechi, a cominciare da un uso moderato di riscaldamento e climatizzatore.
- Industrie. La riconversione delle industrie più inquinanti è un processo lungo e dispendioso ma indispensabile per tutelare il clima e la salute; è dunque indispensabile che le imprese accettino la sfida, sostenute – ove necessario – da appositi incentivi pubblici.
- Allevamenti. È tempo di ripensare il sistema alimentare, riducendo sempre più il consumo di carne a favore delle proteine vegetali.
Come difendersi dall'inquinamento atmosferico
Le strategie per ridurre l’inquinamento atmosferico sono prioritarie, ma portano risultati nel medio-lungo periodo. Nel frattempo, come facciamo a difendere noi stessi e i nostri cari dallo smog nella vita quotidiana? Ecco alcuni semplici consigli:
- abituarsi a monitorare quotidianamente la qualità dell’aria nella propria città, attraverso servizi come IQAir o Breezometer;
- se si passeggia con un bambino molto piccolo su una strada trafficata, tenerlo in braccio per limitare la sua esposizione al particolato atmosferico;
- evitare di fare sport all’aperto nelle giornate in cui i livelli di inquinamento sono alti;
- per passeggiate, picnic e giochi dei bambini, prediligere i parchi grandi e alberati;
- nelle giornate molto inquinate, uscire di casa indossando una mascherina facciale filtrante di tipo FFP1, FFP2 o FFP3;
- se i livelli di smog sono allarmanti, tenere le finestre chiuse.