Ecovillaggio, cos'è
Che cos'è un ecovillaggio e quali sono le sue principali caratteristiche? Valori, principi e peculiarità alla base di realtà che mettono al centro del proprio modello di vivere comune la sostenibilità e la condivisione di intenti.
Credit foto
©Fb rete italiana villaggi ecologici
- Che cos'è un ecovillaggio
- Origini e diffusione degli ecovillaggi
- Ecovillaggi, caratteristiche e principi fondanti
- Ecovillaggi in Italia
- Miniappartamenti in ecovillaggio, la case history di Montale Rangone
Che cos'è un ecovillaggio
L'ecovillaggio è un tipo di comunità basata esplicitamente sulla sostenibilità ambientale.
Secondo il Global Ecovillages Network (GEN) europeo, si tratta di “un centro abitato moderno, dove l’uomo vive in armonia e cooperazione con la natura, sperimentando nuove tecnologie e nuove abilità per creare un modo di vivere più sostenibile, pacifico e diverso”.
La Rete Italiana Villaggi Ecologici (RIVE) - network di riferimento per gli ecovillaggi in Italia - li identifica come realtà comunitarie nelle quali “cinque o più persone, non tutte appartenenti alla stessa cerchia familiare, decidono di vivere e costruire delle basi comuni per portare avanti un progetto di vita sostenibile, a livello ecologico, sociale, spirituale ed economico”.
Ciascuna di queste definizioni, volutamente ampia, consente di riconoscere differenti tipi di progetti, a testimonianza del fatto che ciascun ecovillaggio è pensato e costruito su misura dalle persone che vi vivono, a partire dalla loro visione comune, dai loro valori e interessi.
Origine e diffusione degli ecovillaggi
Il termine “ecovillaggio” è la traduzione dall’inglese eco-village, coniato da Robert e Diane Gilman nel libro Eco-villages and Susteinable Communities del 1991.
Nel 1995 viene fondato il Global Ecovillages Network (GEN), rete mondiale di ecovillaggi, che l'anno dopo organizza il primo meeting internazionale fra comunità ecologiche a Findhorn, storica realtà scozzese.
Servizio informativo e punto di riferimento globale che fornisce supporto alle comunità, conta attualmente migliaia di membri e promuove il modello di ecovillaggio e di ecoturismo presso organismi nazionali e internazionali.
Il GEN è organizzato in sotto-unità territoriali, tra cui GEN- Europe, associazione europea che “favorisce lo sviluppo di ecovillaggi come modello di insediamenti umani sostenibili attraverso lo scambio di comunicazioni, la partecipazione, l’educazione e il lavoro in rete”.
Nel 1996 nasce, inoltre, la Rete Italiana dei Villaggi Ecologici (RIVE), in occasione del convegno “Ecovillaggi: una soluzione per il futuro del pianeta”, organizzata dall’Amministrazione Comunale di Alessano (LE) e dal Centro Studi Cosmòs di Milano.
Ecovillaggi, caratteristiche e principi fondanti
Secondo l'ecologo ed agronomo australiano David Holmgren- uno dei maggiori teorici di ecovillaggi- caratteristiche fondanti e distintive di tali realtà sono:
- Adesione volontaria dei partecipanti e la condivisione dei principi comuni;
- i nuclei abitativi progettati per ridurre al minimo l'impatto ambientale;
- uso di energie rinnovabili;
- autosufficienza alimentare basata su permacultura o altre forme di agricoltura biologica.
Ferma restando l'unicità di ciascun progetto, il GEN suddivide gli ecovillaggi in tre tipologie generali:
- Urbano: comunità o eco-quartieri con una visione comune. L'obiettivo è migliorare la qualità della vita in città, diventando individui più sostenibili, collaborativi e partecipativi;
- tradizionale: villaggi rurali e comunità esistenti che decidono di progettare insieme il proprio percorso, utilizzando processi partecipativi per combinare tradizione e innovazione;
- intenzionale: creato da persone che si trovano e realizzano un progetto comune sulla base di uno scopo o una visione condivisa.
Ecovillaggi in Italia
In totale, in Italia si contano una quarantina di ecovillaggi e progetti di comunità, disseminati sul territorio da Nord a Sud.
Un importante impulso alla diffusione di tali realtà nel Belpaese, si deve alla costituzione della Rete Italiana dei Villaggi Ecologici, nata nel 1996 per creare un network permanente di collaborazione tra comunità, progetti, associazioni e singoli interessati allo sviluppo dell’idea comunitaria e della sostenibilità ambientale.
Appartengono alla RIVE esperienze differenti tra loro per orientamento filosofico e organizzazione, ma tutte ispirate a un modello di vita sostenibile dal punto di vista ecologico, socioculturale ed economico.
Fornendo supporto pratico e una serie di servizi utili al confronto, la rete oggi è cresciuta diventando il riferimento in materia di ecovillaggi e vita comunitaria in Italia.
Miniappartamenti in ecovillaggio, la case history di Montale Rangone
La ricerca, da parte di un numero crescente di persone, di uno stile di vita sostenibile- che accosti rispetto per la natura e socialità- sta via via influenzando l'offerta di soluzioni abitative sul mercato, tanto da indurre alcune società immobiliari a proporre case e appartamenti a basso impatto, in contesti in cui vengono inclusi spazi e servizi comuni.
È il caso, ad esempio, dell’Ecovillaggio Montale, complesso residenziale ecocompatibile progettato a Montale Rangone, nel modenese, applicando i principi della tutela dell’ambiente e del benessere delle persone. L'intento è di rifarsi al modello dell'economia circolare per ottenere un'area bio ed ecosostenibile in cui ogni elemento sia funzionale agli individui e alla collettività. Si tratta di una sorta di quartiere a basso impatto, assimilabile al concetto di ecovillaggio diffuso per quel che riguarda la pluralità di abitazioni, in contrapposizione allo stile di vita prettamente comunitario del co-housing.
Tra le soluzioni offerte all'interno dell'Ecovillaggio, una si rivolge specificatamente a coppie, single o lavoratori sempre in viaggio. Parliamo di miniappartamenti a basso impatto ambientale (MINI NZEB, acronimo per Nearly Zero Enery Building) a energia quasi zero e zero emissioni.
Obiettivo della scelta è coinvolgere singoli o famiglie mononucleari, che possano usufruire dell'opportunità sociale garantita da servizi comuni (una piazza per gli incontri, un bio-mercato, spazi verdi, un ristorante e un ecobistrò) preservando, d'altro canto, il proprio spazio individuale e la propria privacy.
Una formula che ha incontrato interesse immediato, facendo registrare la vendita sulla carta della totalità degli alloggi e dimostrando come l'abitare sostenibile e partecipato possa assumere forme differenti, adattabili a una molteplicità di esigenze.