Psoriasi: sintomi, cause e trattamento
La psoriasi è una patologia della pelle che si manifesta attraverso macchie, papule e placche. Esploriamo le cause, i fattori che contribuiscono alla comparsa e all'aggravamento della malattia e le terapie – farmacologiche e naturali – per contrastarla.
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La psoriasi è un'infiammazione cronica della pelle che può avere cause fisiche ma anche emotive, come stress e ansia. Scopriamo meglio come curarla.
- Cos'è la psoriasi
- Le cause e l'incidenza
- Lo stress e i fattori scatenanti
- Segni e sintomi della psoriasi
- Le forme della malattia
- La diagnosi
- La psoriasi del cuoio capelluto
- La psoriasi delle mani
- La psoriasi delle unghie
- Possibili complicanze
- Il trattamento topico
- Esistono rimedi naturali per la psoriasi?
- Farmaci e altri trattamenti
Cos’è la psoriasi
La psoriasi è una patologia cronica della pelle di tipo infiammatorio, caratterizzata da placche infiammate e squamose sulla pelle, spesso pruriginose. Essendo molto visibile e in molti casi fastidiosi, può influenzare in modo pesante la qualità della vita di chi ne è affetto.
La psoriasi è una malattia autoimmune, il che significa che il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule sane della pelle, accelerando il loro processo di crescita. In condizioni normali, infatti, le cellule della pelle si rinnovano ogni 3-4 settimane: nelle persone affette da psoriasi, invece, questo processo si verifica in soli 3-7 giorni.
Di conseguenza, le cellule cutanee non hanno il tempo di maturare adeguatamente, si accumulano in superficie e formano le tipiche placche.
Le cause e l’incidenza
La scienza non è ancora arrivata a determinare in modo chiaro e univoco qual è il motivo per cui viene la psoriasi. La predisposizione genetica resta un fattore determinante a cui se ne correlano diversi altri di tipo immunologico e ambientale. Si è poi osservato che, nei soggetti predisposti, ansia ed episodi emotivi stressanti sono importanti nel condizionare la storia della malattia.
Quel che è certo è che la psoriasi non è contagiosa né infettiva: frequentare una persona con la psoriasi, stringerle la mano, abbracciarla o scambiarsi capi di abbigliamento non comporta rischi di nessun genere.
La sintomatologia è generalmente cronica e spesso recidiva e colpisce circa il 2-3% della popolazione mondiale, con picchi dell’8-11% in alcuni Paesi del nord Europa. In Italia l’incidenza è del 3% circa. Non sono state dimostrate differenze significative tra uomini e donne.
Lo stress e i fattori scatenanti
Abbiamo visto dunque come la psoriasi sia una malattia autoimmune, cioè scatenata dal sistema immunitario e non da un batterio o da un virus, e come ci sia alla base un componente genetica. Anche tra coloro che sono geneticamente predisposti, però, non tutti sviluppano i sintomi e non tutti lo fanno con la stessa intensità e frequenza.
Per spiegare questa variabilità, sono stati identificati alcuni fattori scatenanti:
- Stress, perché influisce negativamente sul sistema immunitario (è comune sentir parlare di psoriasi da stress);
- infezioni delle vie respiratorie superiori, tra cui le tonsilliti streptococciche;
- lesioni cutanee come graffi, ustioni o punture d’insetto;
- condizioni meteorologiche (di solito la psoriasi peggiora d’inverno e migliora con l’esposizione alla luce solare);
- alcuni farmaci, come i beta-bloccanti utilizzati per l'ipertensione.
Segni e sintomi della psoriasi
Nella maggior parte dei casi, la psoriasi è una malattia ad andamento cronico recidivante. Ciò significa che i sintomi tendono a scomparire e ricomparire, con un andamento che può essere legato allo stress o alla stagionalità ma non è del tutto prevedibile.
La psoriasi può manifestarsi in diverse forme, ma i sintomi tipici sono:
- Placche cutanee: aree rosse e sollevate sulla pelle, coperte da squame argentee o biancastre. Possono essere pruriginose, dolorose e talvolta possono sanguinare se graffiate o danneggiate.
- Prurito: l’irritazione cutanea può stimolare un impellente desiderio di grattarsi.
- Pelle estremamente secca che “tira”, si screpola e si desquama.
- Chiazze infiammate, arrossate e sensibili al tatto fino a risultare dolorose.
- Unghie ispessite, rigonfie, deformate o ingiallite che talvolta si separano dal letto ungueale.
Dove può venire la psoriasi?
- Gomiti e ginocchia;
- cuoio capelluto;
- volto, soprattutto su sopracciglia, pieghe nasolabiali, fronte e dietro le orecchie;
- mani e piedi;
- unghie delle mani e dei piedi;
- in casi più rari la psoriasi interessa anche altre parti del corpo, come le pieghe cutanee, i genitali e la zona lombare.
Le forme della malattia
La psoriasi può manifestarsi in diverse forme.
- Psoriasi a placche: è la forma più comune e colpisce circa l'80-90% delle persone affette. Si manifesta con placche infiammate e squamose sulla pelle, di dimensioni variabili, che possono comparire su diverse parti del corpo, come gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e zona lombare.
- Psoriasi guttata: si manifesta con piccole macchie rotonde o a forma di goccia. Solitamente è preceduta da un'infezione batterica, come streptococco, ed è più comune nei bambini e nei giovani adulti. Le lesioni possono comparire sul tronco, sulle braccia, sulle gambe e sul cuoio capelluto.
- Psoriasi inversa: colpisce principalmente le pieghe cutanee, come l'inguine, l'ascella, sotto il seno o tra le natiche. Si presenta con macchie rosse lisce e lucide, senza la caratteristica squamosità delle altre forme di psoriasi.
- Psoriasi eritrodermica: è una forma rara ma grave di psoriasi, in cui la maggior parte della superficie cutanea è colpita. La pelle diventa arrossata, infiammata e si desquama intensamente. Può causare gravi sintomi sistemici come febbre, brividi e instabilità termica.
- Psoriasi pustolosa: si caratterizza dalla presenza di pustole piene di pus sulla pelle. Ne esistono due tipi: psoriasi pustolosa palmoplantare, che colpisce i palmi delle mani e le piante dei piedi, e psoriasi pustolosa generalizzata, che coinvolge grandi aree del corpo. Entrambe le forme richiedono un trattamento medico immediato.
Ne esistono anche altre varianti più rare, come la psoriasi a placche lineare, la psoriasi eritrodermica generalizzata, la psoriasi pustolosa acuta e altre forme ancora. Individuare da subito la tipologia precisa di psoriasi è il punto di partenza per poterla gestire nel modo corretto: per questo rivolgersi a un dermatologo qualificato è fondamentale.
La diagnosi
La diagnosi della psoriasi viene fatta attraverso diversi esami più o meno specifici. Di norma al medico specialista, il dermatologo in particolare, è sufficiente l’esame obiettivo della pelle. Se lo ritiene, può poi procedere con:
- grattamento metodico di Brocq, analisi condotta sulle placche psoriasiche;
- scraping cutaneo, analisi volta ad individuare, mediante tampone, la presenza di microrganismi patogeni;
- biopsia della pelle per l'analisi istologica.
Non esistono test capaci di stimare l’intensità dei sintomi, la loro frequenza né, in generale, l’andamento della malattia nel tempo.
La psoriasi del cuoio capelluto
Una delle forme più comuni è la psoriasi del cuoio capelluto, una condizione che provoca squame bianche o argentee, forte prurito, rossore, infiammazione o – in alcuni casi – sensazione di bruciore o dolore.
Finché questa psoriasi è lieve, può essere gestita con qualche accorgimento. Se però le squame sono molto abbondanti e provocano fastidio, prurito e infiammazione, la persona può sentirsi profondamente a disagio. Tanto più perché esse sono visibili e tendono ad accumularsi sui capelli e sulle spalle, dando una sensazione di sporcizia.
Un dermatologo può scegliere cosa fare per eliminare la psoriasi, trovando la giusta combinazione di shampoo medicali, lozioni o creme specifiche, oltre a dare consigli mirati per la cura del cuoio capelluto.
La psoriasi delle mani
La psoriasi delle mani interessa il palmo, il dorso, le dita e gli spazi tra di esse. La pelle può apparire arrossata e infiammata, con chiazze o squame che possono staccarsi. Il prurito intenso spinge a grattarsi: se a ciò si unisce il fatto che la pelle diventa secca e screpolata, diventa piuttosto facile trovarsi con le mani piene di piccole ferite.
La persona può sentirsi impacciata, soprattutto se è alle prese con attività che richiedono un buon livello di manualità. Oltretutto, i tagli aperti fungono da porte d’ingresso per i microrganismi patogeni.
Chi sa di essere predisposto alla psoriasi dovrebbe prendersi cura con costanza delle proprie mani, applicando ogni giorno creme idratanti ed emollienti e indossando i guanti per proteggerle dal freddo e da sostanze urticanti.
Fra le possibili terapie ci sono pomate, steroidi topici, vitamina D sintetica, calcipotriolo, agenti cheratolitici, farmaci sistemici o trattamenti con luce ultravioletta (fototerapia). È importante sottolineare come ogni persona reagisca ai trattamenti in modo unico e peculiare.
La psoriasi delle unghie
La psoriasi delle unghie, o psoriasi ungueale, può interessare le unghie delle mani, quelle dei piedi o anche entrambe contemporaneamente. Le unghie possono:
- Diventare ispessite, aumentando di dimensioni in larghezza e altezza;
- assumere un colore giallastro, marrone o biancastro;
- avere chiazze bianche o scure sulla superficie;
- perdere la loro forma usuale, diventando ondulate o rugose;
- diventare fragili e sfaldarsi facilmente, o anche separarsi dal letto ungueale.
In alcuni casi, la psoriasi delle unghie può causare dolore, sensibilità e sensazione di pressione nell'area circostante. Se le unghie sono particolarmente ispessite o deformate, finiscono per compromettere anche la manualità fine. Un altro disagio è di tipo psicologico, perché questo difetto estetico può mettere in imbarazzo.
Provare a risolvere il problema da soli, con una manicure troppo aggressiva, rischia di essere controproducente. È il dermatologo a poter scegliere il trattamento adatto, fra creme e unguenti specifici per le unghie, farmaci antifungini, steroidi topici o iniezioni di corticosteroidi. In alcuni casi, può prescrivere farmaci sistemici o trattamenti con luce ultravioletta (fototerapia).
Possibili complicanze
Anche quando non è di per sé dolorosa, la psoriasi può rivelarsi molto pesante a livello psicologico. Chiazze e placche compaiono infatti su parti del corpo esposte agli sguardi altrui e, per questo, non passano inosservate. Chi ne soffre dunque può maturare un profondo senso di disagio e vergogna, trovandosi in difficoltà nelle interazioni con gli altri.
Una delle principali complicanze della psoriasi è l'artrite psoriasica, una forma di artrite cronica che provoca l’infiammazione delle articolazioni, con sintomi come dolore, rigidità, gonfiore e limitazione dei movimenti. Talvolta l’infiammazione è asimmetrica.
Può coinvolgere qualsiasi articolazione del corpo, ma di solito riguarda soprattutto mani, piedi, ginocchia, anche e colonna vertebrale (soprattutto nella zona lombare e cervicale). A differenza di altre forme di artrite, può interessare anche i tessuti circostanti, come tendini e legamenti. Tra i sintomi caratteristici ci sono anche le anomalie alle unghie.
Passando ad altre complicanze, bisogna ricordare che avere costantemente la pelle desquamata e irritata, tanto più se c’è lo stimolo a grattarsi, significa essere a rischio di infezioni batteriche o fungine: i microrganismi infatti penetrano nelle ferite aperte e lì proliferano.
La psoriasi è stata associata anche a una maggiore probabilità di contrarre malattie cardiovascolari, di sviluppare la sindrome metabolica o di essere obesi.
Il trattamento topico
Qual è la miglior cura per la psoriasi? In realtà non esiste una sola risposta, perché è il dermatologo a scegliere l’approccio che ritiene più adatto, sulla base dei sintomi e anche del livello di disagio che comportano per il paziente.
Sono quattro le categorie di farmaci usati per il trattamento topico della psoriasi:
- Corticosteroidi: sono stati scelti a lungo, e lo sono tuttora, perché sono facili da applicare (sotto forma di crema, unguento, schiuma e lozione) e hanno un effetto immediato. Bisogna però fare attenzione all'utilizzo dei cortisonici perché, a lungo andare, assottigliano la cute e danno una serie di complicazioni tra cui il cosiddetto effetto rebound: quando si interrompe la somministrazione, i sintomi iniziali tendono a ripresentarsi.
- Antralina: è un farmaco che contrasta la proliferazione delle cellule cutanee. Va applicato con molta attenzione soltanto sulle chiazze e sulle placche, risciacquandolo poi dopo qualche minuto per evitare di irritare la pelle.
- Calcipotriolo o calcipotriene: sono analoghi topici della vitamina D3 e possono essere usati da soli oppure alternandoli ai corticosteroidi.
- Tazarotene: ha buoni risultati ma ha anche un effetto irritante sulla cute: per questo viene usato come coadiuvante oppure per la psoriasi ungueale.
- Emollienti: si tratta di creme a base di vaselina, paraffina o oli vegetali idrogenati (da cucina) da applicare due volte al giorno, subito dopo la detersione. Sono sicuri e ben tollerati.
- Acido salicilico: da non confondere con l’acido acetilsalicilico (cioè l’aspirina), aiuta ad ammorbidire le squame e agevola l’assorbimento di altri farmaci topici. Può essere particolarmente utile sul cuoio capelluto.
- Preparazioni a base di catrame: vanno applicate di notte e poi risciacquate al mattino.
Esistono rimedi naturali per la psoriasi?
Il legame tra psoriasi e alimentazione non è ancora stato chiarito del tutto a livello scientifico. Quello che appare assodato è che alcuni alimenti e bevande possono favorire l’infiammazione e quindi il peggioramento dei sintomi:
- alcolici e superalcolici;
- cibi ricchi di acido arachidonico come carni rosse, salumi, uova, panna e burro;
- caffè e cioccolata;
- cibi ricchi di proteine e grassi animali.
Una sana alimentazione dovrebbe prediligere cibi ricchi di sostanze antiossidanti come la vitamina C, la vitamina E, lo zinco, il selenio, il beta-carotene. Si tratta di sostanze contenute soprattutto negli agrumi, cavoli, broccoli, carote, spinaci, albicocche, mandorle, noci, nocciole, olio di oliva, germe di grano, yogurt e pane integrale.
A scanso di equivoci, non esistono alimenti in grado di curare la psoriasi, così come non esistono alimenti in grado di provocarla. Semplicemente, una corretta alimentazione aiuta lo stato di salute generale ed evita l’insorgere di patologie spesso associate, come disturbi cardiovascolari e diabete.
Tra i rimedi naturali per la psoriasi si possono citare:
- l’aloe vera, dalle comprovate proprietà antinfiammatorie, immunomodulanti e lenitive;
- l’estratto di Mahonia acquifolium in crema;
- l’olio di sesamo per la psoriasi può contribuire a dare sollievo attenuando il rossore e la desquamazione della pelle;
- l’olio di Indigo naturalis, un pigmento preparato con le foglie di diverse piante, molto usato nella medicina naturale cinese;
- l’olio di neem per la psoriasi può essere massaggiato sulle lesioni, anche se gli studi scientifici sulla sua efficacia sono un po’ datati;
- la tintura madre di Centella asiatica migliora la circolazione a livello del derma e riduce gli ispessimenti cutanei.
Tra le cure naturali per la psoriasi meritano un posto anche le terapie termali, in particolare la balneoterapia in acqua sulfurea. Questo trattamento, peraltro molto gradevole, funge da coadiuvante rispetto alla terapie farmacologiche tradizionali: in particolare, è efficace nel ridurre le squame e il prurito.
Farmaci e altri trattamenti
“La fototerapia è una delle alternative terapeutiche per il trattamento della psoriasi. I raggi UV, sia nello spettro UVA che UVB, esercitano un’azione riducente. Queste radiazioni UV, infatti, esercitando un'azione sul del DNA dei cheratinociti, ne bloccano temporaneamente le mitosi. Come conseguenza, il ciclo replicativo dei cheratinociti, estremamente veloce nella psoriasi, ritorna a valori normali e la chiazza psoriasica scompare”, spiega il dottor Michele Cardone, specialista in dermatologia del Santagostino.
Di seguito le più utilizzate forme di fototerapia.
- UVB fototerapia a banda larga. “La fototerapia con raggi UVB a banda larga, (lunghezza d’onda 290-320 nm), è stata per anni la terapia ospedaliera della psoriasi, specie in associazione con l’applicazione di catrame minerale. Oggi è pressoché abbandonata, poiché richiede tempi lunghi per indurre la remissione della malattia”, continua il dottor Cardone.
- UVB fototerapia a banda stretta. “Questa terapia richiede il trattamento con lampade che emettono nella banda UVB di 311 nm. Questa metodica, pur dando risultati apprezzabili, talvolta richiede anch’essa tempi lunghi ed è meno efficace della PUVA terapia”, spiega.
- PUVA fototerapia. “Questa metodica combina una fototerapia con raggi UVA (lunghezza d’onda 320-400 nm) con lo psoralene metoxalene. Il metoxalene causa una fotosensibilizzazione che potenzia l'azione dei raggi UV, questo viene assunto per bocca due ore prima della fotoesposizione. La PUVA terapia agisce sia bloccando la sintesi del DNA, e quindi la proliferazione cellulare, sia sopprimendo la risposta immunologica cellulo-mediata totale e quindi l'infiammazione. Il rischio maggiore della PUVA terapia è lo sviluppo di carcinomi spinocellulari, una forma di tumore della pelle”, sottolinea il dottor Michele Cardone.
- Bath PUVA. “Per diminuire il rischio di effetti sistemici dovuta alla somministrazione sistemica di psoralene, in questa metodica il farmaco è applicato direttamente sulla cute. Anche questa metodica non è esente da rischi, quali reazioni di fototossicità localizzata e pigmentazione a chiazze”.
“Attualmente l’uso dei raggi ultravioletti è molto più limitato rispetto al recente passato, sia per i problemi di carcinogenesi fotoindotta, sia perché queste metodiche sono considerate troppo lunghe e costose”, continua.
“Lo spettro di radiazioni solari agisce talvolta meglio che le singole radiazioni UV artificiali, pertanto si può ritenere l’esposizione alla luce solare una vera e propria terapia per la psoriasi. L’elioterapia va eseguita preferibilmente in ambiente marino, dove è più facile trascorrere molte ore senza indumenti, specie se la psoriasi è molto estesa. Vanno ovviamente evitati l’eritema solare e le scottature che indurrebbero un’esacerbazione dell'infiammazione e della psoriasi. L’elioterapia può essere svolta, con ottimi risultati, idealmente sul Mar Morto dove la radiazione UVA è particolarmente intensa e dove la salinità del mare agisce da potente decappante, rimuovendo le ipercheratosi tipiche della patologia”, conclude il dottor Michele Cardone.
“I più frequenti effetti collaterali della fototerapia, sia essa naturale o artificiale, sono tuttavia l'invecchiamento cutaneo e un maggior rischio di sviluppare tumori della pelle. Queste terapie richiedono pertanto un certo numero di visite settimanali con uno specialista in dermatologia presso centri specializzati”.
Se le terapie tradizionali non sono indicate o efficaci, è possibile ricorrere ai farmaci biologici, cioè prodotti mediante la tecnologia del DNA ricombinante. Ne esistono diverse classi, ciascuna delle quali agisce contro una specifica categoria di citochine (molecole proteiche infiammatorie). Bisogna somministrarli per via sottocutanea, ma è un’operazione che il paziente può eseguire anche da solo, dopo essere stato istruito dal medico.