Ernia iatale, cos’è e quali sintomi dà
L’ernia iatale è generalmente una condizione asintomatica: la possibilità del manifestarsi dei sintomi dipende dalla presenza del reflusso esofageo. Vi sono diverse tipologie di disturbo e in base alla specifica diagnosi occorre intervenire con terapie e trattamenti mirati e appropriati.
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L’ernia iatale è una modificazione che interessa lo stomaco con una estroflessione verso l’alto di una sua porzione verso la cavità toracica attraverso lo iato, ovvero l’apertura sul diaframma che consente il passaggio dell’esofago.
Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta, quali sono i sintomi (dai più comuni ai più seri), quali sono i cibi da evitare per l'ernia iatale e come fare rientrare l’ernia iatale.
- Ernia iatale, cos'è
- Tipi di ernia iatale
- Le cause
- I sintomi
- Ernia iatale e reflusso
- La visita gastroenterologica
- Esami e diagnosi
- Possibili complicanze dell'ernia iatale
- Il trattamento
- Alimentazione
- I rimedi naturali
- Posizioni da evitare
Ernia iatale, cos'è
Per ernia iatale si intende l’erniazione di una porzione dello stomaco attraverso un’apertura (hiatus esofageo) del diaframma. “L’ernia iatale non è una malattia, bensì una condizione clinica”, chiarisce la dottoressa Cristina Ogliari, specialista in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva del Santagostino.
“Nella maggior parte dei casi consiste infatti in una separazione più o meno grande tra lo sfintere esofageo inferiore (cardias) e lo iato diaframmatico ossia il foro del diaframma attraverso cui passa l’esofago per proseguire con lo stomaco. Normalmente queste due strutture (cardias e iato diaframmatico) coincidono o hanno una minima separazione che non crea problemi. Quando la separazione è invece significativa (di solito si considerano 2 cm come limite) allora si parla di vera e propria ernia iatale”.
“In questo caso lo sfintere esofageo inferiore, non più aiutato dal diaframma (muscolo molto potente) a chiudersi adeguatamente, può lasciar risalire il contenuto gastrico dallo stomaco all’esofago. Si può quindi avere un reflusso gastroesofageo”.
Tipi di ernia iatale
Esistono diversi tipi di ernia iatale:
- Ernia iatale da scivolamento: si tratta del tipo più comune, l’ernia va su è giù, entrando e uscendo dalla cavità toracica. Queste ernie di solito sono piccole e non causano problemi né sintomi.
- Ernia iatale fissa (o ernia paraesofagea): in questo caso la parte superiore dello stomaco rimane intrappolata nella cassa toracica. Anche in questa situazione i sintomi possono essere trascurabili. Tuttavia, c’è maggior probabilità di avere problemi all’esofago.
- Ernia iatale mista o complicata (più rara), in cui l’ernia può assumere diverse forme, fino al caso limite in cui tutto lo stomaco forma un’ernia nella cassa toracica. È molto probabile che per questo tipo sia necessario l’intervento chirurgico.
Le cause
Non esistono cause certe che determinano l'insorgere dell'ernia iatale, ma ci sono numerosi fattori che predispongono a tale patologia. Tra i fattori di rischio dell'ernia iatale possiamo citare, senza dubbio:
- Obesità e sovrappeso;
- cattiva postura da seduti;
- tosse frequente;
- tensioni frequenti, sollevamenti e sforzi;
- età avanzata;
- familiarità dell'ernia iatale;
- eredità e difetti congeniti, come l'eccessiva apertura dello iato esofageo;
- fumo e alcol.
Sintomi dell'ernia iatale
Come ci si sente quando si ha l'ernia iatale? Generalmente, questa condizione è asintomatica: la possibilità del manifestarsi dei sintomi dipende dalla presenza del reflusso esofageo.
In tal caso, i sintomi dell'ernia iatale sono vari per caratteristiche ed entità. Il più frequente è l’eruttazione: poiché infatti una porzione dello stomaco risale verso la cavità toracica, l’organo tende a riempirsi d’aria frequentemente, generando un senso di pesantezza gastrica che può sfociare in dolori epigastrici e toracici. Un altro sintomo comune è la disfagia, cioè la difficoltà a deglutire.
Chi ne è affetto sa bene che i sintomi dell’ernia iatale seguono la stagionalità: di solito i cambi di stagione sono i periodi più critici, ancor più se accompagnati da una modifica nelle abitudini alimentari.
C’è anche chi si chiede se ci sia un legame tra ernia iatale e nervosismo: chiaramente non può essere una condizione psicologica a modificare la fisiologia dell’apparato digerente, ma è vero che nei periodi di particolare stress si possono percepire di più i sintomi.
Ernia iatale e reflusso
Di solito ci si accorge dell’ernia iatale per via della sua conseguenza più comune, il reflusso gastroesofageo, cioè la risalita verso l’esofago del contenuto acido dello stomaco. I suoi sintomi principali sono:
- Rigurgito acido e bruciore di stomaco;
- alito cattivo;
- sapore amaro in bocca;
- salivazione eccessiva;
- nausea, anche con vomito;
- tosse stizzosa e persistente;
- mal di gola.
Bisogna chiarire, però, che si tratta di due fenomeni distinti: si può avere l’ernia iatale in assenza di reflusso e, viceversa, il reflusso in assenza di ernia iatale.
La visita gastroenterologica
"Ci si rivolge al gastroenterologo perché compaiono i sintomi da reflusso gastroesofageo (rigurgito, bruciore retrosternale)", spiega la dottoressa Cristina Ogliari.
"In rari casi l’ernia iatale può avere dimensioni così grandi da andare a interferire con l’attività cardiaca o polmonare. In questi casi spesso i primi a fare diagnosi sono invece i cardiologi o gli pneumologi cui il paziente si riferisce rispettivamente per tachicardie o aritmie cardiache e difficoltà respiratorie.”
“La visita gastroenterologica consiste in una raccolta anamnestica, cioè della storia clinica, famigliare e di abitudini quotidiane del paziente, nella presa visione di eventuale documentazione clinica (esami del sangue, esami endoscopici e radiologici) e nell’esame obiettivo”, spiega la dottoressa Ogliari.
Esami e diagnosi
Per diagnosticare la presenza di un’ernia iatale è necessario sottoporsi a una radiografia dell’apparato digerente superiore, oppure a un’endoscopia.
Per effettuare correttamente la radiografia, il paziente dovrà ingerire un liquido di contrasto in modo da rendere ben visibili lo stomaco, l’esofago e il duodeno, porzione superiore dell’intestino tenue.
L’endoscopia si svolge invece attraverso l’inserimento nello stomaco di un tubicino flessibile per via orale. Sulla sommità di questo sottilissimo tubo si trova una microcamera, che esplorerà l’esofago e lo stomaco individuando qualunque situazione problematica.
Un ultimo strumento diagnostico consiste nella misurazione del pH del contenuto esofageo nel corso della giornata, o ancora la pressione interna dell’esofago. Se il pH risulta troppo acido o la pressione interna appare inferiore al valore normale, è probabile che la causa sia la presenza di un’ernia iatale.
Possibili complicanze dell’ernia iatale
Vediamo ora quali conseguenze può portare l'ernia iatale, soprattutto se viene trascurata troppo a lungo.
Quando i succhi gastrici risalgono dallo stomaco, finiscono per irritare la parete dell’esofago provocando un dolore retrosternale che può essere confuso con un infarto del miocardio.
Tra i sintomi cardiaci dell’ernia iatale, seppure meno di frequente, possono esserci la tachicardia e la comparsa di extrasistole, in particolar modo dopo i pasti.
Tra le complicazioni che possono associarsi al disturbo:
- Bruciore di stomaco cronico e infiammazione cronica del tratto inferiore dell’esofago (esofagite da reflusso);
- anemia, dovuta al sanguinamento cronico del tratto inferiore dell’esofago;
- ulcere e restringimento del tratto inferiore dell’esofago, che causano difficoltà nella deglutizione.
Il trattamento
Qual è la cura per l'ernia iatale? “L’unico trattamento definitivo per un’ernia iatale sintomatica è l’intervento chirurgico perché si tratta di una modificazione della struttura di esofago-stomaco e pertanto può essere corretta solo con il trattamento chirurgico”, specifica la dottoressa Cristina Ogliari, specialista in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva del Santagostino.
“Spesso in realtà quello che interessa e che serve è controllare i sintomi che l’ernia iatale provoca e per questo possono essere utilizzati i farmaci antiacidi che riducono il bruciore, ma soprattutto dispositivi medici a base di alginato associato o meno ad acido ialuronico che creano una sorta di tappo e impediscono la risalita del reflusso”.
In sintesi, non esistono veri e propri farmaci per la cura dell’ernia iatale, ma di solito i sintomi si tengono a bada attraverso gli antiacidi (carbonato di calcio, bicarbonato di sodio ecc.), gli inibitori della pompa protonica (omeprazolo, pantoprazolo, lansoprazolo, esomeprazolo, rabeprazolo) e gli H2 bloccanti (nizatidina, ranitidina, cimetidina, famotidina).
Anche l’osteopatia può contribuire ad alleviare i sintomi. “Il trattamento osteopatico che mira ad un riequilibrio della struttura corporea – in questo caso, nella corretta collocazione e movimentazione del diaframma – ha un ruolo nella gestione dell’ernia iatale proprio perché consente di modulare l’attività del diaframma stesso”, afferma la dottoressa Cristina Ogliari.
L’ernia iatale dunque può rientrare in modo risolutivo solo attraverso l’intervento chirurgico, ma è il chirurgo a valutarne l’appropriatezza caso per caso, dopo avere sottoposto il paziente a una serie di accertamenti. Di norma, la chirurgia “è indicata nei casi in cui l’ernia iatale interferisca per le sue dimensioni con l’attività cardiaca o polmonare, o nei casi in cui il paziente non voglia o non possa assumere farmaci per controllare la sintomatologia”, puntualizza la dottoressa Ogliari.
Alimentazione per l'ernia iatale
I sintomi più comuni come infiammazione dello stomaco, reflusso, eruttazione, acidità sono tutti disturbi che possono essere trattati con i cosiddetti rimedi della nonna per l’ernia iatale e che spaziano dalla cura all’alimentazione sana e leggera, ai rimedi erboristici e a tecniche manuali di buon senso.
Molto importante è masticare con calma. Questo fattore è essenziale, perché permette di contenere i rigurgiti e godersi ciò che si sta assumendo.
I cibi da evitare per l'ernia iatale sono le sostanze che aumentano il reflusso dell’acido nell’esofago, come caffeina, cioccolato, cibi ricchi di grassi, menta, alcol. Andrebbero escluse dall’alimentazione anche tutte le bevande gassate.
È bene integrare la dieta abituale con latte fermentato, kefir e yogurt naturale arricchito con batteri probiotici. Aumentate l’apporto quotidiano di nespole, albicocche, frutti di bosco, papaya, asparagi, zucca gialla, patate dolci americane cotte in forno e mango.
Una buona abitudine è anche prediligere pasti poco sostanziosi e più frequenti e lasciare passare almeno 2 o 3 ore tra il pasto e il momento in cui si va a dormire.
Rimedi naturali
Vediamo ora i principali rimedi naturali per l’ernia iatale.
La menta fresca può essere distribuita su vegetali crudi o cotti per facilitare i processi digestivi ed evitare il meteorismo intestinale. Molto utile è anche l’estratto fluido di papaia, nella dose di 20 gocce, due volte al giorno, diluite in 2 cucchiai di succo puro di mirtillo, oppure di lampone, circa 15 minuti prima dei pasti principali.
Ugualmente efficace è l’arancia amara, sotto forma di estratto fluido, nella dose di 20 gocce, due volte al giorno, diluite in 2 cucchiai di frullato di sedano e carota. La funzione gastrica può essere migliorata assumendo achillea sotto forma di estratto fluido, nella dose di 30 gocce, tre volte al giorno, circa 30 minuti prima dei pasti.
È consigliabile anche il consumo di tisane per l’ernia iatale a base di altea e camomilla oppure liquirizia, malva e fieno greco, Aiutano infatti a calmare i bruciori di stomaco, sedare il reflusso e rilassare lo stomaco.
L'artiglio del diavolo a dosaggio normale generalmente è ben tollerato, anche per lunghi periodi, specie se assunto a stomaco pieno; si sconsiglia però di utilizzarlo a dosaggi eccessivi, o contemporaneamente a farmaci antinfiammatori, dei quali potrebbe accentuare la gastrolesività.
In caso il reflusso gastrico fosse accompagnato anche da meteorismo, gonfiore dello stomaco e dell’intestino è consigliabile associare il carbone vegetale, per assorbire gli eccessi di gas e lenire possibili coliti.
Tra le buone abitudini c’è quella di evitare di indossare vestiti aderenti, cinture strette e bustini, per non aumentare la pressione sull’addome e provocare il reflusso. Se si è in sovrappeso, è bene iniziare a pensare di perdere qualche chilo con un po’ di sana attività fisica, specie se il grasso esercita una pressione sull’addome.
Nel caso in cui l’ernia duodenale sia stata diagnosticata e provochi disturbi da reflusso, oltre a tutti i suggerimenti descritti sopra, possiamo applicare quello che poteva considerarsi un rimedio della nonna, ma che in realtà poggia su basi più strutturate.
Vediamo in semplici passi come procedere:
- Ci si distende in posizione supina su una superficie dura tipo un materassino da ginnastica, con le gambe piegate per facilitare l’ispezione addominale.
- Inspirare profondamente e posizionare entrambe le mani sotto lo sterno. I palmi sono rivolti verso il corpo e le dita si toccano così che i pollici con cui esercitare la pressione si incontrano sotto lo sterno.
- Espirare lentamente e con forza premere i pollici verso l’interno e verso il basso. Non rilasciare le mani o la pressione alla fine del respiro.
- Si deve mantenere costante la pressione con i pollici, inspirare nuovamente in modo profondo e ripetere la procedura più volte fino a riuscire a spingere verso l'ombelico.
Chi possiede maggiore manualità e conoscenza del proprio addome, attraverso gli esercizi consigliati per l’ernia iatale può arrivare a chiudere la valvola ileocecale:
- Mantenere il pollice sinistro nella posizione descritta sopra e spostare il pollice destro per individuare la valvola che si trova sulla linea che congiunge ombelico e la parte alta dell'anca destra. A circa 5 cm sotto il punto centrale di questa linea immaginaria. si trova la valvola.
- Il pollice destro applica una pressione sulla valvola ileocecale e verso l'alto in direzione dello stomaco; mantenere tale pressione per qualche secondo e poi rilasciare e massaggiare la parte lentamente.
- Si può ripetere l’intero processo per 3 o 4 volte.
- Al momento di alzarsi dal materassino è consigliabile rotolarsi su un lato e mettersi a sedere usando le braccia per non andare a sollecitare i muscoli addominali e lo stomaco.
Posizioni da evitare
Se si soffre di ernia iatale, le posizioni da evitare sono quelle che possono favorire il reflusso:
- È bene stare seduti eretti anziché “ingobbiti” con sofferenza dello sterno;
- a letto preferire la posizione supina con la testa sorretta dal cuscino di almeno 20-30 centimetri, così che la forza di gravità tenga gli acidi lontani dallo stomaco durante il sonno;
- dormire dal lato destro agevola la direzione verso la valvola ileocecale;
- evitare di sforzare troppo gli addominali con gli esercizi;
- dopo i pasti, aspettare almeno due o tre ore prima di coricarsi.