Giuggiolo, caratteristiche e coltivazione
Il giuggiolo è un albero da frutto ornamentale molto antico, rustico e resistente, capace di adattarsi a diverse condizioni climatiche e ambientali e poco soggetto all’attacco da parte di parassiti e malattie.
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Il giuggiolo può essere facilmente coltivato in giardino o nel frutteto e una pianta adulta è in grado di produrre fino a 50 chilogrammi di giuggiole.
Le giuggiole sono ricche di vitamina C e possono essere consumate fresche dopo la raccolta o conservate per produrre liquori e dolci.
Scopriamo quali sono le caratteristiche del giuggiolo e come coltivarlo in piena terra per abbellire il giardino e avere sempre a disposizione i suoi deliziosi frutti.
Giuggiolo, descrizione della pianta
L’albero delle giuggiole è una pianta che appartiene alla famiglia delle Rhamnaceae, è originario delle regioni asiatiche e diffuso in diverse zone del mondo, tra cui l’Europa meridionale e gli Stati Uniti, già da tempi antichi.
Il giuggiolo (Zizyphus jujuba), conosciuto anche come “dattero cinese”, è un piccolo arbusto che può raggiungere gli otto metri di altezza, caratterizzato da rami spinosi e contorti e da piccole foglie lanceolate, lucide e seghettate, disposte in modo alternato.
Negli esemplari giovani la corteccia del giuggiolo è grigia, mentre nelle piante più vecchie presenta profonde solcature da cui si intravede un fondo rosso-bruno.
I fiori del giuggiolo si schiudono da giugno ad agosto, attirando api e insetti impollinatori: sono di piccole dimensioni, ermafroditi, disposti in cime e con una corolla composta da petali biancastri o giallo chiaro.
Alla fine dell’estate, dai fiori si sviluppano le giuggiole, drupe commestibili con una polpa giallastra e farinosa dal sapore simile a mele verdi quando il frutto è acerbo, che tende a divenire più dolce e più simile a quello dei datteri a maturazione completa.
Una pianta ben coltivata può produrre fino a 50 kg di giuggiole in un anno, che si consumano generalmente quando sono marroni e parzialmente raggrinzite, all’inizio dell’autunno.
Dopo la raccolta, i frutti possono essere conservati al buio per diversi mesi o usati per produrre un liquore dolce, il famoso brodo di giuggiole, dal cui nome deriva l’espressione “andare in brodo di giuggiole”, ad indicare uno stato d’animo di intensa soddisfazione.
Tradizionalmente le giuggiole sono usate anche per produrre collutori e pastiglie per il trattamento delle affezioni di bocca e faringe.
Come coltivare il giuggiolo
Il giuggiolo è una pianta resistente e rustica, che si adatta bene a diversi climi e condizioni ambientali.
Il giuggiolo infatti preferisce climi caldi e gli esemplari adulti sono in grado di resistere a periodi di siccità anche lunghi pur riuscendo a tollerare temperature fino a -15°C.
Le piante di giuggiolo possono essere messe a dimora in giardino o nel frutteto durante l’autunno e l’inverno, scegliendo una posizione soleggiata e riparata da forti venti. Il giuggiolo può essere collocato in qualsiasi tipo di terreno, anche se povero, sassoso o calcareo. È importante che il terreno sia però profondo e, in presenza di altre piante, il giaggiolo deve essere collocato a distanza di circa sei metri da altri esemplari.
Il giuggiolo non ha bisogno di essere concimato e le irrigazioni possono anche essere scarse, poiché l’apparato radicale del giuggiolo è in grado di espandersi molto in profondità. Vanno invece evitati accuratamente i ristagni d’acqua, che potrebbero danneggiare le radici.
Per quanto riguarda le potature, queste devono essere contenute e limitate a dare al giuggiolo la forma desiderata, all’eliminazione di rami danneggiati o al contenimento della chioma.
Trattandosi di albero rustico, generalmente l’albero di giuggiole non viene attaccato da parassiti e non è soggetto a malattie. Come già detto, vanno evitati ristagni idrici che possono far proliferare muffe e funghi.
Nella coltivazione del giuggiolo occorre prestare attenzione alla capacità pollonifera di questa specie: se non controllato, il giuggiolo può invadere rapidamente lo spazio circostante. I polloni devono dunque essere recisi alla base quando vengono notati.