Papavero, caratteristiche e coltivazione

Magnifici fiori rossi in campi di grano, questo nell'immaginario di tutti sono i papaveri. Possono essere però anche fiori decorativi da giardino e possiedono proprietà che li inseriscono in alcune ricette erboristiche

papavero

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Cos’è il papavero? Caratteristiche e tipologie principali

 

Il Papavero comune o Rosolaccio è una pianta rinomata per le sue proprietà blandamente sedative e antitussive. Il nome botanico è Papaver rhoeas L.  di origine celtica papa, pappa, legato all’usanza di mischiare il succo di questa pianta alla pappa per indurre il sonno dei bambini, e rhoeas dal greco reo, cado, per i petali che si staccano facilmente.

Il papavero comune appartiene alla famiglia delle Papaveraceae. Questa pianta diffusa nelle campagne è originaria delle regioni mediterranee orientali e introdotta in Europa con la coltivazione dei cereali, in particolare segue lo stesso ciclo vegetativo del grano. Purtroppo non si trova più facilmente nei campi a causa dell’impiego degli erbicidi.


Si tratta di una pianta erbacea annuale, a fusto eretto, sottile, leggermente peloso, tra i 20 e i 60 cm di altezza.

Presenta foglie dentellate, verde chiaro. I fiori singoli presentano 4 petali rossi molto fragili con una base nera e neri sono anche gli stami che circondano un pistillo globulare; si raccolgono da maggio a luglio. 
Il frutto è una capsula poricida, sormontato da uno stigma piatto, contenente numerosi piccoli semi. Ogni pianta produce mediamente da 10.000 a 20.000 semi che possono rimanere vitali nel terreno per molti anni.
La pianta produce un succo lattiginoso bianco, appicciccaticcio e acre.

Il papavero è una pianta simbolica per alcuni popoli. In particolare il Papaver rhoeas (o papavero delle Fiandre), porta con sè messaggi archetipici: questa varietà è infatti associata ai concetti di resilienza, memoria e pace ed è strettamente legata alla Prima Guerra Mondiale ed al Giorno dell'Armistizio. Durante la Grande Guerra, i papaveri crescevano spontanei sui campi di battaglia e persino nei terreni sul fronte occidentale, devastati da bombardamenti ed esplosioni. 

 

Varietà di papavero: quali sono le più diffuse

 

Risultano esistere oltre 70 specie appartenenti al genere Papaver. Dai colori vivaci, alcune varietà di papavero sono utilizzate per le loro proprietà in campo erboristico. 
Tra le più note:

  • Papavero comune (Papaver rhoeas) Questa varietà, nota anche come papavero delle Fiandre, è quella più tipica, la sua immagine affiora alla mente appena viene nominata la parola “papavero”, così come avviene per la lavanda. Dal colore rosso brillante il papavero comune è una pianta robusta, facile da gestire. Può essere coltivato anche in zone con clima freddo, predilige un terreno drenante ed una buona esposizione ai raggi solari.
  • Papavero da oppio (Papaver somniferum) Il papavero da oppio presenta caratteristiche interessanti. Si ricavano alcune sostanze oppiacee, che ne rendono la coltivazione illegale in alcune nazioni. Come altri tipi di papavero, il papavero da oppio predilige i terreni umidi e soleggiati. Questa varietà necessita di molto spazio, poiché può raggiungere facilmente oltre un metro di altezza.
  • Grande papavero scarlatto (Papaver bracteatum): Il grande papavero scarlatto, detto anche papavero persiano o iraniano, è originario delle regioni caucasiche ed utilizzato in erboristeria. Questa pianta robusta può raggiungere i 120cm di altezza e può crescere anche in alta montagna, ma è coltivabile facilmente anche in giardino con terreni drenanti ed ambienti caldi e soleggiati. 
  • Papavero alpino (Papaver alpinum): si tratta di papaveri gialli che crescono spontaneamente in ambienti selvaggi e rocciosi e sono molto resistenti alla siccità e alle condizioni atmosferiche avverse. Il papavero alpino è una pianta perenne e cresce quasi a livello del suolo, senza mai superare i 5–20cm di altezza.
  • Papavero orientale (Papaver orientale): Il papavero orientale, originario dell'Asia, è una pianta perenne dai colori vivaci, arancione, rosso e rosa salmone, alto circa 50–90cm. Piantando i semi all'inizio della primavera, si otterranno piante mature a giugno-luglio. 

 

Come coltivare il papavero: terreno, esposizione e clima ideale

 

I papaveri sono facilmente coltivabili. Generalmente prediligono terreni umidi, ben drenanti, in aree calde e soleggiate. Non sono particolarmente esigenti e possono adattarsi a substrati acidi, alcalini o neutri. Con il minimo dele attenzioni i papaveri possono crescere senza difficoltà. 

 

Semina del papavero

 

Nella selezione della varietà da piantare, si possono scegliere papaveri annuali, biennali e perenni.
I semi possono essere interrati all’aperto da giugno fino a settembre e fioriscono per tutta l’estate fino a settembre.

E’ importante preparare il letto di semina, lavorando il terreno con un rastrello e una zappa per renderlo morbido e poroso. Fertilizzante organico, come lo stallatico pellettato, o un fertilizzante granulare a lenta cessione per piante da fiore può essere d’aiuto per favorire una corretta crescita. E’ consigliato mantenere una distanza di circa 50 cm tra ogni piantina e il seme deve essere coperto con uno strato leggero di terra.

 

 

Fioritura del papavero

Piantando i semi all'inizio della primavera, la fioritura spunterà da maggio inoltrato fino a settembre con papaveri dai colori brillanti.

 

 

Papavero in vaso o in giardino

 

I Papaveri possono essere coltivati sia nelle aiuole in giardino sia in vaso sul terrazzo.
La posizione soleggiata è da preferire per avere fioriture generose.

I Papaveri possono essere coltivati anche in vaso. E’ necessario un vaso abbastanza profondo poiché il Papavero durante la fioritura richiede molta acqua e umidità nel substrato.

Si stende sul fondo uno strato di argilla espansa per migliorare il drenaggio e poi un terriccio per piante da fiore.

E’ importante programmare un ciclo di concimazioni. con concime granulare a lenta cessione che rilascia le sostanze nutritive per tutto il tempo della fioritura, oppure un fertilizzante liquido per piante da fiore da diluire nell’acqua per l’irrigazione, ogni 15 giorni da giugno a settembre.

Dopo la semina o la messa a dimora delle piantine è importante fornire acqua con regolarità e in base all’aumento delle temperature.
Mai lasciare però acqua stagnante nel sottovaso per molto tempo (per esempio una notte) onde evitare il rischio di malattie fungine.

 

Malattie e parassiti del papavero

 

Il Papavero può essere soggetto a malattie causate da insetti fogliari e radicali come cocciniglie, afidi, acari che vanno combattuti anche preventivamente.
Il Papavero può subire anche malattie fungine da contrastare con trattamenti a base di polveri bagnabili, come lo zolfo agricolo o l’ossicloruro di rame.

Alcune indicazioni per riconoscere i vari agenti patogeni:

  • Afidi: gli afidi sono piccoli insetti dal corpo molle che si nutrono della linfa delle piante, causando l’arricciamento, la distorsione e l’ingiallimento delle foglie. Colonizzano la parte inferiore delle foglie e dei boccioli dei fiori di Papavero. Si presentano di color verde, giallo o nero. 
  • Oidio: l’oidio, chiamato anche "mal bianco" è una malattia fungina che si presenta come una sostanza polverosa bianca o grigia su foglie, steli e germogli, con una graduale decolorazione della foglia, che prima ingiallisce e successivamente si secca. Le parti più colpite sono le foglie, ma anche fusti e fiori. L’oidio, pur essendo favorito dall’umidità si può sviluppare anche in ambiente asciutto. L’oidio indebolisce le piante e ne riduce il vigore, compromettendo la crescita complessiva e la fioritura.
  • Lumache e chiocciole: si nutrono voracemente del fogliame e dei teneri germogli, causando danni come bordi irregolari e fori nelle foglie, sono più attivi durante la notte o in periodi di elevata umidità, il che li rende difficili da individuare durante il giorno. La presenza di scie di melma lasciate da lumache e chiocciole è un segno rivelatore della loro infestazione nei giardini di Papaver.

Si possono adottare alcuni rimedi naturali per proteggere il papavero come:

olio di lino contro le cocciniglie e gli acari, il piretro contro afidi e cimici, olio di neem contro mosche bianche, afidi, lepidotteri, sapone molle per sciogliere le melate degli insetti che attirano formiche.

 

 

Proprietà e usi del papavero

 

Nel 1735, l’erborista irlandese K’Eogh riportò che il Rosolaccio “ha una natura rinfrescante e raffreddante. Bevendo un decotto di 5 o 6 fiori nel vino, il dolore è alleviato ed il sonno indotto […] le foglie dei boccioli verdi sfregate possono essere applicate su foruncoli e ulcere e usate in caso di febbre”.

Alcune varietà di papavero rientrano in ricette erboristiche di antica tradizione. Alcuni integratori a base di papavero vengono formulati per favorire lo scioglimento del muco e conciliare il sonno, offrendo un senso di sollievo.

Generalmente, le ricette antiche indicano nell’immersione dei petali di papavero in sciroppi o tinture il metodo di estrazione dei principi attivi. I petali essiccati vengono utilizzati per ottenere estratti in polvere, da aggiungere ad alimenti o bevande, come i frullati.

Ovviamente, il papavero da oppio contiene alcaloidi come morfina, codeina e papaverina e non è quello utilizzato in erboristeria.


Le proprietà ascritte al papavero sono essenzialmente quelle sedative, antispasmodiche, bechiche, emollienti, sudorifere: riduce nervosismo, irritabilità e tensione, facilita l'addormentamento, grazie alla presenza di antocianosidi, responsabili anche del colore rosso dei petali, alcaloidi isochinolinici, il principale dei quali è la roeadina, flavoni, flavonoli e i loro glicosidi;

I petali del papavero contengono mucillagini, che possono essere utili in caso di gola irritata.

Indicazioni per uso interno: 
insonnia, disturbi e affezioni a carico delle vie respiratorie, per calmare la tosse 
Indicazioni per uso esterno: 
trattamento di pelli irritate e arrossate

Dai semi è possibile estrarre un olio vegetale con buone qualità dietetiche e ottimo come lenitivo ed emolliente. Nei semi infatti è contenuto olio grasso (35%), costituito in prevalenza da acido linoleico, e acido oleico, palmitico e stearico.

Una volta essiccati i semi, sono comunemente utilizzati per aromatizzare e decorare pane e biscotti.