Tachicardia e palpitazioni: sintomi, cause, rimedi
Tachicardia e palpitazioni sono causate dal ritmo cardiaco accelerato o irregolare. Scopri quali sono le cause, i sintomi, come diagnosticare questo disturbo.
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Il cuore impazza, batte nel petto più del dovuto e non è per amore. Si parla di tachicardia quando la frequenza cardiaca supera i cento battiti al minuto. Scopriamo meglio le varie forme di tachicardia e come garantire benessere al nostro muscolo involontario che è il cuore.
- Tachicardia, cos'è
- Sintomi della tachicardia
- Possibili cause
- Differenza tra tachicardia e palpitazioni
- Quando rivolgersi al medico
- Come si cura la tachicardia
- Rimedi naturali per trattare alcuni tipi di tachicardia
Cos'è la tachicardia
Con il termine tachicardia si indica un’accelerazione della frequenza dei battiti cardiaci oltre le 100 pulsazioni al minuto.
Il ritmo cardiaco normale varia, in base al soggetto, dai 60 ai 90 battiti al minuto e mediamente ha una frequenza di 70-80 battiti al minuto: quando la frequenza cardiaca è sotto i 60 battiti al minuto si parla, invece, di bradicardia.
La tachicardia alla lunga può essere molto pericolosa. Si pensi, infatti, che le persone cronicamente tachicardiche hanno un’aspettativa di vita inferiore rispetto a quelle che non lo sono.
È stato infatti stimato che il rischio di eventi infausti a carico del sistema cardiovascolare nei soggetti con una frequenza cardiaca stabilmente pari o superiore a 90 battiti al minuti è tre volte più elevato rispetto a chi ha una frequenza cardiaca di 60 battiti al minuto.
La tachicardia ventricolare nello specifico è un’aritmia cardiaca che si manifesta con un aumento della frequenza, che può raggiungere picchi di 400 battiti al minuto. La sensazione è il classico cardiopalmo, con palpitazioni, respirazione difficoltosa, fiato corto, ansia, possibili vertigini, abbassamento della pressione, sincope. La durata di questo processo di aritmia può variare in base alla gravità della tachicardia, fino a 30 secondi oppure prolungarsi qualche secondo in più.
Può insorgere improvvisamente senza preavviso e terminare nello stesso modo. In certi casi, soprattutto in chi è affetto da patologie cardiache per le quali è in cura, può presentarsi invece in modalità graduale.
Esiste uan forma di tachicardia definita parossistica. L’aggettivo può sembrare inquietante, ma in realtà è utilizzato per indicare forme di aritmie che vengono causate da parti anatomiche del cuore diverse da quelle che generalmente generano l’impulso contrattile, e queste forme di tachicardia sono improvvise e si concludono altrettanto improvvisamente.
La tachicardia parossistica in termini tecnici è un’aritmia che si manifesta in maniera repentina e improvvisa e l’impulso di contrazione cardiaca può avvenire nel nodo atrioventricolare anziché nel nodo seno atriale.
Questo tipo di tachicardia parossistica viene definita tachicardia da rientro del nodo atrioventricolare. L’incidenza di questo tipo di aritmia è molto bassa e può manifestarsi anche in soggetti perfettamente sani.
Sintomi della tachicardia
La tachicardia può comparire improvvisamente e il primo sintomo che si avverte è proprio un'accelerazione del battito cardiaco con la sensazione di non riuscire a controllarlo. Affermazioni del tipo "quando mi metto a letto mi batte forte il cuore", spesso indicano alterazioni del ritmo che ingenerano ansia e preoccupazioni sullo stato di salute.
Generalmente il problema dura per pochi minuti ma ci sono anche casi in cui la tachicardia si avverte per ore o giorni. Spesso, a questo sintomo principale se ne affiancano altri, come le vertigini, gli svenimenti, l'ipotensione e anche, in rari casi, crisi epilettiche. Questi fenomeni possono scomparire con la stessa velocità con la quale si presentano.
La tachicardia parossistica si manifesta con episodi repentini e non preavvisati di palpitazioni anche molto forti, con frequenze cardiache tra i 160 e 200 battiti al minuto.
Dipende dalla causa scatenante e dal suo perdurare. Non ci sono momenti della giornata di maggiore incidenza: la tachicardia parossistica può manifestarsi tanto di giorno quanto di notte, improvvisamente. E’ raccomandabile chiedere un consulto specialistico per investigare su cause, effetti e possibili danni che questo genere di palpitazioni può portare con sé.
Anche perché noi non siamo in grado di capire che genere di tachicardia stiamo vivendo e i sintomi si equivalgono tra tachicardia parossistica, tachicardia ventricolare, sinusale, cardiopatie. Con il cuore non si scherza mai, in nessun caso!
Alle palpitazioni possono accompagnarsi anche fenomeni maggiormente preoccupanti come disturbi di respirazione, annebbiamento della vista, dolore al petto e spesso questi sintomi purtroppo sono campanelli di allarme che segnalano disfunzioni ben più serie di una semplice aritmia, quindi non sottovalutiamo niente.
La tachicardia in gravidanza può essere un fenomeno normale, soprattutto nelle ultime settimane quando il cuore della mamma va incontro a un superlavoro.
Il peso del pancione, l’aumento del sangue circolante e anche una certa componente emotiva che tende allo stress sono tutti fattori alla base dell’aumento della frequenza del battito cardiaco. Spesso la tachicardia in gravidanza è, dunque, un fenomeno fisiologico, ma qualche volta può essere la spia di un problema sottostante; si consiglia pertanto di parlarne con il proprio medico.
Possibili cause
L'aumento del battito può essere causato da tanti fattori: sforzo fisico, febbre, in fase digestiva, quando si è sottoposti a stati di ansia, stress o dopo un episodio che scatena un senso generale di paura. L'assunzione di farmaci, caffeina, bevande alcoliche possono essere un ulteriore fattore che agevola episodi di tachicardia. Esistono poi tachicardie patologiche per cui l'aumento del battito si deve a disturbi come anemia, ipertiroidismo, disturbi cardiaci.
L’accelerazione del battito cardiaco può essere dovuta a varie motivazioni, alcune di origine fisiologica, altre patologica. In ogni caso è importante individuare le cause della tachicardia per porre rimedio.
La tachicardia può insorgere:
- In seguito a una forte emozione: batte forte il cuore per alcune emozioni che si provano di fronte alla "fonte emotiva". Ovviamente un po’ di tachicardia “da innamoramento” è assolutamente fisiologica e non deve preoccupare. Un’altra emozione spesso associata alla tachicardia è la paura.
- Per uno sforzo fisico: subito dopo un’intensa attività fisica la frequenza cardiaca è maggiore. Una regolare attività fisica, però, contribuisce a vincere questa aritmia. Le persone sportive hanno in generale una frequenza cardiaca inferiore rispetto a chi non pratica sport e questo è uno dei motivi per cui l’attività fisica viene considerata salutare per cuore e vasi. Quando ci si approccia allo sport è importante farlo in maniera graduale, intensificando un po’ alla volta e seguendo i ritmi consentiti dalla propria età, dalle proprie condizioni di salute e dal proprio livello di allenamento.
- Sbalzi ormonali: in caso di ciclo mestruale, sintomi della menopausa, disfunzioni tiroidee;
- In seguito al consumo eccessivo di sostanze nervine quali caffè, tè, cioccolato, cacao e altre sostanze eccitanti. Uno o due caffè o tè al giorno non sono pericolosi, specie nei soggetti sani. Attenzione però al consumo associato di questi prodotti.
- Come conseguenza del fumo di sigarette.
- Per l’assunzione di droghe.
- Come conseguenza di ansia e stress: in periodi particolarmente difficili e stressanti, l’ansia può provocare episodi di tachicardia parossistica.
Sono cause patologiche di tachicardia:
- Febbre; quando la temperatura aumenta, aumenta anche il battito cardiaco.
- Anemia.
- Ipertiroidismo.
- Ipovolemia, cioè riduzione del volume ematico in seguito a un’emorragia o a forte disidratazione.
- Ipossia, cioè riduzione della quantità di ossigeno nel sangue, condizione che si verifica prevalentemente nel caso di patologie a carico del cuore e/o dei polmoni.
- Assunzione di alcuni farmaci: diversi medicinali possono causare tachicardia; chiedere sempre chiarimenti al proprio medico curante.
Meccanicamente il nostro cuore funziona attraverso contrazioni e distensioni: è una pompa e come tale si comporta per consentire la gittata sanguigna.
L’impulso nasce regolarmente in sede atriale e il ventricolo si contrae per spingere il sangue in circolo. In caso di tachicardia ventricolare queste contrazioni subiscono delle modificazioni: può accadere che gli impulsi si palesino anche al di fuori dell’atrio, sono infatti definiti “extrasistoli”, e alterano il ritmo delle contrazioni ventricolari, disperdendo la forza di gittata.
La conseguenza è che tessuti, organi e il cuore stesso non ricevono più la giusta quota di sangue ossigenato e l’attività di pompaggio degenera gradualmente. Quali sono le cause patologiche di questi “colpi a vuoto” del ventricolo?
- Cardiopatie: patologie disfunzionali del cuore a carico delle coronarie (a volte ci sono stati infarti del miocardio non diagnosticati), a carico del miocardio, il cuore in quanto muscolo può essere sottoposto a infiammazioni e/o a carico delle valvole cardiache, l’insufficienza mitralica.
- Alterazioni elettrolitiche: la nostra pompa funziona con impulsi elettrici grazie alla presenza di ioni positivi e negativi che determinano la contrazione muscolare. Gli ioni di cui disponiamo sono i più comuni sali minerali quali potassio, magnesio, sodio e calcio che devono muoversi in equilibrio e si comportano da elettroliti. Eventuali squilibri determinano:
- Ipopotassiemia: carenza di potassio che porta disordini cardiaci, crampi muscolari, stanchezza, ipoventilazione
- Ipomagnesiemia: carenza di magnesio, che porta aritmie, tremori, ipertensione, sbalzi d’umore, insonnia
- Ipocalcemia: disequilibrio tra la frazione libera e quella legata di calcio che porta ad aritmie, crampi muscolari, formicolii, restringimento della laringe.
La tachicardia in gravidanza, per esempio, può essere la spia di una pressione arteriosa troppo bassa o, al contrario, eccessivamente alta. È molto importante monitorare frequentemente la pressione per tutto il corso della gravidanza.
Se la pressione è troppo bassa, bisogna fare attenzione ad evitare gli svenimenti e le possibili conseguenti cadute accidentali, che potrebbero mettere a rischio il bambino; in caso di ipertensione gravidica, invece, bisogna prendere tutti i provvedimenti del caso per mantenere i valori sotto controllo; la pressione alta in gravidanza è, infatti, molto rischiosa e va gestita soprattutto mangiando nella maniera giusta e seguendo un corretto stile di vita.
La tachicardia in gravidanza può essere anche la spia di una carenza di ferro, associata a bassi valori di emoglobina, altra condizione piuttosto frequente nelle donne in dolce attesa. In tal caso, bisogna prendere le dovute misure, correggendo l’alimentazione ed eventualmente aumentando l’apporto di ferro tramite specifici integratori. La carenza di ferro e valori troppo bassi di emoglobina comportano rischi sia per la mamma sia per il feto, è dunque importante non sottovalutare il problema.
Infine, la tachicardia in gravidanza può essere il sintomo di disturbi a carico della tiroide, anch’essi piuttosto frequenti in gravidanza, che si possono controllare con specifici esami ormonali.
Differenza tra tachicardia e palpitazioni
Si parla di tachicardia sinusale quando ci si riferisce semplicemente ad un aumento del battito cardiaco estemporaneo, spesso dovuto a cause facilmente riconducibili ad un cambiamento emotivo o ad uno sforzo fisico. Si definisce “sinusale” perché coinvolge il battito imposto dal nodo seno atriale.
Quando da fenomeno episodico inizia a diventare invece sintomo ricorrente oppure se i battiti aumentano in misura superiore ai 180 al minuto è bene sottoporsi ad accertamenti seri e scrupolosi, poiché la causa potrebbe essere di natura patologica.
Quando si pratica un’attività sportiva, da semplici dilettanti senza allenamento, il primo effetto che si avverte è il respiro corto, l’affanno e il cosiddetto “cuore in gola”. Basta provare ad andare in piscina dopo una lunga pausa di inattività e a cimentarsi in una o due vasche: sembrerà di non riuscire a sopportare uno sforzo simile!
In realtà l’esercizio a cui ci si è sottoposti ha richiesto un incremento di ossigeno non solo per la respirazione modificata dall’ambiente acquatico, ma anche per i muscoli che sollecitati a movimenti inusitati necessitano di maggiore irrorazione e ossigenazione.
Lo stesso se ci si cimenta nella corsa: le prime volte si avranno pulsazioni molto alte, respiro affannato e cuore “a mille”. Con un allenamento costante e controllato anche il battito varierà perché verrà allenato il muscolo cardiaco e l’effetto tachicardico sarà modulato di conseguenza.
Ansia e stress sono due fattori dei tempi moderni che colgono spesso alla sprovvista e possono modificare in modo repentino lo stato emotivo tanto da influire sul ritmo cardiaco e indurre un aumento del battito incontrollato e incontrollabile lì per lì, per cui si avverte una sensazione al cardiopalmo che condiziona e imbriglia. Cuore in gola, rossore in viso, sudorazione fuori controllo, pensiero confuso, respirazione affannata.
Quando la nostra temperatura corporea aumenta per uno stato febbrile, può accadere che anche il battito si alteri a tal punto da percepirne la variazione. L’organismo in questi casi sta spesso contrastando un’infezione e un’infiammazione, quindi si sta sforzando a livello fisiologico per difendersi da attacchi patogeni e anche il cuore apporta maggiore ossigeno ai vari distretti coinvolti, con un surmenage che può indurre uno stato tachicardico.
In questi casi bisogna solo attendere e lasciare che il sistema immunitario combatta la sua battaglia, senza ansie: non stiamo per avere un infarto!
Quando rivolgersi al medico
Per effettuare una corretta diagnosi, si parte prima dallo studio dei sintomi. Tuttavia, sarà solo una indagine elettrocardiografica che potrà identificare con certezza la patologia e poi in particolare lo studio elettettrofisiologico endocavitario, un esame diagnostico invasivo che valuta le proprietà elettriche del cuore, identificherà la natura dell'aritmia indagata.
Come già anticipato, di fronte a sintomi così importanti e a una diagnosi di questo tipo si deve ricorrere all’intervento di cure sanitarie specifiche.
Anche in pazienti sani, che non riportano di patologie cardiache, sono necessarie cure specialistiche.
Addirittura in caso di tachicardia ventricolare persistente vengono attivati presidi che prevedono la somministrazione di farmaci antiaritmici, di betabloccanti per rallentare il ritmo e in alcuni casi di defibrillazione, una scarica elettrica che va a regolare il battito.
Come si cura la tachicardia
La terapia della tachicardia ha come scopo riequilibrare le cause che la provocano. I farmaci per gestire la tachicardia sono antiaritmici, come la flecainide, i calcio-antagonisti, i beta-bloccanti o l'amiodarone: un loro utilizzo regolare può anche aiutare a prevenire gli attacchi di tachicardia.
In certi casi, si deve poi ricorrere a una operazione chirurgica per porre rimedio alla tachicardia: una di queste consiste nella ablazione trans-catetere, una tecnica che interrompe i circuiti elettrici anomali che stimolano il muscolo cardiaco e causano quei battiti in più alla base del disturbo. Un'altra tecnica prevede l'inserzione del pacemaker, un impianto a batteria che genera impulsi e li trasmette al cuore, in modo da regolarne i battiti.
Rimedi naturali per trattare alcuni tipi di tachicardia
In naturopatia possiamo agire in campo preventivo, con alcune semplici linee guida legate ad un corretto stile di vita:
- Alimentazione varia ma completa, in un regime bilanciato di carboidrati, proteine animali e vegetali, frutta e verdura. Privilegiare una dieta integrata con adeguato consumo di cereali e carne bianca biologica. Pane, pasta e riso, ma anche lattuga, radicchio, cipolla, aglio e formaggi freschi, uova bollite, latte fresco caldo e frutta dolce come pesche e nettarine; si tratta di alimenti che aiutano a rilassare l'organismo e a "catturare" il sonno, difatti contengono triptofano, un aminoacido che favorisce la sintesi della serotonina, il neuromediatore del benessere e il neurotrasmettitore cerebrale che stimola il rilassamento.
- Abolizione di fumo, caffè e superalcolici, soprattutto la sera, cibi e bevande come cioccolato, cacao e tè andrebbero evitati poiché inducono un sonno di bassa qualità con risveglio al mattino presto. Via libera a un bicchiere di vino rosso ricco di resveratrolo 2/3 volte a settimana, senza eccessi.
- Periodica integrazione di sali minerali come magnesio e potassio, soprattutto nei cambi di stagione.
E la fitoterapia? Non può mancare un aiuto dalla farmacia della natura che in caso di “effetto sorpresa” consenta di ristabilire i giusti equilibri. È il caso del biancospino, un rimedio prezioso per sedare gli attacchi di ansia, le aritmie e la tachicardia. Il biancospino, grazie alla vitexina esercita un effetto calmante e anche sedativo, molto utile in caso di insonnia. Il gemmoderivato di Biancospino è la soluzione più indicata, poiché è un macerato glicerico pronto all’uso: 30 gocce in poca acqua 3 volte al giorno. L’unica controindicazione: abbassa la pressione. Attenzione quindi per coloro che pur soffrendo di tachicardia sinusale hanno la pressione sanguigna bassa.
Una buona abitudine è bere un infuso caldo prima di andare al letto a base di camomilla o melissa, quest'ultima se non si soffre di tiroidismo.
Per problematiche di natura ormonale la fitoterapia è una grande aiuto: agnocasto, trifoglio rosso, salvia officinale, lavanda sono solo alcuni dei rimedi che possono essere personalizzati per dosi e associazioni.
I fiori di Bach possono avere un effetto molto positivo rispetto alla rimozione di alcuni stati d'animo negativi che influiscono sulla qualità del sonno.
- Aspen, è efficace in caso di insonnia da stati d'angoscia: indicato per le paure ancestrali, misteriose che si manifestano improvvisamente senza un motivo apparente.
- Cherry plum, utile per coloro che vivono costantemente sotto controllo e temono di lasciarsi andare, di liberare la tensione nervosa.
- Clematis per coloro la cui mente è affollata di sensazioni e pensieri disturbanti.
Gli oli essenziali possono essere utili per innescare un meccanismo calmante.
- L'olio essenziale al gelsomino, ottenuto per distillazione in corrente di vapore o per enflorage dei fiori della pianta di gelsomino essiccati, svolge effetto sedativo sul sistema nervoso, usato contro tensioni, stress, ansie.
- L'olio essenziale di camomilla conferisce stabilità generale e lascia fuori dalle lenzuola pensieri negativi e turbolenze dell'anima.
- L'olio essenziale di maggiorana rilassa l'individuo ansioso, instabile, sempre alle prese con una spiccata razionalità.
Esercizi come camminate all’aria aperta a passo sostenuto. È il caso di dire che in queste situazioni si deve imparare a respirare! Chi è consapevole di essere sensibile a reazioni emotive incontrollate dovrebbe iniziare ad approcciarsi allo yoga, allo studio di come utilizzare la respirazione per governare le proprie emozioni. Esistono molte classi di pranayama e pratyahara che insegnano a gestire il flusso respiratorio, il battito cardiaco, le visualizzazioni positive per star meglio con se stessi e con gli altri.
In medicina tradizionale cinese a ogni organo del corpo corrisponde un contenuto psichico, il che significa che dentro l'organismo depositiamo anche le energie mentali. La tachicardia spesso è legata a squilibri energetici, intossicazioni e mal funzionamento di organi che danneggiano l'energia mentale. Oltre ai meridiani del Fegato, è utile trattare quelli di Cuore e Milza.
L'agopuntura mobilizza il qi, l'energia del Fegato, e rasserena lo shen, attraverso il lavoro su questi punti:
- SHEN MEN (sulla piega traversa del polso), che tonifica e regola il qi cardiale;
- XING JIAN (fra l'alluce e il secondo dito), che tonifica e regola il Fegato, e raffredda il Sangue;
- FENG LONG (fra il bordo inferiore della rotula e il vertice del malleolo esterno), che dissolve l'umidità, mobilizza il qi della Milza e dello Stomaco, calma lo shen e favorisce la discesa dello yang.
- TAI XI (fra l'apice del malleolo interno e il tendine di Achille) tonifica e regola il qi renale e purifica il Calore.
- TAI CHONG (sul dorso del piede, nella depressione fra il I e il II metatarso), che regola e raffredda il sangue.
Nei casi di tachicardia, specie se legati a stati emozionali, si ricorre molto anche alla fitoterapia cinese.