Bronchite, i sintomi e il trattamento
La bronchite, acuta o cronica, è una infiammazione della mucosa dell'albero bronchiale. Può essere bronchite asmatica, virale, batterica, cronica: le manifestazioni e i sintomi sono spesso comuni ma le cure e i rimedi possono essere mirati. Vediamo come curarla sin dai primi sintomi, cosa mangiare, quali rimedi sono più efficaci.
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La bronchite è una malattia virale che si accompagna a sintomi di raffreddamento e può dipendere da un virus ma anche dal fumo eccessivo. Scopriamola meglio.
- Cos'è la bronchite
- Le cause della bronchite
- I sintomi della bronchite
- Bronchite acuta
- Bronchite cronica
- La bronchite asmatica
- La bronchite nei bambini
- Quando rivolgersi al medico
- La diagnosi
- Il trattamento
- Prevenzione
- Alimentazione
- I rimedi naturali
Cos'è la bronchite
Per bronchite si intende un’infiammazione acuta o cronica della mucosa che riveste i bronchi. La bronchite può essere acuta, spesso di natura virale o batterica, o cronica a causa di un danno prolungato perpetrato ai danni delle vie aeree e di natura esogena, come la bronchite da fumo.
La bronchite in soggetti anziani può essere molto pericolosa, sia per la manifestazione dei sintomi, che possono debilitare ulteriormente il fisico, sia per le eventuali cure farmacologiche che in certi casi possono essere particolarmente “pesanti”.
Anche la bronchite in gravidanza può rappresentare una seria preoccupazione, sia per la difficoltà di accesso alle cure, per proteggere il feto, sia per la possibile esacerbazione della patologia. È bene quindi correre ai ripari in caso di principio di bronchite, sempre sotto controllo medico.
Le cause della bronchite
La bronchite acuta è una malattia infettiva la cui causa è solitamente di natura virale; in alcuni casi può esserci una sovrainfezione batterica. Se l’origine è infettiva, la bronchite è contagiosa e viene trasmessa facilmente per via aerea – se si viene investiti da colpi di tosse e goccioline infette – oppure quando si entra in contatto con oggetti contaminati.
La bronchite cronica invece è il risultato di una degenerazione progressiva delle strutture bronchiali. Responsabile numero uno della bronchite cronica è il fumo di sigaretta: il 90% dei pazienti affetti dalla bronchite cronica è fumatore o ex fumatore.
I sintomi della bronchite
Come si capisce se si ha la bronchite? Di solito i sintomi iniziali della bronchite sono quelli classici delle malattie da raffreddamento, come rinite, faringite e tracheite. Non è una malattia da sottovalutare, perché può comportare la comparsa di successive condizioni patologiche più serie.
Di norma, la bronchite è accompagnata da febbre se ha origine infettiva, mentre la bronchite senza febbre – viceversa – non è dovuta a virus o batteri. La bronchite può generare la formazione di catarro giallastro vischioso, segnale inequivocabile di infezione.
Anche la tosse è frequente, perché si tratta di una reazione utile a proteggere i polmoni nei confronti dell'inalazione di un corpo estraneo e contribuisce a rimuovere le secrezioni bronchiali eccessive. Il legame tra bronchite e mal di schiena è dovuto proprio alla tosse, perché attiva ripetutamente i muscoli e, a lungo andare, li affatica. Esistono anche forme di bronchite senza tosse, con male ai bronchi, che rendono paradossalmente più complesso il processo di cura.
Quanto tempo dura la bronchite? La bronchite acuta può durare da qualche giorno a quattro settimane: dipende dalla severità dei sintomi, dalla presenza di infezione e febbre, dalle cure scelte e dalla alla reattività dell’organismo.
La bronchite cronica dura per molti mesi, a volte è irreversibile e può essere controllata, ma difficilmente debellata.
Bronchite acuta
Come già ricordato, la bronchite acuta è dovuta solitamente ad alcuni virus piuttosto comuni (rhinovirus, virus parainfluenzale, virus influenzale A o B, virus respiratorio sinciziale, coronavirus), a cui talvolta si associa una sovrainfezione batterica (spesso da Mycoplasma pneumoniae, Streptococcus pneumoniae, Haemophilus influenzae, Moraxella catarrhalis e Bordetella pertussis).
Molti si chiederanno “cosa succede se ho la bronchite?” e “come la distinguo da un qualsiasi raffreddore?”. Di solito i sintomi iniziali della bronchite sono simili a quelli delle comuni malattie da raffreddamento, ma si presentano anche
- febbre, di solito non alta;
- tosse che persiste anche dopo la scomparsa degli altri sintomi;
- catarro che, addensandosi, diventa di colore verde o giallo;
- sensazione di costrizione toracica e di fatica a respirare.
Più rara è la bronchite fibrinosa, anche detta bronchite pseudo membranosa. Molti sintomi rimangono gli stessi della bronchite acuta, ma si distingue perché il catarro contiene fibrina (una molecola che partecipa alla coagulazione del sangue) e nell’espettorato ci sono micro-formazioni che riprendono la forma interna dei bronchi (stampo bronchiale).
Bronchite cronica
La bronchite cronica è il risultato degenerativo della prolungata esposizione ad agenti inquinanti di natura chimica o fisica, quali il fumo, lo smog, sostanze tossiche.
È caratterizzata in primo luogo da tosse persistente e produttiva (cioè con catarro); si parla quindi anche di bronchite catarrale. Nelle fasi in cui l’infiammazione si riacutizza, questo sintomo può essere accompagnato da una sensazione di affanno, dolore al petto, malessere, affaticamento, respiro sibilante, senso di costrizione al torace.
Viene diagnosticata quale bronchite cronica se persiste per più di tre mesi – anche non continuativi – nell’arco di un paio d’anni. Generalmente è una condizione irreversibile e può evolversi in broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), cioè malattia dell'apparato respiratorio caratterizzata da un'ostruzione irreversibile delle vie aeree.
La bronchite asmatica
Come suggerisce il nome, la bronchite asmatica è una bronchite infettiva che si accompagna all’asma, cioè alla difficoltà del passaggio di aria durante la respirazione a causa del diminuito diametro interno dei bronchi; per questo è anche detta asma infettivo.
È una condizione che riguarda soprattutto i bambini, anche per l’immaturità del loro sistema respiratorio, e può essere favorita dall’inquinamento atmosferico e dalla presenza di allergeni nell’ambiente; può esserci anche una predisposizione genetica.
I sintomi sono piuttosto riconoscibili:
- febbre;
- tosse persistente;
- dolore al petto;
- respiro sibilante;
- difficoltà a respirare, soprattutto di notte;
- catarro chiaro o purulento.
Di norma per tenere a bada i sintomi i medici consigliano di tenere umidificati gli ambienti, fare l’aerosol ed evitare l’esposizione a fumo, allergeni e altre sostanze irritanti. Se viene accertata un’infezione batterica, si interviene con gli antibiotici.
La bronchite nei bambini
La bronchite nei bambini è piuttosto frequente, tant’è che spesso si generano piccoli focolai nelle scuole. Di solito i sintomi iniziali sono lievi, paragonabili a quelli di un raffreddore, ma con il passare delle ore il bambino può accusare stanchezza, debolezza e mal di testa.
Il sintomo principale è la tosse: anch’essa può evolversi, iniziando come tosse secca per poi diventare grassa, cioè con catarro che spesso viene espulso con i colpi di tosse.
La febbre, quando è presente, di solito si mantiene entro i 38 gradi: se è più alta va indagata, perché potrebbe essere la spia di una sovrainfezione batterica o di un interessamento dei tessuti polmonari. Solo in questo caso è opportuno che il pediatra prescriva gli antibiotici.
Per quanto riguarda le terapie, una differenza fondamentale rispetto agli adulti sta nel fatto che per i bambini i mucolitici sono vietati fino ai due anni e i sedativi della tosse lo sono fino ai 12 anni. Per placare la tosse dunque si può fare ricorso a miele (ma solo dopo l’anno di età) o a sciroppi pediatrici, spesso a base di miele; per liberare il naso dalle secrezioni, invece, il metodo migliore consiste nei lavaggi nasali con soluzione fisiologica o ipertonica.
Anche nei bambini, di solito la bronchite acuta si risolve nell’arco di una decina di giorni. Si parla invece si bronchite subacuta quando all’infezione virale si aggiunge anche un’infezione batterica, cosa che allunga i tempi di guarigione.
È il pediatra a stabilire quanti giorni stare a casa per la bronchite; buona norma vuole comunque che il bambino torni a frequentare la scuola, o qualsiasi altra comunità, soltanto dopo la remissione completa dei sintomi.
Quando rivolgersi al medico
“Le bronchiti sono un evento piuttosto frequente, soprattutto in età infantile, e possono capitare anche in età adulta. Generalmente possono essere gestite dal medico di famiglia. La visita specialistica si impone nel momento in cui c’è il sospetto che la bronchite si instauri su una malattia cronica, come la bronchite cronica del fumatore o la patologia asmatica”, spiega il dottor Matteo Saporiti, medico presso il dipartimento di Pneumologia dell’Ospedale Niguarda di Milano.
“Di solito la spia sono proprio gli episodi ricorrenti: se nell’arco di un anno succede due o tre volte di contrarre una bronchite che richiede gli antibiotici, o che ci mette diversi giorni a passare, bisogna fare un controllo dallo specialista per escludere malattie croniche come – appunto – l’asma, la bronchite cronica legata al fumo, i disturbi immunologici o altre patologie respiratorie più complicate”, continua.
“La scelta di rivolgersi al medico nasce dai sintomi. Se per esempio la febbre è elevata e non passa nell’arco di tre giorni con il paracetamolo e gli antinfiammatori, è possibile che l’infezione sia batterica e richieda una prescrizione antibiotica che soltanto il medico può fare. A maggior ragione, se si sommano anche sintomi come la mancanza di respiro e la tosse incoercibile che disturba il sonno”.
Diagnosi della bronchite
La bronchite può essere diagnosticata attraverso lo studio della storia clinica del paziente, seguita da un esame obiettivo. Questo prevede l'analisi delle vie aeree superiori, a partire da naso e gola, proseguendo con le orecchie, per cercare traccia di infezioni.
“Se dalla visita si sospetta un focolaio di polmonite, si può eseguire una radiografia del torace”, sottolinea il dottor Matteo Saporiti. “Per avere una fotografia del funzionamento dell’apparato respiratorio, un altro test molto utile è la spirometria, in cui il paziente soffia dentro un tubo. Va eseguito dopo la fase acuta, perché altrimenti rischia di essere falsato. Secondo un iter ragionevole, dunque, il medico innanzitutto interviene per curare la bronchite: se sospetta altre patologie, fa un’impegnativa per la visita specialistica alla quale il paziente si presenta una volta guarito, portando l’esito della spirometria”.
Come curare la bronchite
Prima ancora di approfondire le terapie, vediamo cosa non fare quando si ha la bronchite acuta. La prima indicazione è quella di stare a riposo, evitando di esporsi al freddo e assumendo molti liquidi.
Fondamentale è non fumare e non esporsi a fumo passivo e inquinamento atmosferico.
La bronchite deve essere diagnosticata dallo specialista e curata attentamente con farmaci specifici per evitare possibili recrudescenze e peggioramenti con degenerazioni pericolose. Il medico prescrive l’antibiotico per la bronchite soltanto se ha buone ragioni per credere che sia in corso un’infezione batterica; se invece essa è virale, come accade nella stragrande maggioranza dei casi, gli antibiotici sono del tutto inutili.
Per alleviare i sintomi di norma si assumono;
- Farmaci antipiretici (paracetamolo);
- ibuprofene, come antinfiammatorio per bronchite;
- aerosol per la bronchite asmatica con appositi farmaci broncodilatatori;
- sempre per la bronchite asmatica, broncodilatatori per inalazione;
- fluidificanti del muco in caso di bronchite secca (solo per gli adulti);
- sedativi per la tosse (solo per gli adulti).
Per i bambini può essere consigliato di installare un umidificatore d’aria in camera o di effettuare regolarmente i lavaggi nasali.
“Il primo rimedio naturale è l’idratazione”, afferma il dottor Matteo Saporiti, medico presso l’ospedale Niguarda di Milano. “La tosse di per sé determina una grandissima dispersione di acqua, che è il più importante mucolitico naturale. Prima ancora di assumere farmaci per sciogliere il muco, quindi, bisogna idratarsi molto”.
“Usiamo anche degli immunostimolanti. Non sono medicine ma lisati batterici, cioè parti denaturate delle pareti batteriche; quando ha imparato a riconoscerle, il sistema immunitario ha una risposta più rapida”, spiega.
E per la bronchite cronica, invece? “Se la spirometria mostra un’ostruzione respiratoria, è fondamentale iniziare una terapia inalatoria cronica”, continua. “Ciò significa che il paziente deve respirare appositi farmaci in polvere o spray una o due volte al giorno, tutti i giorni. Questi medicinali aiutano a dilatare i bronchi, riducendo l’infiammazione e l’incidenza degli episodi di bronchite”.
Anche le persone fumatrici, sottolinea dunque il dottor Saporiti, non devono semplicemente “rassegnarsi” a tossire e sentir mancare il fiato. Al contrario, esistono delle terapie che possono essere adottate prima che le condizioni si aggravino. “A 85 anni è troppo tardi per aggredire una broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la seconda causa di morte al mondo. Il rischio è che si sviluppino insufficienze respiratorie croniche che obbligano a usare l’ossigeno 24 ore su 24. È importante cercare di fare una diagnosi precoce di queste forme nei forti fumatori”.
Prevenzione
La prevenzione della bronchite parte innanzitutto da sane abitudini come:
- Non fumare: il fumo – attivo e passivo – è un agente irritativo delle mucose e favorisce l’instaurarsi di infiammazioni di varia natura.
- Porre attenzione agli ambienti che si frequentano, assicurandosi che siano ben aerati.
- Indossare una mascherina nelle aree particolarmente inquinate, oppure negli ambienti affollati e promiscui con scarso ricambio d’aria.
- Coprire la gola e il petto nelle stagioni fredde.
- Assicurarsi che l’ambiente in cui si vive sia correttamente umidificato: un'umidità relativa sul 40-60% è quella giusta. Per questo esistono in commercio umidificatori di vario tipo, anche a ultrasuoni.
Alimentazione
Durante la bronchite acuta è bene aumentare l'apporto quotidiano di liquidi, anche attraverso centrifugati di verdura fresca o frullati a base di frutta.
Più in generale, un ampio studio pubblicato sul British Medical Journal sostiene che una corretta alimentazione possa avere un ruolo preventivo nei confronti delle patologie croniche polmonari e in particolare della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), di cui la bronchite cronica è una componente.
In particolare, le persone – uomini e donne – meno a rischio di problemi sono quelle che assumono frequentemente:
- Cereali integrali;
- acidi grassi polinsaturi, cioè omega 3 (contenuti in olio di lino spremuto a freddo, salmone, sardine, acciughe, sgombro, merluzzo ecc.) e omega 6 (contenuti in noci, grano, girasole, olio di soia, olio di lino ecc.);
- semi oleosi (noci, mandorle, arachidi ecc.).
Viceversa, è bene consumare con moderazione:
- cereali raffinati;
- bibite zuccherate;
- carni rosse e processate.
Nelle forme croniche, o frequentemente recidivanti, può essere utile aumentare il consumo degli alimenti ricchi di zinco e di selenio.
Può essere utile preferire gli alimenti ricchi di bioflavonoidi come uva, limoni, prugne, pompelmo, albicocche, more, bacche della rosa canina e del grano saraceno.
Ottimi anche i cibi ricchi di beta-carotene (nespole, anguria, melone, frutti di bosco, carote, cavolo, lattuga), vitamina C (agrumi e kiwi), vitamina E (semi oleosi, cereali, frutta secca e ortaggi) e vitamina A (peperoncino rosso piccante, prezzemolo, spinaci, mango, zucca, papaya, broccoli).
I rimedi naturali
Esistono poi alcuni rimedi naturali che – senza avere poteri curativi, né sostituire i farmaci – possono comunque dare sollievo dai sintomi.
Il miele, per esempio, viene da molti considerato come un sedativo naturale per la tosse, perché può lubrificare la mucosa delle vie respiratorie e fluidificare più velocemente il muco stagnante. Non va somministrato ai bambini di età inferiore a un anno e va in ogni caso dosato con moderazione, trattandosi di un alimento zuccherino.
Le erbe con proprietà espettoranti e balsamiche sono:
Per preparare un infuso balsamico vi occorre:
- Pino (35 g di gemme);
- malva, (30 g di fiori);
- liquirizia (radice, 25 g);
- menta (foglie, 10 g).
Usate un cucchiaio di miscela in 1 tazza di acqua bollente, tenere coperto e a riposo per 20 minuti prima di bere.