Mononucleosi, cause e trattamento

Causata da un virus della famiglia dell'Herpes, la mononucleosi colpisce soprattutto bambini e adolescenti. Diagnosticarla per tempo è importante per evitare complicanze.

mononucleosi

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Che cos’è la mononucleosi

La mononucleosi è un’infezione virale; generalmente si trasmette attraverso la saliva, ed è chiamata anche malattia del bacio. Può essere trasmessa attraverso l’utilizzo comune di oggetti come bicchieri o posate.

 

Il termine "mononucleosi" è da attribuire alla meccanica reattiva al virus contratto: vengono prodotte infatti le cellule mononucleate dei globuli bianchi, i monociti, che generalmente nel sangue sono numericamente ridotte.

 

Cause della mononucleosi

Per cominciare, vediamo che cosa provoca la mononucleosi.
Il virus che causa la mononucleosi è l’Epstein-Barr (EBV), appartenente alla famiglia degli Herpes, come la varicella e l’herpes zoster. Una volta contratto, il virus rimane latente nell’organismo e ciclicamente può ripresentarsi, soprattutto quando il sistema immunitario risulta indebolito.

 

La mononucleosi colpisce soprattutto bambini e adolescenti; talvolta anche gli adulti, seppur in numero inferiore.

 

Si può contrarre in maniera diretta attraverso:

  • Saliva;
  • urine;
  • rapporti sessuali non protetti;
  • trasfusioni di sangue.

 

Ma anche in maniera indiretta attraverso oggetti condivisi portati a contatto con le mucose, come posate, bicchieri o bottiglie.
 

Sintomi della mononucleosi

I primi sintomi della mononucleosi sono comuni ad altre patologie influenzali:

 

Quanto tempo dura la mononucleosi? 
La mononucleosi può avere un decorso compreso tre le 3 e 6 settimane e lasciare qualche strascico di stanchezza

 

Le complicanze

La mononucleosi è pericolosa?La mononucleosi ha quasi sempre un esito favorevole ma eccezionalmente può essere gravata da complicanze”, ricorda la dottoressa Angela Corpolongo, dirigente medico UOC Malattie infettive ad alta intensità di cura dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. 

 

Soprattutto su organismi già indeboliti con un sistema immunitario sotto pressione, dunque, si potrebbero verificare problemi di quattro tipi:

  • Complicanze respiratorie: cioè “difficoltà respiratoria per restrizione dello spazio aereo a livello laringo-tracheale”, spiega la dottoressa Corpolongo. “In tal caso è necessario ricovero in ambiente specialistico per terapia cortisonica e stretto monitoraggio dei parametri vitali”.
  • Complicanze addominali: “coinvolgimento degli organi addominali con aumento di volume acuto di fegato e milza con rischio di rottura splenica”, continua la dottoressa “È consigliato, pertanto, il riposo assoluto evitando possibili traumi sino alla completa risoluzione dei sintomi, normalizzazione degli enzimi epatici e regressione della splenomegalia”.
  • Complicanze neurologiche.
  • Complicanze ematologiche: “anemia emolitica con decorso iperacuto, di probabile patogenesi immunologica, porpora su base piastrinopenica”, conclude la dottoressa Angela Corpolongo.

 

Dedichiamo qualche riga in più all’interessamento della milza nella mononucleosi, perché è un fenomeno che molti non conoscono. Tale organo risponde alle alterazioni del sistema immunitario, non soltanto con questa malattia ma anche in caso di sifilide, malaria o neoplasie. Talvolta la milza ingrossata è asintomatica, altre volte invece provoca dolore, gonfiore, affaticamento e tendenza al sanguinamento. Nei casi più gravi, e soprattutto se subentrano traumi, si arriva alla rottura della milza.

 

Alcune ricerche stanno verificando possibili coinvolgimenti della mononucleosi con la sindrome da stanchezza cronica e con alcune forme neoplastiche.  

 

La mononucleosi negli adulti

Finora abbiamo parlato di questa malattia in generale, ma vediamo meglio i sintomi e la durata della mononucleosi negli adulti.

 

La mononucleosi è un'infezione virale contagiosa causata dal virus di Epstein Barr (EBV) e caratterizzata da un profilo ematologico tipico con un aumento dei linfomonociti associato a febbre, mal di gola e aumento di volume di linfonodi, fegato e milza. In circa il 10% dei pazienti può essere presente un rash (esantema) maculopapuploso (cioè caratterizzato da macchie e bolle) diffuso su tutto il corpo. La sindrome mononucleosica può essere anche attribuita ad altre infezioni come, ad esempio, il Citomegalovirus”, spiega il dottor Emanuele Nicastri, Direttore UOC Malattie infettive ad alta intensità di cura dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.

 

La mononucleosi si acquisisce di solito nei primi anni di vita attraverso il contatto con le goccioline di saliva e si manifesta come una sindrome febbrile aspecifica, poco sintomatica che si limita da sola. Al contrario, se acquisita durante l’età giovane/adulta si può manifestare con una sindrome febbrile prolungata che spesso perdura per settimane con un coinvolgimento multiorgano a carico di vie aeree superiori, linfonodi periferici e addominali, fegato e milza”, continua.

 

  • placche in gola di dimensioni superiori che possono arrivare a rendere difficoltosa la deglutizione;
  • febbre molto alta con ipersudorazioni notturne;
  • ingrossamento della milza (splenomegalia);
  • esantema simil-morbillo;
  • epatite;
  • miocardite;
  • encefaliti.

 

La mononucleosi nei bambini

Per i bambini il tempo di incubazione è più veloce: 10-15 giorni, contro i 30-50 degli adulti. Come ricordato, i bambini contraggono la mononucleosi con molta più facilità, ma i sintomi sono tendenzialmente lievi e transitori: di norma si tratta soltanto di febbre, astenia, linfonodi ingrossati e faringite, ma ci sono anche casi in cui è del tutto asintomatica.

 

Quanto stare a casa per la mononucleosi? Può essere soltanto il pediatra a dirlo, sulla base delle condizioni del piccolo paziente. Non è previsto infatti un periodo di isolamento predefinito, ma è importante che il bambino torni a scuola soltanto quando si è pienamente rimesso in forze. Tanto più perché talvolta il decorso della malattia è irregolare, con periodi di apparente ripresa alternati alla riattivazione dei sintomi.

 

Come prevenire la mononucleosi

L’unico modo per prevenire la mononucleosi è evitare di entrare in contatto con il virus di Epstein-Barr, contenuto nella saliva dei soggetti infetti.

 

Si parla di “malattia del bacio” perché questo è uno dei canali di contagio più immediati, ma non è l’unico. Ci si può infettare anche attraverso lo scambio di posate, bottiglie, borracce, bicchieri, cosmetici (come rossetto e burro cacao) o spazzolini da denti. È bene lavare sempre con cura le stoviglie, utilizzando l’apposito detergente e non soltanto l’acqua.

 

Si può contrarre la mononucleosi anche inalando i droplets (piccole goccioline di saliva) che vengono disperse nell’aria attraverso gli starnuti. Anche in questo caso è bene seguire le basilari norme igieniche, coprendo la bocca prima di starnutire, lavandosi frequentemente le mani e arieggiando gli ambienti chiusi. 

 

La diagnosi

È importante diagnosticare per tempo la mononucleosi attraverso esami ematologici ed immunologici come l’esame emocromocitometrico. Nello specifico, si vanno a dosare diverse classi di anticorpi prodotti dal sistema immunitario in presenza di Epstein-Barr: a seconda della loro concentrazione, si può anche capire a che stadio si trova la malattia.

Gli anticorpi da ricercare sono:

  • VCA-IgM, i primi a comparire in seguito all’esposizione al virus e anche i primi a sparire;
  • VCA-IgG, compaiono durante la fase infettiva acuta e permangono nell’organismo per tutta la vita;
  • EA-D, si rilevano nella fase acuta e scompaiono dopo qualche anno;
  • EBNA, si rilevano a distanza di 2-4 mesi a resistono per tutta la vita.

 

Si può prescrivere anche il monotest, meno specifico ma più rapido e comunque piuttosto attendibile. Anch’esso è un prelievo di sangue, ma può essere effettuato anche pungendo il dito.

 

Il trattamento

Chi ha la mononucleosi può uscire o deve stare in isolamento? In generale, quando insorgono i primi sintomi è consigliabile non uscire di casa, per due motivi: evitare di contagiare altre persone e potersi mantenere a riposo assoluto, evitando complicanze soprattutto a carico del fegato e della milza.

 

Non esistono farmaci specifici per debellare questo virus. “La terapia antibiotica è inutile e dannosa. Nei soggetti erroneamente trattati con penicilline è molto più frequente la comparsa di rash cutaneo", sottolinea il dottor Emanuele Nicastri dell'INMI Lazzaro Spallanzani di Roma.


"Non vi sono cure specifiche antivirali dedicate al paziente immunocompetente ma è fondamentale la terapia sintomatica, il riposo assoluto, associata a corretta alimentazione pre e probiotica per il riequilibrio della flora microbica alterata sia dall'infezione virale che - spesso - dall’uso non necessario di antibiotici”, conclude. Anche l’acido acetilsalicilico deve essere evitato perché può causare complicanze. 

 

La cura per la mononucleosi, insomma, si basa soprattutto sul riposo, accompagnato da una dieta equilibrata, da un’adeguata idratazione e dalla somministrazione di anti-infiammatori come il paracetamolo e i FANS. Il riposo, in particolare, è funzionale a evitare complicazioni alla milza: anche una volta guariti, bisogna avere una certa cautela se si pratica attività sportiva.  

 

Oltre a seguire la terapia farmacologica prescritta dal proprio medico, si possono aggiungere anche alcuni rimedi naturali per potenziare il sistema immunitario:

  • echinacea: immunostimolante, è adatta a stati influenzali per le sue proprietà antivirali;
  • astragalo: immunostimolante, agisce sulle sindromi influenzali e le malattie infettive e possiede proprietà antivirali e antiossidanti. Sostiene l’incremento dei linfociti T;
  • eleuterococco: rimedio adattogeno, aumenta la resistenza dell’organismo agli stimoli stressogeni, previene le recidivanti da herpes e promuove azione antifatica.

 

In commercio sono disponibili alcuni fitocomplessi in estratto secco che possono essere assunti sia in via preventiva per rafforzare le difese immunitarie, sia in caso di mononucleosi conclamata per sostenere l’organismo.