Cheratosi, cause e trattamenti
La cheratosi è un disturbo dello strato corneo della pelle che si presenta sotto forma di lesioni a chiazze in rilievo dal colore brunastro, con contorni irregolari, desquamazioni e aloni arrossati. Ne esistono diverse tipologie: vediamole una per una, indicando cause e fattori di rischio, sintomi e trattamenti.
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- Pelle: derma, epidermide e strato corneo
- Cos'è la cheratosi
- Tipi di cheratosi
- Cheratosi attinica
- Cheratosi seborroica
- Cheratosi pilare
- Ipercheratosi subungueale
- Cheratosi palmoplantare
- Cheratosi faringea
- La cheratosi senile
- Quando rivolgersi al medico
- I trattamenti
- Rimedi naturali per favorire l'idratazione
Pelle: derma, epidermide e strato corneo
La pelle è l'organo più esteso del corpo umano e svolge una serie di funzioni vitali. Riveste e protegge il nostro corpo da virus, batteri, sostanze chimiche e raggi solari, regola la temperatura, ci permette di percepire il mondo che ci circonda e svolge un ruolo fondamentale nella comunicazione sociale.
Quella della pelle è una struttura complessa, composta da diversi componenti che collaborano tra loro. Nello specifico, si possono distinguere tre strati:
- Epidermide. È lo strato più esterno e sottile e forma una barriera protettiva contro gli agenti esterni. Sono alcune delle sue cellule (i melanociti) a produrre la melanina, un pigmento che determina il colore della pelle e fornisce una protezione dai raggi UV del sole.
- Derma. È lo strato intermedio, situato sotto l’epidermide. È costituito principalmente da tessuto connettivo e contiene una vasta rete di vasi sanguigni, nervi, follicoli piliferi, ghiandole sudoripare e ghiandole sebacee. Il derma fornisce supporto strutturale alla pelle ed è responsabile della sua elasticità, resistenza e capacità di guarigione. Contiene anche terminazioni nervose che consentono di percepire il tatto, il calore, il freddo e altre sensazioni.
- Strato corneo. È lo strato più esterno dell'epidermide ed è composto da cellule morte chiamate corneociti. Queste ultime sono state sottoposte a un processo di differenziazione chiamato cheratinizzazione, diventando piatte e prive di nucleo. Lo strato corneo svolge una funzione protettiva e aiuta a prevenire la perdita di acqua e l'entrata di sostanze dannose. Inoltre, contribuisce a mantenere la pelle morbida ed elastica.
Cos’è la cheratosi
Come abbiamo visto, nello strato corneo avviene un processo di divisione e differenziazione cellulare molto delicato e complesso, chiamato cheratinizzazione epidermica. Semplificando molto, le cellule più superficiali si trasformano in cheratina. Ma cos’è la cheratina? È una proteina costituita da aminoacidi, vitamine e oligoelementi, presente nella pelle ma anche nelle unghie e nei capelli.
Talvolta, in questo processo qualcosa va storto. La cheratosi è proprio un’alterazione dello strato corneo della pelle che si ispessisce a causa di processi di cheratinizzazione anomali.
Le aree colpite da cheratosi possono essere circoscritte ad alcuni distretti cutanei specifici oppure, nei casi più seri e patologici, estese in maniera più ampia. Si presentano come lesioni a chiazze in rilievo dal colore brunastro, con contorni irregolari, possibili desquamazioni e aloni arrossati tutto attorno.
È bene approfondire sempre la causa scatenante di questo fenomeno, soprattutto se perdura per molto tempo e se le zone colpite si espandono.
Tipi di cheratosi
Esistono diverse forme di cheratosi e anche le cause possono essere di differente natura:
- Cheratosi attinica: dovuta essenzialmente ad un’eccessiva esposizione a radiazioni solari. Questo disturbo insorge e degenera con l’età e può rappresentare una lesione pre-cancerogena (il 10% dei casi può evolvere in carcinoma spinocellulare). L’esposizione protratta nel tempo a raggi UVA, UVB, ma anche raggi X causa l’iniziale formazioni di papule eritematose che si ricoprono di squame secche. Aree esposte colpite possono essere le mani, il cuoio capelluto, orecchie, gambe, braccia, tronco.
- Cheratosi seborroica: si presenta come una formazione verrucosa di natura benigna, di colore grigiastro e a volte marrone. Spesso la parte coriacea di frammenta e può dare prurito. Si possono sviluppare un po’ ovunque, spesso sulle tempie, sul tronco, ad alcune persone anche nelle aree zigomatiche.
- Cheratosi senile: si tratta di un processo d’invecchiamento della pelle, che col tempo, dopo esposizioni a raggi ultravioletti nel corso della vita o per terapie farmacologiche particolari, presenta aree più o meno estese ispessite, rugose, disidratate. Generalmente sono di natura benigna e legate semplicemente a stili di vita consolidati negli anni in cui la pelle non è stata curata e protetta e la perdita di collagene fisiologica ha ulteriormente esacerbato il processo.
- Ittiosi: ipercheratosi dovuta ad alterazioni genetiche e spesso correlata ad altre patologie. Le ittiosi sono estremamente differenziate in base a diversi parametri specifici, e si presentano con manifestazioni cutanee molto serie, dove la pelle sembra simile a quella di un elefante, con ispessimento irregolare e colore grigiastro.
Cheratosi attinica
La cheratosi attinica, nota anche come cheratosi solare, è una lesione cutanea comune che si verifica principalmente a causa dell'esposizione prolungata ai raggi ultravioletti (UV) del sole senza una protezione adeguata.
Appare come una lesione cutanea squamosa, ruvida e generalmente di colore rosso o bruno, di forma e dimensioni variabili. Si sviluppa più comunemente sulle aree del corpo che sono state maggiormente esposte al sole, come il viso, il cuoio capelluto, le mani, le braccia e le gambe. Inizialmente, le lesioni possono essere piccole e piatte, ma possono crescere nel tempo; alcune possono essere dolenti o pruriginose.
La diagnosi della cheratosi attinica spetta al dermatologo, che esamina la pelle e interroga il paziente sulla sua storia clinica e sulle sue abitudini. In alcuni casi per conferma può eseguire anche una biopsia, cioè prelevare un piccolo campione di tessuto per esaminarlo al microscopio.
La cheratosi attinica a volte guarisce da sola ma, di norma, ricompare dopo l’esposizione ripetuta ai raggi solari. Di solito dunque si sceglie una terapia per la cheratosi attinica, da concordare tra medico e paziente sulla base della gravità della situazione. Tra le opzioni ci sono:
- crioterapia, cioè applicazione di azoto liquido per congelare e rimuovere le lesioni;
- chirurgia;
- terapia fotodinamica: si applica sulla pelle una sostanza fotosensibilizzante per poi esporla a una forte fonte di luce che distrugge le cellule anomale;
- creme e lozioni.
Va da sé che, soprattutto se si sa di essere predisposti, è fondamentale prendere il sole in maniera corretta, cioè gradualmente, mai nelle ore centrali della giornata e applicando frequentemente una crema solare ad alto fattore di protezione. Importante proteggere la testa, visto che la cheratosi colpisce anche il cuoio capelluto.
Di cheratosi attinica si muore? Di per sé, non è una patologia letale. Se trascurata, però, può evolversi in un tumore della pelle chiamato carcinoma a cellule squamose o spinocellulare (SCC).
Cheratosi seborroica
La cheratosi seborroica è un tumore benigno della pelle, piuttosto comune, che si sviluppa principalmente su viso, cuoio capelluto, torace e schiena.
A cosa è dovuta la cheratosi seborroica? Le cause e i fattori di rischio della cheratosi seborroica non sono ancora pienamente compresi, ma sembra che siano una combinazione di fattori genetici, ormonali e ambientali (come l’esposizione al sole), uniti all’avanzare dell’età.
“Le cellule dell’epidermide hanno un ciclo vitale di 28 giorni. Con l’invecchiamento, questo lasso di tempo di ricambio si allunga e le cellule morte si accumulano in determinate zone, formando le verruche seborroiche”, spiega il dottor Luigi Esposito, dermatologo dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis con sede a Milano e Inzago.
Talvolta, i pazienti affetti da alcuni tumori (come il tumore all’intestino) possono manifestare una cheratosi seborroica molto ampia e in rapido sviluppo: si parla in tal caso di sindromi paraneoplastiche cutanee.
La cheratosi seborroica si riconosce dalle lesioni cutanee solide, squamose e in rilievo, che esordiscono con papule giallastre e poi assumono un colore che varia dal marrone al nero. Possono comparire singolarmente o in gruppi e tendono a crescere lentamente nel corso del tempo. Le macchioline con il tempo si desquamano e diventano untuose, sollevandosi dalla cute: talvolta la cheratosi seborroica si stacca da sola a seguito di urti o sfregamenti.
Per la diagnosi della cheratosi seborroica bisogna consultare un dermatologo. Si tratta infatti di una condizione benigna, ma talvolta un occhio inesperto può confondere la cheratosi seborroica con il melanoma che, al contrario, è un tumore maligno molto aggressivo.
In molti casi non serve nemmeno una terapia per la cheratosi seborroica: se invece provoca prurito o disagio estetico, può essere rimossa attraverso la crioterapia (cioè congelandola con l’azoto liquido), la radiofrequenza focalizzata, con il laser o con altre tecniche rapide e poco invasive.
Esistono anche creme e lozioni esfolianti, a base di acido salicilico, acido glicolico o retinoidi, che possono ridurre l’ispessimento delle lesioni.
Per prevenire le verruche seborroiche, invece, “può essere utile mantenere sempre la pelle molto elastica per facilitare il processo di abbandono delle cellule morte”, spiega il dottor Esposito. “Così facendo, la probabilità non si abbassa a zero ma può essere ridotta notevolmente”.
Cheratosi pilare
La cheratosi pilare – nota anche come cheratosi follicolare o "pelle d'oca" – è un fenomeno molto comune, non è grave né preoccupante: si tratta semplicemente di quelle piccole protuberanze ruvide e rosse che compaiono sulla pelle, simili a foruncoli.
Di solito si tratta di un problema prettamente estetico che può risultare più evidente su braccia, cosce, guance o natiche: non comporta sintomi, al più secchezza e prurito (ma non sempre).
Se questa condizione crea disagio, ci si può rivolgere a un dermatologo che può consigliare i trattamenti più opportuni, di solito idratanti o esfolianti. Talvolta può prescrivere creme a base di retinoidi o brevi cicli di corticosteroidi topici; esistono anche trattamenti col laser per migliorare l’aspetto della pelle.
Esistono anche varianti più aggressive della cheratosi pilare, tra cui la cheratosi pilare rossa atrofizzante: compare soprattutto sulla guancia e sulle orecchie e, nell’adulto, di norma ostacola la crescita di barba e sopracciglia.
Ipercheratosi subungueale
Si parla invece di ipercheratosi subungueale quando la crescita in eccesso dello strato corneo della pelle avviene tra l’unghia e il letto ungueale. Si riconosce perché l’unghia appare ispessita, di colorito bianco-giallastro e dall’aspetto non uniforme; nei casi più gravi, si solleva e arriva a staccarsi.
Tra le cause dell’ipercheratosi subungueale possono esserci le infezioni fungine dell’unghia (onicomicosi), malattie della pelle come la psoriasi o traumi ripetuti e cronici, dovuti per esempio alle scarpe non adeguate.
Per la diagnosi, il medico esamina l’area interessata e può semmai prescrivere una coltura fungina per verificare la presenza di infezioni micotiche. È bene rivolgersi a un dermatologo ed evitare di improvvisare rimedi fai da te che potrebbero peggiorare la situazione.
Cheratosi palmo-plantare
La cheratodermia palmo-plantare è sempre un’anomalia nella cheratinizzazione che coinvolge i palmi delle mani e le piante dei piedi, Ne esistono diverse tipologie che differiscono tra loro per manifestazioni e per conseguenze; di base, sono di origine genetica, esordiscono nell’infanzia e provocano ampie lesioni, spesso confluenti, con bordi netti ed eritematosi. Si tratta dunque di un fenomeno distinto rispetto ai comuni calli, duroni e verruche.
Cheratosi faringea
Con la cheratosi faringea, la cheratina cresce in maniera anomala sulla superficie della faringe, cioè della gola. Arriva anche a invadere le tonsille, con piccoli puntini bianco-giallastri che possono provocare dolore nella deglutizione.
Come si fa a togliere le cheratosi? Non ce n’è bisogno, perché questa malattia si risolve spontaneamente senza conseguenze.
La cheratosi senile
La cheratosi senile è molto vicina – per cause e manifestazioni – alla cheratosi attinica, tant’è che alcuni preferiscono considerarla come una sola malattia.
La differenza fondamentale sta nel fatto che le cheratosi senili (chiamate comunemente macchie o lentigo senili) si presentano a partire dai 45-50 anni di età, per un accumulo disomogeneo di melanina che a sua volta è dovuto all’invecchiamento e alla prolungata esposizione al sole. La cheratosi attinica invece si può presentare a qualsiasi età.
Di per sé, le macchie senili sono benigne e provocano disagi perlopiù a livello estetico. Si tratta comunque di zone in cui la pelle è lesionata ed è dunque più vulnerabile ad altre patologie, anche più gravi. Un semplice controllo dermatologico periodico, dunque, è prezioso in un’ottica di diagnosi precoce.
Quando rivolgersi al medico
Quando è il caso di rivolgersi al dermatologo e perché? Ci risponde il dottor Luigi Esposito, dermatologo dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis con sede a Milano e Inzago.
“Le cheratosi attiniche sono piccoli tumori superficiali che, negli stadi iniziali, possono essere curati attraverso alcune creme”. È dunque importante tenerle sotto controllo fin dai primi segnali, con l’aiuto di uno specialista. “Se non vengono curate, c’è la probabilità (non troppo bassa) che si evolvano in tumori spinocellulari che possono diffondersi anche ad altre zone del corpo”.
“Oggi esistono terapie a base di creme che il paziente può applicare da sé e altre che esegue il dermatologo, ma l’aspetto importante è che vanno a curare tutta la pelle. Se c’è una cheratosi attinica, infatti, ce ne sono anche altre intorno, pronte a venire fuori”.
“Nel caso delle verruche seborroiche, o cheratosi seborroiche, gli inestetismi possono essere piuttosto importanti e interessare sia il viso sia altre parti del corpo”, spiega. “Non tutti gli ispessimenti della pelle sono cheratosi seborroiche, ma c’è anche la probabilità che si tratti di tumori molto pericolosi. Il paziente deve quindi fare due cose. La prima è andare dal dermatologo periodicamente. La seconda è guardare (o farsi guardare) tutta la superficie anteriore e posteriore del corpo, almeno una volta al mese, per notare eventuali cambiamenti”.
I trattamenti
In caso di forme di cheratosi patologiche circoscritte diagnosticate si interviene chirurgicamente, con l’asportazione del lembo coinvolto.
In casi in cui le aree sono più estese devono essere approntate terapie di diversa natura che si protraggono necessariamente nel tempo e spesso non sono del tutto risolutive, ma preservano dalla degenerazione.
Trattamenti fotodinamici, crioterapia con azoto liquido, terapia laser e farmacologica sono i trattamenti che la medicina mette in campo.
Rimedi naturali per favorire l'idratazione
A questi possono essere associate semplici pratiche naturali legate all’idratazione e nutrizione della pelle in profondità e al rallentamento dei processi di cheratinizzazione:
- Olio di germe di grano: si tratta di un olio molto denso ricco di vitamina E e di carotenoidi, che aiuta a pulire la pelle dagli eccessi di cheratinizzazione, toglie il prurito, nutre la pelle. Svolge azione antiossidante contro i radicali liberi. L’olio di germe di grano può essere assunto sia sotto forma di integratore, sia spalmato sulla pelle nelle aree coinvolte da cheratosi.
- Olio essenziale di carota: è un olio prezioso, anche il prezzo lo dimostra. Ricco di beta-carotene, vitamine A, C, B1 e B2 aiuta a detossinare la pelle e a nutrirla in profondità. Rallenta i processi di invecchiamento epidermici, e la desquamazione. Si può utilizzare puro sulla parte coinvolta se di piccole dimensioni oppure aggiungere all’olio di germe di grano per potenziarne gli effetti.