Arbutina: proprietà, uso, controindicazioni
L’arbutina (idrochinone β-glucoside) è un glucoside dell’idrochinone attivo nel trattamento delle affezioni dell’apparto urinario, in particolare in caso di cistiti, uretriti, disuria (dolore, bruciore nella minzione, difficoltà a trattenere le urine). La sua azione si esplica per idrolisi basica nell’intestino e rilascio dell’idrochinone, responsabile dell’azione antimicrobica, astringente e disinfettante nel tratto urinario.
> 4. Controindicazioni dell'arbutina
Arbutina estratta dalla Calluna vulgaris
Dove si trova l'arbutina
Il nome Arbutina deriva da Arbutus sp., pianta della famiglia delle Ericaceae a cui appartiene il corbezzolo (Arbutus unedo L.), tipico della macchia mediterranea.
L’arbutina è presente in piante della famiglia delle Ericaceae come Calluna vulgaris (L.) Hull, Vaccinium vitis-idaea L. e Arctostaphylos uva ursi (L.) Spreng, in combinazione con la sua forma metilata, metilarbutina.
Il tropismo che questa famiglia di piante mostra per il tratto urinario e l’azione mirabile che esplica è garantita non solo dall’arbutina, ma come accade spesso in fitoterapia, dall’intero fitocomplesso (complesso combinato da tutte le sostanze funzionali contenute nella droga).
Il fitocomplesso delle Ericaceae in generale è composto da derivati idrochinonici (arbutina), tannini, composti fenolici, flavonoidi, triterpeni, monoterpeni, resine, oli volatili e cere.
Arctostaphylos uva ursi (L.) Spreng è la pianta maggiormente utilizzata per le preparazioni farmaceutiche contro le infiammazioni delle basse vie urinarie. Si tratta di un arbusto sempreverde prostrato, con lunghi fusti striscianti da cui si dipartono brevi rami ascendenti recanti le foglie da obovate a obovate-spatulate fino a spatulate.
I fiori, che crescono all’estremità dei rami, sono raccolti in piccoli grappoli, sono piccoli e di colore bianco-rosa e hanno una forma ad imbuto. Cresce in pinete montane e subalpine, cespuglieti a rododendri, pietraie e pascoli, dalla fascia montana a quella alpina.
Il frutto è ritenuto commestibile anche se di sapore acido e poco gradevole. La pianta è presente in quasi tutte le regioni d’Italia, ad eccezione di quelle più a sud, tra i 500 e 2500 metri di altezza.
La droga, ovvero la parte di piante impiegata per il suo contenuto in principi attivi, è rappresentata dalle foglie.
Proprietà dell'arbutina
L’arbutina è considerata un pro farmaco, ovvero dopo somministrazione orale, l’arbutina viene idrolizzata dalla flora intestinale (es., Escherichia coli) con liberazione dell’aglicone idrochinone, che, una volta assorbito, viene eliminato nelle urine dopo esterificazione con l’acido glucuronico o con l’acido solforico.
Durante l’eliminazione l’idrochinone esplica la sua azione antisettica.
L’arbutina è presente nelle foglie dell’uva ursina in concentrazioni variabili tra il 5% e 7%, anche se studi su alcune popolazioni spagnole hanno dimostrato che la concentrazione è maggiore in autunno rispetto alla primavera, quando raggiunge livelli superiori al 9%.
Altri componenti del fitocomplesso quali tannini, triterpeni, acido formico, sali di potassio, mucillagini e iridoidi, completano l’azione delle piante sulle infiammazioni a livello dell’apparato urinario, esplicando un’attività antinfiammatoria, analgesica, diuretica, antiemorragica, vaso protettiva, antimicrobica.
Una efficace azione dell’arbutina si raggiunge in ambiente urinario debolmente basico, infatti solo in queste condizioni è favorita la reazione di idrolisi dell’arbutina in idrochinone. L’ambiente basico si raggiunge naturalmente in presenza di batteri quali Proteus sp., negli altri casi è necessario alcalinizzare le urine o con alcalinizzanti (citrato di sodio e di potassio, bicarbonato di sodio) o con una dieta vegetariana che prediliga ovviamente alimenti alcalinizzanti o generatori di basi.
Nel 2003 uno studio clinico pubblicato sulla rivista Phytomedicine [Siegers e coll. (2003) Phytomedicine (10 Suppl 4):58-60] ha ritenuto che l’alcalinizzazione delle urine non fosse prerequisito per le proprietà antisettiche dell’idrochinone rilasciato dall’arbutina, in quanto si presume che l’idrolisi dell’arbutina sia catalizzata da enzimi intracellulari presenti nel citoplasma di batteri quali Escherichia coli, batterio che infetta normalmente le vie urinarie.
La pianta maggiormente utilizzata nei prodotti in commercio per la presenza di arbutina è Arctostaphylos uva ursi (L.) Spreng, la quale si trova in forme farmaceutiche diverse: in estratto idroalcolico o tintura madre, in estratto secco titolato in arbutina al 6-10% oppure in taglio tisana.
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L'arbutina nei cosmetici
L’arbutina è anche utilizzata quale ingrediente delle preparazioni cosmetiche per le sue proprietà depigmentanti e perché meglio tollerata dell’idrochinone.
L’arbutina agisce inibendo l’attività della tirosinasi (enzima responsabile della trasformazione della tirosina in melanina), competendo con la tirosina per i medesimi recettori.
Nei cosmetici si trova in concentrazione variabile tra l’1% e il 10%.
Controindicazioni dell'arbutina
L’arbutina è controindicata in gravidanza, allattamento, in persone con gravi disturbi epatici e nelle patologie irritative digestive.
Inoltre, studi dimostrano che alti dosaggi di uva ursina (superiori a dieci volte la dose consigliata) possono indurre vomito, nausea, nervosismo, insonnia, a causa della tossicità dell’idrochinone. La terapia consigliata prevede quindi cicli brevi e dosaggi non troppo elevati.
A causa dell’ossidazione dell’idrochinone, le urine dei pazienti che assumono uva ursina divengono di un colore verdastro-bruno, che iscurisce per esposizione all’aria.
Proprietà e uso della tintura madre di Uva ursina, ricca di arbutina
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