Tarassaco: proprietà, benefici, controindicazioni
Il tarassaco (Taraxacum officinale) è una pianta erbacea perenne appartenete alla famiglia delle Asteracee. Con le sue proprietà coleretiche, colagoghe e diuretiche, è un ottimo alleato per i problemi digestivi e per stimolare la diuresi. Scopriamolo meglio.
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Il tarassaco (Taraxacum officinale) è una pianta erbacea perenne appartenete alla famiglia delle Asteracee.
Con le sue proprietà coleretiche, colagoghe e diuretiche, è un ottimo alleato per i problemi digestivi e per stimolare la diuresi. Scopriamolo meglio.
- A cosa serve il tarassaco
- Benefici del tarassaco
- Come utilizzare le foglie di tarassaco?
- Come si mangia il tarassaco?
- Proprietà curative del tarassaco
- Effetti collaterali del tarassaco
- Tarassaco in erboristeria
A cosa serve il tarassaco
Il tarassaco viene utilizzato per favorire la digestione, regolare il flusso biliare e per stimolare la diuresi, per le sue proprietà coleretiche e colagoghe, diuretiche e blandamente antinfiammatorie.
Benefici del tarassaco
I benefici del tarassaco sono connessi a disturbi digestivi lievi che includono la sensazione di pienezza, digestione lenta, inappetenza e flatulenza.
Nella tradizione contadina il tarassaco è anche conosciuto come “piscialetto” o “pisciacane”, appellativi che suggeriscono le proprietà diuretiche della droga.
Delle proprietà diuretiche del tarassaco sono responsabili i flavonoidi e in parte i sali di potassio, che stimolano la diuresi favorendo l’eliminazione dei liquidi in eccesso.
La sua assunzione è perciò indicata in caso di lievi infiammazioni del tratto urinario, come adiuvante nei disturbi urinari minori.
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Come utilizzare le foglie del tarassaco
La pianta del tarassaco cresce spontaneamente in natura e si può riconoscere facilmente.
Sebbene le foglie di tarassaco siano reperibili in erboristeria, queste possono essere raccolte in natura, scegliendo luoghi poco inquinati. Una volta lavate, asciugate ed essiccate si utilizzano per preparare infusi.
La tisana di tarassaco si prepara con 5-10 grammi di foglie in infusione in acqua bollente per 10 minuti e si consuma da una a tre volte al giorno.
In alternativa, le foglie fresche di tarassaco possono essere consumate come alimento.
Come riconoscere il tarassaco? Si tratta di una piccola erbacea alta fino a dieci centimetri, con le foglie riunite in una rosetta basale a livello del terreno.
Le foglie sono semplici, oblunghe, lanceolate e lobate, con margine dentato prive di stipole.
Il gambo, che si evolve in seguito dalle foglie, è uno scapo cavo, glabro e lattiginoso, portante all'apice un'infiorescenza giallo-dorata, detta capolino.
Il fiore di tarassaco, noto come dente di leone, è formato da due file di brattee membranose, piegate all'indietro e con funzione di calice, racchiudenti il ricettacolo, sul quale sono inseriti centinaia di fiorellini, detti flosculi.
I frutti sono acheni, provvisti del caratteristico pappo: un ciuffo di peli bianchi, originatosi dal calice modificato, che, agendo come un paracadute, agevola col vento la dispersione del seme, quando questo si stacca dal capolino.
Come si mangia il tarassaco
Del tarassaco si possono consumare:
- Foglie;
- boccioli;
- capolini aperti;
- radice.
Le foglie vanno raccolte prima della fioritura e si impiegano crude o cotte, da sole o con altre erbe. Hanno un sapore amarognolo ma gradevole e sono ottime nelle insalate o aggiunte nelle frittate, nelle torte salate o nei ripieni.
Per cuocere le foglie di tarassaco è sufficiente lessarle per pochi minuti in acqua bollente salata. Eventualmente possono poi essere ripassate in padella con aglio e olio.
I boccioli vengono invece consumati crudi nelle insalate o leggermente scottati in acqua o, ancora, conservati sott'aceto. I fiori aperti si usano soprattutto per decorare insalate o per preparare uno sciroppo conosciuto come miele di tarassaco.
La radice di tarassaco, infine, può essere consumata cruda (è però decisamente amara) cotta al forno o lessata.
Con la radice di tarassaco tostata e macinata si prepara poi il caffè di tarassaco, un'alternativa al caffè tradizionale o a quello di orzo o di cicoria.
Proprietà curative del tarassaco
In caso di problemi digestivi, si assume la radice essiccata nella dose di 3-4 grammi in decozione o di 4-10 grammi in infusione, fino a tre volte al giorno. Ecco come preparara una tisana di tarassaco.
In alternativa si possono assumere compresse rivestite che contengano 300 mg di estratto secco, una o due volte al giorno.
Per quanto riguarda la tintura madre di tarassaco, se ne assumono 35 gocce dopo i pasti principali. Se i sintomi persistono oltre le due settimane, è opportuno consultare il medico.
Per sfruttare l’azione diuretica del tarassaco si assume invece la radice in infusione o decozione da sola o con altre erbe: il dosaggio è sempre di 3-4 grammi per il decotto e di 4-10 grammi per l’infuso.
Effetti collaterali del tarassaco
Il tarassaco è considerato una droga sicura che non presenta effetti collaterali gravi. Nei soggetti predisposti, l’assunzione di tarassaco può però provocare reazioni allergiche.
Inoltre, il tarassaco è controindicato in caso di:
- Ostruzione dei dotti biliari;
- calcoli biliari;
- malattie a carico del fegato;
- ulcera peptica;
- ipekaliemia (alti livelli di potassio nel sangue).
Il tarassaco non andrebbe somministrato in concomitanza con terapie che possono determinare iperkaliemia tra cui beta-bloccanti, FANS e ACE-inibitori e nei pazienti che assumono terapie con litio.
L’uso del tarassaco è infine sconsigliato nei bambini con età inferiore ai 12 anni.
Tarassaco in erboristeria
Del tarassaco in erboristeria si utilizza tutta la pianta - radice e parti aeree - che contengono flavonoidi, minerali, acidi fenolici, sostanze amare e lattoni sesquiterpenici. Le radici sono inoltre ricche di inulina e fruttosio. Queste sostanze, e in particolare i principi amari, sono responsabili delle proprietà del tarassaco, un’erba capace di aumentare la produzione di bile e stimolare il flusso biliare, migliorando così l’attività del fegato e la digestione.
L'uso terapeutico di questa pianta non era conosciuto nell'antichità. Nel Medioevo, secondo la Teoria delle Segnature, avendo il fiore giallo come la bile gialla, si iniziò a usare come rimedio del fegato. E come spesso accade evidenze scientifiche hanno confermato questa teoria.
Nel 1546 il naturalista Bock attribuì al tarassaco un potere diuretico, mentre un farmacista tedesco del XVI secolo attribuì alla pianta virtù vulnerarie (vale a dire capaci di curare rapidamente le ferite).
Il tarassaco è utilizzato nella Medicina tradizionale cinese come depurativo in grado di purificare il Calore, eliminare le tossine e dissipare i noduli, con tropismo epatico (epatiti) e gastrico.
Un detto francese afferma che il tarassaco “purifica il filtro renale e asciuga la spugna epatica”.
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Bibliografia e fonti
Community herbal monograph on Taraxacum officinale Weber ex Wigg., radix cum herba