Escina: proprietà, uso, controindicazioni
L'escina è una miscela di saponine presente nell'Ippocastano dall'azione antinfiammatoria vasoprotettrice e vasocostrittrice, utile per la salute del sistema circolatorio e contro cellulite ed emorroidi. Scopriamola meglio.
> 4. Controindicazioni l'escina
Ippocastano dal quale si estrae l'escina
Che cosa è l'escina
L'escina è una miscela di saponine grezze, che per idrolisi spinta è riducibile a escigenina, chimicamente definibile come un triterpene pentaciclico. In particolare, la β-escina è considerata la molecola principale responsabile degli effetti vasoprottettori.
L'effetto dell'escina sui disturbi del sistema circolatorio è dovuto sia alla sua trasformazione nel componente attivo antinfiammatorio, sia ad un aumento dell'escrezione di glucocorticoidi che inibiscono il processo infiammatorio la formazione di edemi.
La riduzione degli edemi sarebbe anche dovuta ad un effetto tensioattivo esercitato dalla sostanza, ad un incremento della capacità degli eritrociti di trattenere acqua, da una normalizzazione dello scambio tra i comparti dei liquidi extra-intracellulari.
Dove si trova l'escina
L'escina è estratta principalmente dalla corteccia (1%) e dalle foglie (0,2%) ma soprattutto dai semi (13%) di ippocastano (Aesculus hippocastanum), erroneamente chiamati frutti, perché ritenuti analoghi al marrone delle castagne a cui conferisce le note proprietà terapeutiche.
Ippocastano, un aiuto per la circolazione
Proprietà e uso dell'escina
L'escina svolge contemporaneamente un'azione antinfiammatoria del sistema circolatorio; vasoprotettrice e vasocostrittrice sui vasi sanguigni; e fluidificante del sangue.
Questo principio attivo, infatti, è in grado di intervenire sul ricambio elettrolitico locale, contrastando la formazione di edemi: aumenta la resistenza dei capillari, riduce la permeabilità vasale, favorendo così l'eliminazione dei liquidi interstiziali accumulatisi.
La proprietà antiedemigena dell'escina ha perciò un effetto benefico sulla circolazione, giustificandone l'impiego nel trattamento gonfiori, senso di pesantezza, stanchezza o ristagni linfatici.
L'escina è indicata anche in presenza di insufficienza venosa cronica, perché aumenta la contrattilità venosa, riducendo il ristagno ematico negli arti inferiori e favorendo il ritorno del sangue al cuore. Pertanto, gli estratti totali di ippocastano standardizzati, e la stessa escina, possono essere d'aiuto in presenza di varici e delle sindromi postflebitiche, in caso di emorroidi, cellulite e fragilità capillare.
In commercio si può trovare per uso interno negli integratori di ippocastano, di cui si utilizzano estratti standardizzati, in modo da garantire un dosaggio giornaliero di circa 100 mg di escina. Normalmente tale dose corrisponde a 500-730 mg di estratto, da suddividersi in due singole assunzioni, per sensibilizzazione a livello gastrico.
Anche per uso esterno, l'escina rientra in formulazioni di pomate e creme per trattamento di vari tipi di edemi, vene varicose, emorroidi, ematomi e contusioni, ecchimosi.
Controindicazioni dell'escina
Alte dosi di escina possono provocare danni sul glomerulo e sul tubulo renale; di conseguenza il suo utilizzo, al pari degli estratti di ippocastano, è controindicato in presenza di nefropatie o grave insufficienza renale.
L'escina tra i rimedi fitoterapici per le emorroidi: scopri gli altri
Escina: un aiuto contro la cellulite
Castagne matte o selvatiche
In collaborazione con Erboristeria del Pigneto