Efedra: proprietà, uso, controindicazioni

L'efedra (Ephedra distachya) è una pianta della famiglia delle Ephedraceae utilizzata come rimedio ad azione broncodilatatrice, utile nel trattamento dell'asma, della bronchite, delle congestioni nasali, della sonnolenza e del sovrappeso. Scopriamola meglio.
 

 

Proprietà dell'efedra

Le parti aeree di efedra contengono nel loro fitocomplesso alcuni alcaloidi in concentrazione prossima all'1%, tra i quali spiccano l'efedrina (60-80%) e la pseudoefedrina (20-34%), dalla struttura molecolare simile all'adrenalina, di cui imitano l'attività simpaticomimetica.

Questi principi attivi hanno un'azione più marcata sulla fibra muscolare liscia, rispetto all'ormone umano, e questo si nota nell'effetto ipertensivo indotto dall'efedrina, più durevole, anche se meno intenso, di quello provocato dall'adrenalina, in quanto è dovuta ad una vasocostrizione per azione diretta sulla muscolatura liscia.

La presenza di queste sostanze giustifica il tradizionale impiego dell'efedra come rimedio ad azione broncodilatatrice, utile nel trattamento dell'asma, della bronchite, delle congestioni nasali, della sonnolenza e del sovrappeso.

In caso di disturbi respiratori, infatti, la pianta deprime il tono dei muscoli bronchiali e contemporaneamente inibisce la colinesterasi; per questa eagione, è utile nel terapia dell'asma allergica, della dispnea, nelle bronchiti croniche, pertosse e in tutti i casi si renda necessario ristabilire l'eccitabilità dei centri respiratori bulbari.

L'efedrina, comportandosi come agonista adrenergico, aumenta infatti la liberazione di noradrenalina dalle terminazioni nervose ed interagisce direttamente con i recettori alfa e beta adrenergici; tutto ciò si traduce in una dilatazione bronchiale associata ad aumento della termogenesi (accelera il metabolismo) e della pressione arteriosa (l'efedrina provoca vasocostrizione);

La pianta è utilizzata anche come tonico del sistema neuromuscolare per potenziare il rendimento degli sportivi (è considerata sostanza dopante). L'efedrina, in essa contenuta, le conferisce attività anoressizzante e dimagrante.

 

Modalità d'uso

Dato il contenuto degli alcaloidi efedrina (50-90%) e pseudoefedrina, l'efedra è una pianta molto usata per scopo medico. Utilizzata in passato negli integratori dietetici, è stata poi ritirata definitivamente dal commercio negli Stati Uniti nel 2004, in seguito ad alcuni decessi. 

 

Controindicazioni dell'efedra

Sono noti e documentati gli effetti collaterali sull'apparato cardiocircolatorio e sul sistema nervoso.

Trattandosi di una droga ad intensa attività farmacologica è necessaria una certa cautela nella sua somministrazione, perché dosi superiori a quelle terapeutiche, causano effetti stupefacenti, fenomeni di eccitazione nervosa, insonnia, vertigini, tremori, tachicardia, nausea e vomito.

La pianta è inoltre controindicata nei soggetti affetti da disturbi vascolari, cardiopatie, ipertensione e in quelli sottoposti a trattamenti digitalici. Evitare l'uso in caso di anoressia, bulimia, sindromi depressive, insonnia, ipertiroidismo, diabete, ipertrofia prostatica, glaucoma. Sconsigliata per bambini ed anziani.

 

Descrizione della pianta

L'efedra è una pianta erbacea a portamento prostrato-ascendente che raggiunge i 30-50 cm. di altezza, con rami eretti, brevi, appiattiti di colore verde glauco. Le foglie opposte sono ridotte a squame nude.

I fiori sono costituti da scaglie fiorali arrotondate raggruppate in amenti peduncolati di colore giallo verdastro. I frutti sono delle bacche rosse e carnose.

 

Habitat della pianta

L'efedra cresce nelle zone temperate calde di tutto il mondo

 

Cenni storici

Si vuole attribuire il merito di avere sperimentato gli effetti dell'efedra al padre della medicina cinese, l'imperatore Shen Nung (vissuto nel 2800 a.C.) che insegnò al suo popolo, l'uso delle piante, compilando il primo trattato di materia medica comparso al mondo: "L'origine delle piante" o Pen-'t-sao, in cui l'efedra è chiamata Ma-huang.

Questa interpretazione è molto discussa dagli storici, perché le copie del trattato in nostro possesso risalgono solo al I sec a. C. e nel caso dell'efedra bisogna giungere al 168 d. C. per vederne elencate le proprietà antipiretica, diaforetica, e sedativa della tosse, utilizzate in caso di affezioni delle vie respiratorie, associate a dispnea.

In Occidente, Plinio il Vecchio, naturalista latino del I secolo, nomina la pianta, quando parla dell'asma nel libro XXV delle Naturalis Historiae, sottolineando l'utilità terapeutica dell'efedra, se sminuzzata in vino nero secco. 

La pianta, tuttora adoperata in Cina, incuriosì gli studiosi di tutto il mondo, soprattutto quelli del XIX sec, che vollero verificare farmacologicamente i suoi effetti. Il chimico giapponese Nagayoshi Nagai nel 1885 isolò l'efedrina.

 

In collaborazione con Erboristeria del Pigneto