Solanum nigrum, proprietà e benefici dell'erba morella

La solanum nigrum, o erba morella, è una pianta ricca di alcaloidi, un tempo utilizzata come rimedio naturale sedativo e analgesico.

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Solanum nigrum, cos’è

La Solanum nigrum o erba morella è una pianta annuale che appartiene alla famiglia delle Solanaceae, la stessa di molte specie commestibili come melanzane, pomodori, peperoni e patate ma anche di specie velenose e tossiche come tabacco e belladonna.

L’erba morella è nota anche con diversi altri nomi tra cui;

  • uva lupina;
  • solatro ortolano


e nel nostro paese cresce praticamente su tutto il territorio.

 

Specie simili alla morella comune sono:

  • morella rossa (Solanum luteum);
  • morella rampicante o dulcamara (Solanum dulcamara)


mentre la solanum americacum e la solanum melanocerasum sono sottospecie della nigrum.

 

La pianta ha radice fittonante, stelo eretto e ramificato che può superare anche il metro di altezza e porta foglie alterne ovali, ricoperte di una peluria leggera.

 

I fiori si sviluppano in primavera estate, sono penduli, con cinque petali e corolla bianca, mentre i frutti sono bacche tonde di colore inizialmente verde, che tende poi al violaceo e al nero a piena maturità.

 

L’erba morella è usata tradizionalmente nelle medicine popolari per trattare svariati disturbi tra cui:

  • affezioni cutanee;
  • infiammazioni;
  • febbre;
  • difficoltà digestive.

 

Proprietà del solanum nigrum

L’erba morella è un rimedio usato fin dal Medioevo per le sue proprietà, che troviamo in alcune piante della stessa famiglia.

La Solanum nigrum ha infatti azione:

  • analgesica;
  • sedativa;
  • narcotica;
  • antisettica;
  • midriatica;
  • diuretica.
     

La morella veniva dunque usata per alleviare nevralgie, asma, coliche epatiche, spasmi gastrointestinali e a carico della vescica.

 

Inoltre, questa pianta veniva impiegata esternamente nel trattamento di svariate problematiche della pelle, come prurito, sebo in eccesso, eczemi e ustioni.

 

Le proprietà dell’erba morella sono date dalla presenza di alcaloidi, tra cui la solanina, ma anche da tannini, vitamine, sali minerali, molecole antiossidanti e altri composti.

 

Proprio per il contenuto in alcaloidi, che ad alte dosi possono portare a sintomi da avvelenamento, oggi la pianta morella non viene più adoperata negli integratori alimentari e ne viene sconsigliato l’uso alimentare.

 

Erba morella, come eliminarla dagli orti

L’erba morella cresce spesso negli orti ed è considerata un’infestante. Poiché la pianta toglie nutrienti alle altre specie coltivate, generalmente viene eliminata, semplicemente estirpandola quando è giovane.

 

Le piante di erba morella vanno quindi tolte a mano prima che sviluppino le bacche. Se la pianta ha già fruttificato, occorre rimuovere eventuali frutti caduti sul terreno per evitare che dai loro semi si sviluppino nuovi esemplari.

 

Solanum nigrum in omeopatia

L’uso di foglie, frutti e in generale della pianta di Solanum nigrum non è ammesso nella formulazione di integratori alimentari ma lo è in quella dei prodotti omeopatici.

 

L’erba morella in omeopatia è usata per stimolare l’irrorazione sanguigna in tutte le condizioni in cui l’apporto di sangue ai tessuti è ridotto o va comunque aumentato.

 

La si utilizza ad esempio per contrastare:

 

Solanum nigrum: è commestibile?

L’erba morella è stata a lungo considerata commestibile al pari di molte specie spontanee e il consumo delle foglie e dei frutti maturi era diffuso già nell’antichità.

 

Oggi l’uso alimentare di foglie, fruti e altre parti della pianta è sconsigliato perché tutta la pianta contiene alcaloidi.

 

Occorre prestare attenzione soprattutto ai frutti immaturi, ritenuti più ricchi di sostanze tossiche e pericolosi.

 

Solanum nigrum: è velenosa?

Il consumo di foglie e frutti di erba morella possono causare sintomi di avvelenamento a carico dell’apparato gastrointestinale, i reni, il fegato, il sistema nervoso.

 

In seguito ad avvelenamento si possono manifestare nausea, vomito, diarrea, midriasi (dilatazione persistente delle pupille), vertigini, allucinazioni, difficoltà a parlare.

 

Nei casi più gravi l’intossicazione porta a paralisi cardiaca e respiratoria con esiti anche fatali. La gravità delle manifestazioni dipende chiaramente dalle quantità assunte.