Ginkgo biloba, proprietà e controindicazioni
Il Ginkgo biloba è un rimedio usato soprattutto per la memoria e le capacità cognitive ma è utile anche in caso di emorroidi, malattie oculari, geloni e per diversi altri disturbi.
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- Ginkgo biloba, l'albero e la pianta
- Ginkgo biloba: cosa contiene e proprietà
- Benefici del Ginkgo biloba
- Ginkgo biloba in erboristeria
- Ginkgo biloba in Medicina cinese
- Ginkgo biloba in omeopatia
- A cosa serve il Ginkgo biloba
- Integratori a base di Ginkgo biloba
- Utilizzo e dosi
- Quando assumere il Ginkgo biloba
- Ginkgo biloba per funzioni cognitive e memoria
- Ginkgo biloba per vertigini e acufene
- Controindicazioni
- Interazioni farmacologiche
- Curiosità sul Ginkgo biloba
Ginkgo biloba, l'albero e la pianta
Il Ginkgo biloba è una pianta che appartiene alla famiglia delle Ginkgoaceae, originario della Cina e oggi ampiamente coltivato sia per l’uso fitoterapico delle foglie sia a scopo ornamentale in parchi e giardini.
La pianta di Ginkgo può raggiungere i trenta metri di altezza, con rami lunghi e rami più corti che portano graziose foglie a forma di ventaglio, percorse da vistose nervature.
I rami lunghi del Ginkgo (macroblasti) portano foglie bilobate con un’incisione centrale piuttosto profonda, mentre le foglie che crescono sui rami corti (brachiblasti) sono intere o con un’incisione solo accennata.
Le foglie del Ginkgo sono di un bel verde chiaro brillante durante la stagione vegetativa, mentre in autunno perdono la colorazione data dalla clorofilla e ingialliscono prima di cadere, contribuendo al fenomeno del foliage autunnale.
L’albero di Ginkgo è una pianta dioica, dunque esistono piante di ginkgo con strutture riproduttive maschili e piante con strutture femminili. Le strutture riproduttive maschili sono strobili penduli che contengono sacche polliniche.
Gli esemplari femminili sviluppano invece ovuli arancioni isolati o appaiati che a maturità diventano carnosi, ricordando dei frutti.
All’interno degli ovuli si trovano i semi di Ginkgo biloba che, sebbene siano consumati previa tostatura o cottura nei paesi asiatici, risultano tossici e irritanti sia per contatto con la pelle sia per ingestione.
La polpa degli ovuli del ginkgo ha inoltre un odore veramente molto sgradevole, dato dalla presenza di acido butirrico: nella stagione invernale, si possono raccogliere ai piedi delle piante indossando i guanti e seminare in piena terra o anche in vaso per avere un piccolo Ginkgo bonsai sul terrazzo o sul balcone.
Ginkgo biloba: cosa contiene e proprietà
In erboristeria e fitoterapia le foglie di Ginkgo vengono adoperate per ottenere diversi estratti che vantano numerose proprietà.
In particolare, il Ginkgo è ritenuto un antiaggregante piastrinico e un rimedio antiossidante utile soprattutto per migliorare:
- Circolazione sanguigna;
- irrorazione di sangue ai tessuti
e combattere l’azione dei radicali liberi.
Il Ginkgo quindi:
- Aumenta la vascolarizzazione;
- ha azione antiradicalica
Queste proprietà, come vedremo, fanno sì che l’assunzione di ginkgo abbia molti benefici per la salute. Le proprietà fitoterapiche del Ginkgo biloba sono date da un fitocomplesso presente nelle foglie che include:
- Flavonoidi;
- triterpeni;
- lattoni sesquiterpenici.
I costituenti chimici del Ginkgo biloba prendono il nome dalla pianta stessa e sono noti come ginkgolidi (terpeni) e bilobalide (lattone sequiterpenico).
Benefici del Ginkgo biloba
I benefici del Ginko biloba sono dati dalla sua capacità di aumentare il flusso ematico verso i tessuti, e di antagonizzare il fattore di attivazione delle piastrine (PAF, Platelet-Activating Factor), oltre che dalle sue proprietà antiossidanti.
Questa pianta è apprezzata soprattutto per la sua azione neuroprotettiva, quindi nella prevenzione e nel trattamento della demenza, ma anche per le proprietà sull’apparato cardiovascolare per trattare diversi disturbi tra cui emorroidi, claudicatio intermittens (dolore alle gambe che porta ad avere difficoltà nel camminare), sindrome di Reynaud e disfunzione erettile.
I benefici del ginkgo per gli occhi portano a usare questo rimedio anche in caso di glaucoma e degenerazione macula.
Aumentando l’afflusso di sangue ai tessuti, infatti, le cellule vengono raggiunte da maggiori quantità di nutrienti e ossigeno, migliorando il metabolismo di ogni cellula. Il maggior afflusso ematico verso i tessuti giustifica anche gli effetti sessuali del Ginkgo, rimedio utile per favorire l’eccitazione e l’orgasmo maschile e femminile.
Ginkgo biloba in erboristeria
Gli estratti di Ginkgo in erboristeria sono ottenuti dalle foglie della pianta, titolati e standardizzati. In erboristeria si possono trovare sotto forma di foglie essiccate da usare in tisana oppure sotto forma di:
- Estratto secco;
- estratto fluido;
- tintura madre.
Si utilizza soprattutto per prevenire e trattare il decadimento cognitivo ma trova impiego anche in caso di claudicatio intermittens, vertigini e acufene, emorroidi e geloni. Inoltre, è interessante l’uso erboristico del ginkgo biloba per l’ansia, per patologie oculari e per le disfunzioni sessuali maschili e femminili.
Ginkgo biloba in Medicina cinese
Il Ginkgo è utilizzato a scopo curativo già nelle varie medicine tradizionali tra cui quella cinese. Nella Medicina tradizionale cinese le foglie di Ginkgo sono impiegate principalmente per sciogliere il muco nelle affezioni respiratorie e nell’asma, oltre che per combattere acufeni, migliorare la circolazione sanguigna e curare i geloni e altre manifestazioni dovute al freddo.
Ginkgo biloba in omeopatia
Il Ginkgo è un rimedio usato anche nella Medicina omeopatica e lo si può dunque trovare nelle preparazioni in gocce o granuli a diverse diluizioni hahnemanniane.
Il Ginkgo in omeopatia viene consigliato soprattutto in caso di:
- Cefalea;
- infiammazioni a carico della gola e delle tonsille.
A cosa serve il Ginkgo biloba
Gli estratti di Ginkgo biloba vengono adoperati per trattare diversi disturbi collegati all’insufficienza circolatoria ma non solo. In particolare, il ginkgo può servire a favorire o trattare:
- Memoria, concentrazione e apprendimento;
- acufene;
- vertigini;
- emorroidi;
- geloni;
- asma;
- claudicatio intermittens;
- arteriopatia agli arti inferiori;
- sindrome di Raynaud;
- ansia;
- glaucoma;
- degenerazione maculare;
- disfunzioni sessuali.
Poiché i costituenti di questa pianta migliorano l’irrorazione sanguigna è possibile apprezzare, durante i trattamenti con il Ginkgo, benefici anche per i capelli e per la pelle, oltre che di stati infiammatori in generale.
Integratori a base di Ginkgo biloba
In erboristeria si possono trovare foglie di Ginkgo essiccate che si usano in tisana, oppure integratori a base di ginkgo sotto forma di sciroppi, gocce, compresse, capsule; tali integratori sono in genere standardizzati al 24% in flavonoidi e al 6% in derivati terpenici.
In ogni caso, il Ginkgo può essere presente come unico rimedio o associato ad altre piante con azione sinergica. Ad esempio, per migliorare la circolazione sanguigna, il Ginkgo negli integratori può essere associato a:
Utilizzo e dosi
Il Ginkgo può essere usato in:
- Infusione;
- tintura madre;
- integratore alimentare.
La tisana al Ginkgo si prepara con un cucchiaio di foglie essiccate e spezzettate, lasciate in infusione per circa cinque minuti in acqua calda; si può bere tre-quattro volte al giorno.
Il dosaggio degli estratti di Ginkgo standardizzati in flavonoidi al 24% e in derivati terpenici al 6% è pari a 120-240 milligrammi al giorno. Per evitare effetti collaterali conseguenti all’azione vasodilatante, è preferibile iniziare il trattamento con dosaggi inferiori, partendo da una somministrazione di 40-60 mg al giorno per poi aumentare in modo graduale il dosaggio.
La tintura madre di ginkgo biloba si assume invece diluendone 30 gocce in acqua, da una a tre volte al giorno.
Quando assumere il Ginkgo biloba
Le indicazioni su quando si assume il Ginkgo riguardano sia le somministrazioni giornaliere sia l’uso nel tempo. Questo rimedio può essere assunto infatti da una a tre volte al giorno, in base al tipo di preparazione, ma è meglio assumere il Ginkgo biloba prima o dopo i pasti?
Gli integratori di Ginko vanno presi lontano dai pasti, quindi ad esempio a metà mattina o metà pomeriggio.
Per quanto riguarda invece il tempo di somministrazione, cioè dopo quanto fa effetto il Ginkgo biloba, i miglioramenti dovrebbero vedersi dopo un mese e mezzo o al massimo due mesi di utilizzo, ma i benefici ottimali si verificano dopo tre-sei mesi. Dopo sei mesi si consiglia di interrompere l’assunzione.
Ginkgo biloba per funzioni cognitive e memoria
La principale indicazione del Ginkgo riguarda le capacità cognitive e la memoria; si tratta infatti di un rimedio ampiamente utilizzato per prevenire e trattare la demenza senile.
Al Ginkgo vengono infatti attribuire proprietà vasoattive, reologiche, antinfiammatorie e antiossidanti e, per questo, è indicato per migliorare la concentrazione, l’apprendimento, la memoria e per ridurre il rischio di danno ischemico e di sviluppare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
L’azione del Ginkgo in questo senso dipende dalla capacità dei suoi componenti di dilatare i vasi sanguigni, ridurre i danni indotti da un eccesso di radicali liberi e antagonizzare il PAF, con conseguente miglioramento delle proprietà reologiche del sangue, oltre che un’azione antinfiammatoria.
Ginkgo biloba per vertigini e acufene
Gli estratti di ginkgo sono riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale di Sanità come un rimedi utili ad alleviare le vertigini e l’acufene o tinnito di origine vascolare.
In questo caso, la somministrazione dovrebbe prevedere un dosaggio di almeno 120 milligrammi di estratto, interrompendo l’uso se entro due mesi non si ottiene alcun miglioramento.
Controindicazioni
L’uso di preparazioni a base di Ginkgo biloba è controindicato in caso di:
- Allergie;
- gravidanza e allattamento;
- se si soffre di alcune patologie tra cui epatopatie, epilessia e turbe della coagulazione.
Eventuali effetti collaterali includono:
- Cefalea;
- disturbi digestivi
ma si verificano raramente alle dosi consigliate e se il trattamento non viene protratto troppo a lungo; il ginkgo si può infatti assumere per un tempo non superiore ai sei mesi.
Interazioni farmacologiche
I costituenti del Ginkgo possono potenziare o ridurre l’effetto di numerosi farmaci per induzione o inibizione di diversi citocromi e anche per sommazione d’effetto con altri principi attivi.
Bisognerebbe ad esempio evitare di associare il Ginko a preparazioni contenenti:
- Salicilati;
- warfarin;
- benzodiazepine;
- paracetamolo;
- omeprazolo;
- chemioterapici;
- molti altri farmaci.
Esistono anche interazioni tra ginkgo e altre piante o sostanze naturali, tra cui:
Il Ginkgo potrebbe risultare controindicato anche in caso di ipertensione se si assumono contemporaneamente diuretici tiazidici.
Poiché esistono diverse situazioni in cui è meglio non prendere il Ginkgo, se si stanno seguendo terapie farmacologiche o se si assumono integratori, meglio parlarne con il medico, il farmacista o l’erborista prima di ricorrere al Ginkgo.
Curiosità sul Ginkgo biloba
I primi esemplari del Ginkgo biloba risalgono a circa 250 milioni di anni fa e oggi è considerato un fossile vivente, poiché si tratta dell’unico esemplare rimasto a rappresentare la famiglia delle Ginkgoaceae,piante diffuse nel Mesozoico ma ormai estinte da 100 milioni di anni.
Il significato di Ginkgo biloba fa riferimento alle caratteristiche della pianta: Ginkgo ha origini giapponesi e significa "albicocca d'argento" e descrive l’aspetto dei semi, mentre biloba si riferisce alla forma bilobata della foglia.
Nei paesi di origine la pianta è considerata sacra e per questo coltivata spesso fuori dai templi: si tratta infatti di un albero molto longevo, resistente alle malattie e all’inquinamento ed è l’unica specie che è riuscita a sopravvivere alla bomba atomica di Hiroshima.